Tramonta la «pista politica» per il rapimento d'Emanuela

Tramonta la «pista politica» per il rapimento d'Emanuela Ieri nuovi accertamenti, ma gli inquirenti italiani Tramonta la «pista politica» per il rapimento d'Emanuela DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — n giudice Sica non fa trapelare alcuna notizia su come procedono le indagini sul sequestro di Emanuela Orlandi. Ugualmente sfuggenti le persone che ha interrogato ieri a Palazzo di Giustizia. Esiste però un ordine nella lista dei convocati, che permette di ricostruire il filo degli interrogativi che 11 magistrato si pone e ài quali sta tentando di trovare una risposta. n primo a entrare nell'ufficio del dott. Sica, ieri mattina, è stato l'aw. Egidio. E' il legale cui la famiglia Orlandi ha delegato completamente 11 compito di tenere i contatti con 1 rapitori. Si tratta di uno specialista di diritto internazionale con uffici all'estero, anche a Prancoforte, fulcro di quell'organizzazione — 1 Lupi grigi — da cui proviene Ali Agca e che avrebbe potuto promuovere la richiesta di scambio fra 11 terrorista turco e la giovane cittadina vaticana. L'aw. Egidi è anche un esperto di questioni finanziarle, tanto da essere stato nominato dal Vaticano consulente di parte nella questione di debiti e complicati passaggi di denaro fatti dallo lor. Uomo di fiducia del Vaticano e della famiglia Orlandi, il legale non ha mai fatto sapere se i rapitori si sono messi in contatto con lui, se esiste una trattativa, quali sono le even tuall richieste per la liberazione di Emanuela. Gli inquirenti italiani sono stati tagliati fuori completamente da questa fase del sequestro, da quando la pista politica è tramontata e si riaffaccia l'ipote si che una banda di comuni malviventi tenga prigioniera Emanuela. Attraverso le due amiche della ragazza sentite dal giudice Sica si cerca di risalire ai momenti che hanno preceduto il sequestro. Il 22 giugno, giorno in cui scomparve, Emanuela era eccitata per l'incontro con quello scono¬ [ a sciuto che le aveva proposto di lavorare due giorni per una ditta di cosmetici guadagnando una cifra altissima per una ragazzina di 15 anni (sembra anche che. qualche mese fa, una sorella di Emanuela abbia ricevuto una proposta di lavoro per la stessa ditta). Lo disse alle compagne del corso di musica. Lo telefonò alla madre alle 7 di sera, come se avesse fretta di decidere o di far sapere che un nuovo [impegno era apparso al suo orizzonte. La ditta di cosmetici ha fatto sapere che non esistono uomini nella sua organizzazione die possano svol gere il ruolo di procacciatori di collaborazioni. E la casa di mode entro cui Emanuela avrebbe dovuto svolgere il lavoro promesso ha fatto sapere che non era prevista nessuna manifestazione in quei giorni. Dai nastri che — in tempi diversi — 1 rapitori hanno fatto pervenire alla famiglia si ricava che Emanuela aveva stabilito un qualche rapporto con quelli che poi sarebbero diventati i suoi carcerieri. «Afi chiamo Emanuela Orlandi, ho frequentato il primo corso.. Mi chiamo Emanuela Orlandi.... ripete quasi ossessivamente la giovane, come se cominciasse a riferire il suo curriculum. E un'altra volta, nel nastro per lo più fatto di lamenti, nell'unica frase attribuibile con una qualche probabilità (finora non esiste al¬ cuna certezza a proposito, anzi) a Emanuela, la voce femminile dice: -Per favore, mi lasci dormire- e poi: «Afa perché mi tratti così-, come se fra 1 suoi persecutori ci fosse uno conosciuto SI ritorna ora agli interrogativi che subito vennero fuori quando Emanuela spari. Torna il sospetto che la giovane sia stata Irretita da un'organizzazione che avvia minorenni alla prostituzione, o ne faccia una tratta internazionale. Torna l'ipotesi che, dopo l'appello del Papa del 3 luglio, sia venuto a inserirsi nella vicenda un meccanismo più complesso e ricattatorio, con la giovane semplice strumento, e obbiettivi completamente al di fuori dal circuito Emanuela-malavita.

Luoghi citati: Roma, Vaticano