Bruciano ancora i boschi in Sardegna Tempio Pausania di nuovo minacciata

Bruciano ancora i boschi in Sardegna Tempio Pausania di nuovo minacciata 11 numero delle vittime è salito a sette, rabbia tra la popolazione Bruciano ancora i boschi in Sardegna Tempio Pausania di nuovo minacciata DAL NOSTRO INVIATO TEMPIO PAUSANIA — •Perché ci sono stati i morti? Perché il fuoco era entrato in paese e bisognava spegnerlo. Per questo la gente è morta, perché si è buttata davanti alle fiamme per difendere le case». Il volto di Nino Manconi, 45 anni, sindaco di Tempio Pausania, de, è teso. In un istante interminabile, nell'inferno che avanzava da Ovest 6 persone sono rimaste uccise, un'altra è morta più tardi, prima di arrivare al Centro grandi ustionati di Torino, e ancora 9 sono rimaste ferite e per molti si teme. Qui la gente non ha dubbi: Siamo stati lasciati soli», dicono, perché per tutto il giorno di giovedì non è stato visto un aereo, «t/n aeroplano, uno solo, poteva essere di conforto oltreché di aiuto e, se ci fosse stato, quegli uomini non si sarebbero buttati nel rogo, perché lo hanno fatto anche per disperazione», osserva Augu¬ sto Carta, 48 anni, assessore alla Pubblica Istruzione. Siricorda che fra i morti 4 erano volontari. E' polemica rovente e amara. Aggiunge 11 sindaco: «/ soccorsi hanno fatto pena. A bbìamo inoltrato 11 richieste, a Cagliari, e la prima alle 7 di mattina, ma soltanto alle 20£0 è arrivato l'aereo: quando era tardi e inutile e i morti c'erano già stati». Non si commenta, ma viene fatto un atto d'accusa preciso, perché si sostiene come anche questa tragedia, forse, poteva essere evitata. Al centro coordinamento di Cagliari era stato deciso che l'urgenza si trovava altrove, a San Leonardo, a Cuglieri, a Isarenas, a Villa Urbana, dove il fuoco devastava boschi e campagne con identica furia. Non accetta le accuse 11 generale del corpo forestale Mario Dautilia, responsabile per l'isola del coordinamento antincendio, e con veemenza di¬ ce: «Se la popolazione crede che i mezzi aerei siano biciclette o carretti sbaglia. Il ritardo? Potrebbero averlo provocato cause di origine tecnica». Vuol dire che due aerei, l'altro giorno, sono rimasti In panne, ma la cosa non sembra determinante per il generale. Prosegue: «D'altra parte nella lotta contro il fuoco gli aerei non sono mezzi risolutivi ma integrativi. E poi la morte praticamente è stata un incidente, ha girato il vento... Non dimentichiamo che i volontari erano guidati da un maresciallo della Forestale ed è morto, e da un brigadiere, morto anche lui. In queste situazioni le vittime sono occasionali e a Tempio in quel momento la situazione appariva meno calamitosa che altrove». A Cagliari ne erano convinti. Al centro, alle 13, avevano informato di «star meglio» del giorno avanti ma di rimanere comunque in allarme. Assicu¬ ra Dautilia: «Noi dettiamo legge anche all'estero in campo d'interventi antincendio Non ci serve nessuno». Cosi stata lasciata cadere anche l'offerta della marina americana che avrebbe inviato ae rei in aiuto, e sembra appena tollerato l'eventuale arrivo degli apparecchi francesi promesso per quando avranno finito il loro lavoro In Corsica. Ma nella camera ardente allestita nella sala del vecchio Consiglio comunale 1 morti non appaiono «occasionali C'è silenzio, è un dolore pieno di pudore, attorno alle sei bare allineate e gli occhi delle donne sono rossi di pianto, •Non mi interessa che venga ministro, tanto non potrà portarmelo in vita», sussurra Maria Grazia Tampone, circondata dalle tre figlie. E' vedova di Giovanni Antonio Vincenzo Tcssandori i (Continua a pagina 2 in quinta colonna)

Persone citate: Giovanni Antonio Vincenzo Tcssandori, Maria Grazia Tampone, Mario Dautilia, Nino Manconi

Luoghi citati: Cagliari, Cuglieri, San Leonardo, Sardegna, Tempio Pausania, Torino