Dollaro ancora più forte (1555) Terzo Mondo verso la bancarotta di Ennio Caretto

Dollaro ancora più forte (1555) Terzo Mondo verso la bancarotta Le nuove aspettative di un rialzo dei tassi spingono la moneta americana Dollaro ancora più forte (1555) Terzo Mondo verso la bancarotta Il Fmi con le casse vuote non può risolvere il problema dell'indebitamento dei Paesi poveri - Ma il costo del denaro negli Usa è destinato a scendere nel medio periodo - Entro un anno Volcker vuole il prime rate al 7% DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — Anche ieri, il dollaro è aumentate rispetto alle monete europee, toccando tra l'altro il nuovo tetto di 1555 lire. Sono settimane ormai che, sia pure con qualche oscillazione, la divisa americana continua l'incredibile scalata. Fattori contingenti la facilitano saltuariamente, ad esempio la debolezza temporanea del marco. Ma alla base di tutto rimane l'aspettativa di una crescita degli interessi negli 8tati Uniti. Ieri sera, questa mattina in Italia, la Riserva federale avrebbe dovuto annunciare un aumento della liquidità maggiore del previsto. La settimana prossima, inoltre, il ministero del Tesoro emetterà 9 miliardi di dollari di obbligazioni. Oli operatori dei mercati monetari sospettano che ciò faccia ascendere il prime, rate, il costo del credito per le grandi corporations. L'ironia vuole che questa ennesima tempesta scoppi mentre Paul Volcker ottiene la ratifica del Senato alla sua seconda nomina a governatore della Riserva Federale. Volcker è infatti riconfermato nell'incarico perché ritenuto da tutti, dal presidente Reagan come dal Congresso, l'unico grand commis dello Stato americano in grado di ristabilire l'ordine finanziario in casa e fuori. Al centro del suo programma c'è il ribasso dei tassi d'interesse in base a due considerazioni cruciali: che l'apprezzamento del dollaro è ormai artificiale, e danneggia gravemente gli scambi degli Stati Uniti (il disavanzo commerciale dovrebbe superare quesfanno i 60 miliardi di dalla ri): e che ogni punto percentuale in più rende insostenibile la situazione del Paesi in via di sviluppo col massimo indebitamento estero. Volcker ha ottenuto la rati fica per 84 voti a 16: otto repubblicani e otto democratici gli si sono pronunciati contro, accusandolo di aver causato la recessione dell'ultimo biennio con le sue restrizioni del credito. Il significato dell'as senso è stato chiaro: il Senato vuole che egli continui a battersi contro l'inflazione, scesa dal tredici e mezzo al tre e mezzo per cento, e per il rilancio dell'economia, che sta attualmente aumentando a un ritmo di quasi il 9 per cento annuo in termini reali. Spera altresì che egli convinca il presidente Reagan e la Camera a ridurre drasticamente il deficit del bilancio dello Stato, e le nazioni terzomondiste ad adottare una politica di -austerity». Ringraziando i senatori della fiducia, il governatore della Riserva Federale ha rinnovato l'impegno a fare da «pompiere» della finanza americana e internazionale. Il guaio — ci dice Walter Heller, l'ex consigliere economico del presidenti Kennedy e Johnson — è che Volcker non può salvare da solo la patria e il mondo. Heller osserva che né Reagan né il Congresso (incluso 11 Senato, nonostante le sue professioni di buona volontà) accennano a Intaccare 11 disavanzo pubbliCritica in particolare la Camera che continua a rinviare 11 voto sull'aumento delle quote Usa nel Fondo monetario internazionale, 8 miliardi e mezzo di dollari. «Quella somma — sottolinea — è necessaria ad aiutare 1 Paesi in via di sviluppo: bloccarla è suicida, un crollo del Terzo Mondo travolgerebbe anche Occidente». Finché i poteri legislativo ed esecutivo resteranno paralizzati, conclude economista, l'efficacia del'azione del governatore sarà limitata. Qualche segno di voler entrare in azione in realtà il governo incomincia a darlo, forse perché allarmato dal moniti di Volcker. il ministro del Tesoro Regan ha dichiarato che con la ripresa dell'economia gli introiti del fisco nell'84 aumenteranno enormemente, sicché il disavanzo di bilancio sarà non di 210 ma di 180 miliardi di dollari. Altri 30 miliardi, ha auspicato, dovrebbero essere tagliati dalle spese d'intesa col Congresso. Regan ha sostenuto che 11 prime rate, oggi del dieci e mezzo per cento, calerà sotto il dieci per cento entro l'autunno. Dello stesso parere si è detta la Manufacturers Hannover Trust, una delle più grandi banche americane. Ma Volcker vuole il prime rate sotto il 7 per cento nel giro di un anno: sarebbe la salvezza, spiega, delle nazioni terzomondiste indebitate. I tempi della riforma minacciano di essere lunghi. Per la lira, il franco francese, per 11 Brasile e il Messico, ciascuno con un indebitamento di circa 90 miliardi di dollari, sarà un'estate molto calda. Neppure l'assemblea annuale del Fondo Monetario, a Washington alla fine di settembre, porterà a soluzioni sollecite: essa Tornirà Importanti Indicazioni, ma i provvedimenti si realizzeranno solo a partire dal mesi successivi. Ennio Caretto buInCviletadsocvsMlerl Paul Volcker

Luoghi citati: Brasile, Italia, Messico, New York, Stati Uniti, Usa, Washington