Calasso: vi presento Talleyrand burattinaio della Storia di Augusto Romano

Calasso: vi presento Talleyrand bii dll S Calasso: vi presento Talleyrand bii dll S yburattinaio della Storia Arte di saturazione, di sterilità per la prosa saggistica lineare. Bisogna ibridare di più, usare uno spettro di prosa largo, dall'aforisma ai blocchi analitici puntuali. Una scrittura che offra il pensare non stretto in forme teoretiche ufficiali... Tutta la storia della filosofia moderna è travagliata ìlei profondo dal sacrificio, dalla sua tremenda verità.,.», lei ha scritto indagando, come direbbe René Girard, Delle cose nascoste sin dalla fondazione del mondo, perché è riinasto affascinato dalla figura di Talleyrand? «Talleyrand è il portatore di una scelta di stile, come fosse una stella polare, che avrebbe condotto alle estreme conseguenze. Sapeva vedere l'Europa nei suoi ruoli sociali e formali. Con passo leggero seppe attraversarli e imprimere un segno estetico in ogni momento della sua vita». In un'Europa die era teatrino, die era salotto? «SI, salotto come forma pensiero di Talleyrand. Non procedendo linearmente ma spostandomi dalle allusioni alle esplicitazloni. Ero preoccupato di trovare una forma che fosse ibrida, che un concetto fosse confutato da una immagine, che l'immagine divenisse racconto, che ci fosse una circolarità interna. Sul libro c'è una cappa letteraria, poteva essere speculativa, antropologica, ma ho scelto quella letteraria perché era quella in grado di assorbire di più... Piero Citati tia scritto che il difetto del libro starebbe nel suo essere «sema ombre», nel suo essere tutto esplicito. Lei cosa risponde? «Ero stato accusato col precedente, L'impuro folle, di navigare nell'ombra. Ma qui, fin dalla copertina c'è l'ombra. Credo che Citati manifestasse una occulta volontà di sistema. Ma il sistema è collegato a quella visione speculativa deduttiva che ho voluto aggirare. Provo ormai un senso celeste. Il disgregato Sainte-Beuve faceva opera di grande storia raccontando rapporti, gelosie, il manifestarsi delle forme di vita. E Talleyrand colse e partecipò a quell'esprit. Il salotto è una delle invenzioni occidentali più sorprendenti, non esiste in altre civiltà. Attraverso Talleyrand il moderno occidentale appare in una rete, tra una qualunque civiltà antica. L'eccezione è il punto di vista, siamo in una situazione eccentrica*. Sarà un luogo comune, ma parlando si estetismo si pensa all'Oriente, alle cerimonie del Giappone non a quelle della Francia di Talleyrand... «Eppure no. In Giappone manca quel senso di esistenza sospesa. Il feudalesimo crea una società distica. Allora l'Europa era pura scena. L'estetico penetrava in situazioni bizzarre, prive di punti di riferimento. Creava uno spazio incantalo». vescovo di Autun, il ministro degli Esteri durante il Direttorio del 1795, il Consolato e l'Impero napoleonico, Charles Maurice de Talleyrand Périgord. Grande Burattinaio della Storia, il Talleyrand di Calasso si muove come un gigantesco ragno a collegare e fermare nella sua ragnatela luoghi e persone: la Corte di Versailles e l'India dei « Veda», l'abbazia di Port-Royal e i portici libertini di Palais-Royal, Maria Antonietta, Goethe, Baudelaire, Marx, S timer, Sainte-Beuve e molti altri uomini di lettere e di politica. Il grande ragno Talleyrand tesse la sua ragnatela dalla periferia al centro, verso quella grande ferita, quel grande strappo die è la rovina di Kasch. Come è nato, Calasso, il libro? «A schegge, intorno a un nucleo centrale. Un lavoro di tre anni dentro una cornice che era la figura, il Nico Orengo Premiati Morandini, Folena e Cucchi personaggi storici, di ridurli al rango di protagonisti di storielle televisive; ma anche, si spera, volontà di capire quanto complesso e talora irregolare sia il percorso analitico, come esso coinvolga l'intera personalità di quelli die lo compiono, come infine nello sviluppo della individualità il bene e il male abbiano entrambi una loro necessità che spesso trascende i criteri di valore collettivamente stabiliti, E' questa anche l'opinione di Bettellieim il quale, dopo aver inquadrato l'intera vicenda nella storia del movimento psicoanalitico e in particolare dei rapporti tra Freud e Jung, conclude die, con qualunque nome la si voglia chiamare («cura, seduzione, transfert, amore, illusioni reciproche ), è l'esperienza fatta con Jung die permise alla- Spielrein di guarire. A sua volta — aggiunge Bcttcllicim — è nel rapporto con la Spielrein clic Jung andò maturando alcuni concetti base della sua psicologia, quali quello di «Ombra» e di «Anima». Rapporto affettivo e sessuale dunque, ma anche di reciproca fecondazione spirituale. Tant'è vero che la Spielrein — di cui Beltellieim traccia un elogio appassionato — rimase fedele al suo primo amore e si adoperò sino alla morte per la riunificazione delle due correnti psicoanalitidie, la freudiana e la junghiana. Augusto Romano e un telefilm

Luoghi citati: Europa, Francia, Giappone, India, Talleyrand, Versailles