Un salto per Craxi

Un salto per Craxi Un salto per Craxi MASSIMO L.SALVAO0R1 Che la formazione del primo governo a direzione socialista sia cosa delicata e complessa è chiaro solo che si tengano presenti alcuni elementi. Primo. L'on. Craxi è una personalità che ha caratterizzato la sua direzione politica nel psi in termini di autorità e di decisione. Ila fatto sorgere nei suoi seguaci interni ed esterni al partito la convinzione che una sua presidenza del Consiglio sarebbe stata un fatto di svolta, che un governo da lui diretto non avrebbe potuto essere dai programmi incerti e dalla capacità decisionale debole. Capo politico che ha molto puntato sul «carisma», ora Craxi si trova chiamato a offrire la «prova» che i suoi seguaci attendono. Craxi deve a questo punto fare il salto che ha promesso. Non può permettersi di camminare normalmente. E amici e meno amici lo aspettano con il metro in mano. Secondo. In un certo senso una presidenza del Consiglio socialista prosegue la novità che aveva rappresentato la presidenza Spadolini: presidenza non democristiana, presidenza di un partito pur sempre «minore». Ma la modifica anche in modo qualitativo. Spadolini al governo era il leader di un partito che alla de e al pei creava problemi molto meno spinosi. Il pri era un vecchio fedele alleato della de, un partito di modeste proporzioni, che nell'insieme non spostava in maniera profonda gli equilibri politici entro le alleanze (eppure, anche così, il pri ha finito per erodere il consenso alla de, che non lo dimenticherà facilmente). 11 psi si presenta come un partito bensì alleato della de ma in forte concorrenza politica, è uh partito bensì minore ma anche uno dei tre maggiori, il cui progetto ambizioso è di crescere dimostrando che si può e si deve governare in modo incisivo. Terzo. Detto tutto questo, si capisce come Craxi navighi in acque perigliose. Dalla sua parte ha il bisogno dei cinque partiti alleati di dimostrare al Paese che essi sono in grado di affrontare la grave situazione, opponendosi alla tesi comunista che il pentapartito, comunque dosato, rappresenti una formula politica defunta. Dalla sua parte ha la richiesta che sale dalla gente di stabilità politica. Dalla sua parte ha la vittoria ottenuta nei confronti della linea elettorale di De Mita. Ma contro di lui ha il fatto che non è facilmente pensabile che specie de e pri desiderino con tutto il cuore un forte successo politico di Craxi. Ha il dato importante di presentarsi al governo con un partito che non ha ottenuto in proprio alle elezioni il successo sperato. Ila il fatto che il pei ha tutto l'interesse che la prova socialista risulti negativa. La contraddizione potenzialmente più pericolosa per Craxi è senza dubbio l'aspirazione a essere un polo di forte decisionismo da un lato e dall'altro il dover reggere sulle forze altrui. La coalizione che sta per nascere, se andrà in porto, dovrà decidere se le sue varie componenti cercheranno il consenso con una gara nell'impegno, nella serietà, nella capacità, cioè in uno sforzo di compattezza nell'opera di governo, oppure se cadranno nella trappola ben nota: mors tua, vita meo. Sta ora ai partiti allcati.'dimostrare al Paese se ha ragione o meno il pei nel suo «no».

Persone citate: Craxi, De Mita, Spadolini