Accusato di spionaggio economico lo svizzero che arrestò Carboni di Clemente Granata

Anusato di spionaggio etonomko io svinerò die arrestò Carboni Oggi a Lugano il processo al delegato di polizia Gualtiero Medici Anusato di spionaggio etonomko io svinerò die arrestò Carboni Consegnò alle autorità italiane un dossier sul faccendiere - Gli inquirenti sostengono che violò il segreto d'ufficio e non escludono che i documenti economici siano finiti ai servizi segreti DAL NOSTRO INVIATO LUGANO — Torna alla ribalta, in una sede giudiziaria, l'inquietante vicenda Carboni. L'occasione è offerta dal processo, che si svolge oggi davanti alla Córte delle Assise correzionali di Lugano contro Gualtiero Medici, già delegato della polizia cantonale (ruolo corrispondente a quello di questore) e sospeso dall'Incarico il 31 maggio scorsa Medici deve rispondere di «ripetuto spionaggio economico* e di -ripetuta violazione del segreto d'ufficio-. L'accusa è collegata alla consegna fatta dal delegato alle -autoritàri sicurezza italiane- di un dossier riguardante 11 faccendiere sarda che accompagnò Roberto Calvi nel suo ultimo viaggio a Londra e che fu arrestato proprio da Medici nel pressi di Lugano, verso la fine di luglio dello scorso anno. La consegna non avvenne secondo le modalità consacrate dalle convenzioni internazionali (autorità centrali. Interpol), ma «brevi manu». Per Medici, che ha sempre Invocato la propria buona fede, si tratta¬ va di una prassi, che intendeva rispondere soltanto a criteri di efficienza. Per il Ministero pubblico della Confederazione (una sorta df Procura generale), la questione non era cosi'semplice, e la vicenda faceva sorgere parecchi "dubbi. Per chiarirli, nel dicembre scorso apri un'inchiesta, affidata.poi alla Procura pubblica del Sottoceneri. La parola ora è al giudici, 1 quali probabilmente già in serata emetteranno la sentenza. Che cosa c'è di poco chiaro nella vicenda? Per tentare di comprendere; le. ragioni dei dubbi, occorre fare un passo indietro. Il faccendiere sardo, incarcerato a Lugano dopo la brillante'operazione di polizia (lo stesso Spadolini si congratulò con Medici), fu interrogato per rogatoria dal giudice istruttore Carla Timbal Del Ponte. Nello stesso tempo in cella c'era con lui un'altra persona. Ufficialmente, si trattava di un detenuto comune, in realtà era un uomo di Medici incaricato di raccogliere, eventuali confidenze dell'Inquisito. E le confidenze, secondo quanto si dice, furo- no abbondanti: nomi di uomini d'affari legati a Calvi e alle trame occulte della P 2, nomi di politici italiani, operazioni bancarie, ecc. Dichiarazioni scottanti, che 11 finto detenuto diligentemente annotava e riversava sul tavolo di Medie 1. Poi venne la consegna del materiale riguardante l'imputato alle autorità italiane. Quali autorità? Le polemiche divamparono improvvise dopo che «Panorama» del 18 ottobre 1982 pubblicò stralci di quelle dichiarazioni e di quel documenti. Il giudice istruttore Carla Timbal Del Ponte dichiarò che per quanto concerneva l'autorità giudiziaria elvetica tutto era avvenuto • esclusivamente in ossequio alle convenzioni europee di estradizione e di assistenza giudiziaria-, per quanto riguardava Medici la consegna di atti alla polizia italiana si era svolta nell'ambito della •collaborazione tra le polizie nazionali-. Come dire: noi magistrati abbiamo rispettato sino alla virgola il formalismo giuridico, la polizia cantonale ha adottato un comportamento più spiccio, consacrato però dalla prassi. Poteva anche essere una mano tesa a Medici, ma gli inquirenti di Berna mossero due appunti al delegato: il dossier era diventato di dominio pubblica dunque si era violato il segreto d'ufficio; 11 dossier parlava di banchieri e documenti contabili, nomi e fatti che la Svizzera protegge da ogni Indiscrezione: dunque si era commesso spionaggio economica E a ciò si aggiungeva un sospetto: che le -autorità di sicurezza italiane- non fossero soltanto quelle della polizia, ma anche quelle dei servizi segreti. In particolare del Sismi, non interessato tanto all'accertamento della verità e all'affermazione della giustizia, quanto ad un'opera di depistaggio, posto che ai suoi vertici militavano uomini legati alla P 2. Medici, consapevole strumento dei servizi segreti italiani? L'interrogativo fu posto anche dai politibi, in particolare da un deputato del partito libera-radicale. È ci fu chi volle scorgere in una slmile condotta l'intento della strumentalizzazione, essendo Medici esponente della democrazia cristiana e vicepresi¬ dente del sindacato cattolico. Ma le polemiche si rinfocolarono in occasione di un'altra vicenda: l'arresto in Svizzera di un pregiudicato slavo, Dragutln Antonio Petrovic, autore a Lugano di un triplice omicidio e, secondo voci ricorrenti, uomo del servizi segreti italiani. Inviato in Svizzera per seguire le tracce di alcuni neofascisti del Nar. Medici, ai disse, sapeva della presenza dello slavo e conosceva perfettamente 11 ruolo che egli svolgeva: ecco un'altra prova del legami del delegata Ma c'è chi si domanda: se anche fosse, ciò non dovrebbe deporre a favore della solerzia del funzionario? L'aitante ex delegato di Lugano per ora si è limitato a ricordare i suoi brillanti trascorsi, e ha sottolineato che è sempre stato un integerrimo funzionario, rimandando all'udienza processuale ogni chiarimento. Adesso farà 1 nomi degli esponenti delle autorità di sicurezza alle quali consegnò 11 dossier? Tenterà di spiegare come esso pervenne sui tavoli di una redazione e capitò in mano al senatore missino Pisano? Se cosi fosse, 11 processo potrebbe avere risvolti clamorosi. Ma c'è chi pensa che il dibattimento non uscirà dai binari di un'ordinaria routine e che le polemiche sollevate attorno al caso Carboni si-ridimensioneranno in modo notevole. Clemente Granata

Persone citate: Antonio Petrovic, Carboni, Carboni Consegnò, Carla Timbal Del, Gualtiero Medici, Gualtiero Medici Anusato, Roberto Calvi, Spadolini