Per il jazz divento anche pirata

Per il jazz divento anche pirata Per il jazz divento anche pirata GLI industriali del disco, ogni volta che si riuniscono in congresso, non perdono l'occasione per condannare severamente il fenomeno dei dischi clandestini, o meglio della pirateria discografica, e invocare i fulmini legislativi. Ma i critici del settore, pur essendo in parte d'accordo, si chiedono sommessamente quante splendide esecuzioni di jazz e di musica classica sarebbero andate perdute, se taluni amatori un po' troppo interessati non fossero intervenuti ai concerti con un registratore nascosto sotto la giacca. E inoltre professano un'ammirazione crescente per le etichette alternative e le autoprodu- zioni, che naturalmente sono tult'altra cosa, ma costituiscono anch'esse con la loro presenza una critica alle marcile ufficiali. Mentre le etichette alternative sono industrie in sedicesimo, le autoproduzioni avvengono ad opera di singoli artisti o di gruppi, generalmente esordienti o estranei ai normali circuiti concertistici, che non riescono a trovare operatori discografici disposti a pubblicare le loro registrazioni. Un'autoproduzione non è costosa (il problema, caso mai, è quello di diffonderla) e perciò è facile imbattersi in autentiche follie. Ma nel mucchio, ogni tan¬ rose, piene d'invenzioni colorate e armoniche che Elton John interpreta con entusiasmo accanto al fedele chitarrista Davey Johnstone. a Dee Murray al basso e a Nigel Olsson alla batteria. Per Elton rappresenta uno smagliante ritorno alla creatività senza orpelli fuorviami e a volte irritanti, un recupero di un certo stile sonoro che ricorda un po' ciò che facevano un tempo i Beatles. «I'm stili standing» e cToo low for zero», in particolare, sono titoli esemplari, lirici e nervosi. «Klss the bride» è un rock terribilmente duro, efficace. «I guess that's why they cali it the blues» è un blues che Steve Wonder contribuisce a rendere affascinante, suonando con gioia l'armonica.

Persone citate: Davey Johnstone, Elton John, Nigel Olsson, Steve Wonder

Luoghi citati: Dee