Tortora al contrattacco: denuncia due testi di Giuseppe Zaccaria
Tortora al contrattacco; denuncia due testi «Adesso basta, quaranta giorni di carcere sono una esperienza troppo drammatica» Tortora al contrattacco; denuncia due testi Sono il pittore milanese (che anni fa dichiarò guerra agli Stati Uniti) e la moglie - Affermano di aver visto il presentatore scambiare un misterioso acco con due ceffi - Annunciata querela per calunnia anche ai «pentiti» Barra e Pandico - Tra i testi «morali» a discarico l'ex ministro Zani berle t ti ROMA — C'è voluto quasi un mese e mezzo, ma alla fine sembra proprio che Enzo Tortora abbia messo da parte l'incredulità e si sia deciso a passare all'azione. Ieri mattina un telegramma ha preannunciato alla Procura di Napoli un'iniziativa molto dura: attraverso i suoi legali il presentatore denuncia per calunnia Giuseppe Margutti, 61 anni, pittore siculo-milanese, e la moglie di questi, Rosalba Castellini. Sono i due testimoni dell'ultima ora: quelli che pochi giorni fa hanno raccontato al sostituto Felice Di Persia di aver visto ai primi dell'81 Tortora che, nascosto in un corridoio, scambiava un pacco non si sa bene di che con due tipi dall'aria poco raccomandabile. gndppvCrhncnastdsltrnc «Adesso basta: quaranta giorni di carcere rappresentano un'esperienza fin troppo drammatica. E nessuno può permettersi di specularci sopra». Nella denuncia, gli avvocati Dall'Ora. Della Valle e Coppola si limiteranno a citare gli episodi che, fino ad oggi, hanno fatto del pittore milanese un personaggio noto alle cronache minori e chiederanno nuove verifiche sulle sue affermazioni. La storia, per quel poco che se ne è saputo, sarebbe andata cosi: in un pomeriggio dell'81, il pittore e sua moglie si sarebbero trovati a Castellanza, negli studi di «Antenna tre», per partecipare a una serata di beneficenza. Tutto normale, fino al momento in cui la signora era rimasta vittima di uno spiacevole incidente: ai suoi slip (di seta, viene precisato) era saltato l'elastico. Di qui la ricerca di una toilette, un affannoso peregrinare per i corridoi di «Antenna tre» e la scena del presunto scambio di droga, notata al riparo di un paravento. Quindi, tre anni di silenzio, fino al momento in cui l'arresto del presentatore ha fatto si che la «verità» trionfasse. «Già da sola — obiettano adesso i difensori di Tortora — la storia è piuttosto improbabile; ma poi. ci sono altri elementi che i giudici dovrebbero valutare...». E questi elementi, insistono, si ricavano facilmente da una rapida scorsa agli archivi dei giornali milanesi. Giuseppe Margutti è già noto per avere esposto nottetempo un suo quadro al LqruuptvirrtvranqTsrmsdrivipCc Louvre, per aver finto un sequestro di persona per coprire agli occhi della sua donna un romantico weekend con un'altra, per aver fatto stampare negli Stati Uniti trecento francobolli che riproducevano i suoi quadri, per essersi incatenato a Milano in Galleria, per aver dichiarato guerra agli Stati Uniti, i quali fortunatatamente all'epoca avevano qualche impegno militare nel Medio Oriente. Ma la verità non potrebbe arrivare anche da un personaggio un po' originale? A questa obiezione i legali di Tortora rispondono con la testimonianza di Leonida Barezzi. giornalista di un settimanale, il quale si era sentito fornire qualche tempo fa da Margutti una versione del mi¬ irgutti una versione del mi- sterioso «scambio» piuttosto diversa da quella riferita poi dal pittore ai giudici napoletani. Insomma, come in tutte le grandi storie popolari, anche nella vicenda Tortora cominciano a inserirsi «verità esplosive» e supertesti a ripetizione. Prima che si arrivi alla fase dei memoriali, gli avvocati del presentatore intendono ricondurre tutto a una dimensione più corretta: per questo, la loro prossima iniziativa riguarderà i due testimoni che. sull'attuale condizione di Tortora, incidono più seriamente. Se calunniatore sempre secondo i legali, può essere ritenuto il pittore milanese, a maggior ragione la stessa accusa dovrebbe essere 1 stessa accusa dovrebbe essere rivolta a Pasquale Barra e Giovanni Pandico. E infatti. Della Valle e i suoi colleghi tengono a far sapere che la denuncia per calunnia colpirà al più presto anche loro. Nel frattempo, al giudice istruttore sarà chiesto di ascoltare al più presto i testi «morali» a discarico: Gustavo Rosenfeld, esponente liberale molto vicino a Tortora, Mose D'Amato, direttore de «Il Domani», giornale nato ad Avellino dopo la ricostruzione, Paolo Battistuzzi. liberale aneli fi;.:, e infine Giuseppe Zamberletti. L'ex ministro per la Protezione civile dovrebbe essere il primo a testimoniare l'impegno di Tortora contro la camorra. Giuseppe Zaccaria I Giuseppe /.accana
Luoghi citati: Avellino, Castellanza, Medio Oriente, Milano, Napoli, Stati Uniti
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