Che bella tesi di arte sulle cartoline illustrate di Ernesto Gagliano

Inchiesta sulle lauree. Parla Quintavalle, docente a Parma Inchiesta sulle lauree. Parla Quintavalle, docente a Parma Che bella tesi di arte sulle cartoline illustrate — E altri argomenti singolari? •Ci sono le lesi sulle culture popolari. Sui presepi, sui santini, sugli ex voto. Talvolta per dimostrare che sono una declinazione della cultura aulica e non il lrulto di un'ipotetica spontaneità primigenia. E ancora: sulle illustrazioni popolari, sulle carte da gioco (questa discussa con il prof. Mussini, docente di storia deliearti grafiche)». Tali temi, precisa Quintavulle. sono jierò una minoranza mentre fioriscono studi sull'antico: la novità sta nel metodo. Gli studenti, più che sull'arte, chiedono tesi sul •tessuto,. Esempio? «Se studiano 11 Medio Evo non studiano la genealogia dei capolavori, ma si mettono nell'ottica dei pellegrini medievali per capire il senso di un sistema che non comprende solo le chiese, ma i castelli, le strade, gli ospizi, i ponti». Cosi fanno adesso una dozzina di giovani •aliti ricerca del romanico» che si sono divise le diocesi da Bergamo a Cremona, La Spezia, Parma. Analizzano il territorio, non solo gli .edifici superstiti». Insiste: «Abbiamo tesi di lipo sistematico anche per l'oggi. Quando si studia un singolo autore, per esempio qualche migliaio di disegni di un progettista, conservati nel Csac, oppure le fotografie di un archivio, o i 1 umetti originali, o i dise¬ gni per manifesti, non la si considera una ricerca "parcellizzata", ma qualcosa che e all'Interno di un sistema di rapporti interdisciplinari. E non, come si diceva una volta, per allargare le prospettive, ma per una considerazione strutturale dei problemi,. — E sui fumetti c'è stata qualche tesi? «Si. su Perini e Vincino. E un'indagine estesa a lutto un sistema di autori che dimostrava come una satira i>oliiica non esiste, o almeno ciò che intendiamo per tale e una convenzione. Un modo per costruire un'isola rassicurante ed escludere una vera critica per immagini»; — C'è un'ideologia prevalente fra gli studenti? «Direi che sono finite le gerarchie Ira le ideologie. Si è abbandonata la contrapposizione ira l'ideologia marxista e tutte le altre. C'è un confronto di metodologie diverse che. almeno ne) mio istituto, vengono integrate. Alludo ai rapporti ira strutturalismo, antropologia, psicanalisi e iconologia». — E il linguaggio coni 'è? •L'italiano elitario, aulico, quello dei nostri vecchi licci e morto: per lortuna. Adesso c'e l'influenza di neologismi della Gazzetta dello Sport, dei serials tv. della serie di Harmony». Secondo Quintavalle di lì bisogna ripartire per costruire modelli nuovi, non su basi tradizionali die non ci sono più. «E poi la duttilità della nuova lingua che si viene formando comincia a somigliare mollo al basic english che varia da 2500 a 5000 parole». Un •sistema povero», dice, ma variamente combinato: finirà per sostituire la «vecchia baracca della nostra lingua aulica che in Arno nessuno vuole più risciacquare-. — Nessuno fa una tesi su un singolo artista antico o contemporaneo? «Certo, ne abbiamo avute su Fontana e Burri, ma sempre legate a un momento particolare, alle filosofie, alle ragioni del temi». Quando uno viene a propormi una tesi su Correggio o su Tiziano, io gli dico: ragazzo, calma, pensaci bene, la linirai a cinquanl'anni Gii fa eco Roberto Campari. che insegna storia del cinema. «Anch'io cerco di scoraggiare chi mi propone lutto Fellini o tutto Visconti. Di solito si fanno analisi di film particolari, con passi riesaminati alla moviola, o studi critici su riviste Incalza Quintavalle: «Vede, in questo Istituto di Storia dell'Arte, all'arte non si crede per nulla», — In che senso? «Perché l'arte è una targa che gli esperti, cioè il mercato, assegna volta per volta ai prodotti più disparati. Allora smettiamo di rincorrere il film come arte, la fotografia come arte, la tv come arte, il manifesto come arte. E studiamoli tulli assieme come comunicazione^.. — Che cosa vorrebbe cambiare per il futuro? ■ Ai giovani che si laureano, con un alto e controllato livello di specializzazione, vorrei che venisse immediatamente offerta una prospettiva di lavoro. Ma occorrerebbe una programmazione nazionale degli sbocchi professional). Il che. per ora, resta una fiaba...». Attraversiamo una sala dell'antico palazzo. C'è uno studente che esaìnina delle immagini: sta preparando una tesi su Florence Henri, grande fotografa della fine Anni Venti. Non e andato lontano a fare ricerche: il materiale lo ha trovato lì, nel sor-: prendente museo-archivio-laboratorio. Ernesto Gagliano

Luoghi citati: Bergamo, Correggio, Cremona, La Spezia, Parma