Quando Barzizza imitava «King» Oliver

Quando Barzizza imitava «King» Oliver Quando Barzizza imitava «King» Oliver Letteratura italiana Padre Marco Tentorlo • LETTERE DI P. STAMPA GIUSEPPE SOMASCO A LA. MURATORI, Genova 1879, pp. 108, L. 8000 .... // carteggio è messo insieme con straordinaria puntigliosità. Maria Castelli da L'Ordine, ten. 1979 Archivio Storico PP. Somaschi piazza della Maddalena 11 16124 Genova, tel. 010 208.439 Barzizza, si mescolano nel racconto, fatto tutto di concerti, serale, esibizioni, paghe mirabolanti, feroci stroncature della critica ufficiale, die Mazzoletti dipana con scientifica precisione sorretta dal suo grande amore per la musica jazz. Ora che sappiamo che il jazz non è giunto da noi solo nel 1946, per lo più con i dischi, ma ha avuto una sua prima vita nei vent'anni precedenti, bruscamente troncata dalla guerra e dai -diktat- fascisti, vien voglia di chiedersi come era questo jazz italiano anteguerra. Adriano Mazzoletti non entra nel merito ma ai fondo del libro fornisce una discografia: dall'ascolto di no 20 anni di jazz in Italia completamente ignorati c molto diversi dai ben noli decenni successivi, quelli del dopoguerra. Anni in cui il jazz arrivava -in presa diretta-, attraverso contatti di nostri orchestrali che viaggiando il mondo ebbero l'occasione di ascoltarlo e suonarlo con i creatori americani, o attraverso le molte tournee di musicisti statunitensi che portavano in Europa la nuova e diabolica musica die faceva ballare i giovani alla moda. Nomi mai prima sentiti, come quello del mitico «Afirador- (al secolo Arturo Agazzi), Milìetio Ncrvetti, Gigi Feracciolì, Piero Rizzai e altri un po' più noti come Michele Ortuso, o molto noti come Ptppo Beppi Zancan Adriano Mazzoletti: «Il jazz in Italia», Laterza, 424 pagine, 23.000 lire.

Luoghi citati: Europa, Genova, Italia