Nell'acciaio salteranno 12 mila posti Salvare Cornigliano è ancora possibile di Stefano Lepri
Nell'acciaio salteranno 12 mila posti Salvare Corniciano è ancora possibile I ministri Pandolfi e De Michelis fanno il punto sulla «maratona» di Bruxelles Nell'acciaio salteranno 12 mila posti Salvare Corniciano è ancora possibile ROMA — A sentire i ministri italiani reduci da Bruxelles, non è impossibile il miracolo di salvare Cornigitano senza affondare Brescia, ossia l'industria privata dell'acciaio. Filippo Maria Pandolfi e Gianni De Michelis, in una conferenza stampa ieri mattina, si sono detti fiduciosi che la Comunità europea possa nei prossimi 6 mesi — -La partita è aperta- — accettare la controproposta italiana sugli impianti da smantellare. Il negoziato toccherà al nuovo governo; in caso di successo, si ridurrebbe a 11-12.000 il sacrificio di posti di lavoro da compiere nell'arco di due anni e mezzo in tutto il Paese, mentre per mettere fuori pericolo il centro siderurgico genovese occorrerebbe anche una ripresa del consumo italiano ed europeo di acciaio. -Tutto poteva essere perduto, l'abbiamo evitato- dice Pandolfi. 'Abbiamo ottenuto esattamente tutto quello che intendevamo ottenere- aggiunge De Michelis. Per i tagli di capacità produttiva, ovvero per le chiusure di impianti, si discuterà ancora: l'Italia ha quasi pronta la sua lista di sman¬ tellamenti nell'industria siderurgica privata, che, adeguatamente sussidiati, permetterebbero di rispettare le decisioni della Cee senza distruggere il «treno di laminazione a caldo» e gli altifornl di Gcnova-Cornigliano. Le associazioni imprenditoriali sono consenzienti e non verrebbe ridimensionata, secondo i ministri, la parte più efficiente e competitiva dell'eleltrosideruriga privata, che guadagna e esporla bene. Nella controproposta italiana, le riduzioni di capacità produttiva nella misura chiesta dalla Cee colpirebbero in modo eguale, poco meno del 167o. pubblici e privati, invece che 25% i pubblici e 6% i privati. Siccome 1 privati hanno più capacità inutilizzala e un più alto rapporto tra capacità e addetti, in questo modo si ridurrebbe anello il sacrificio di posti di lavoro. Ciò che sarà difficile far accettare a Bruxelles e però l'aspetto tecnico di questa controproposta: ovvero abbassare dal 16,7% al 10,1% il taglio per i prodotti siderurgici «pialli* e alzare dal 15.1% al 20,6% quello per ì «prodotti lunghi». Per convincere gli industriali prl-' vati a chiudere impianti si rlfinanzierà 'per alcune centinaia di miliardiil provvedimento che ha già permesso di erogarne 380 a favore di chi riduce la capacità produttiva. Le imprese si sgraveranno di una parte del loro debili emettendo, per mezzo dell'Imi. 500 miliardi di obbligazioni di cui lo Stalo pagherà gli interessi. Un'altra legge permetterà interventi speciali per creare nuovi posti di lavoro nel «bacini di crisi», ossia nelle zone più colpite dai disastri dell'industria siderurgica e anche di quella chimica o mlnerometallurgica. Durante i sei mesi prossimi, la produzione siderurgica italiana, per la parte sottoposta a quote dalla Comunità europea, dovrà ridursi probabilmente di 120.000 tonnellate circa, come anticipato ieri: non è molto. De Michelis però confida di poter ridurre il taglio a circa 50.000 grazie alla ripartizione di una quota aggiuntiva a disposizione della Commissione di Bruxelles per particolari esigenze deìle imprese. Questa, almeno, è l'interprclazlonc italiana della (accen¬ da. Tra sei mesi, se 11 mercato non riprende, non si saprà come far ripartire Bagnoli. La percentuale-base spettante all'Italia per calcolare le quote di produzione è stata portata dal 13,5% al 16.75%, assorbendo una buona parte delle successive extra-quote (in cifra, non in percentuale) connesse dal 1980 in poi.-Le extra-quote ammontavano a 1.640.000 tonnellate: sono state «consolidale» nella nuova percentuale la prima (Eurofer 2) di 600.000 e la .seconda (arbitrato Davlgnon-Marcora, Eurofer 3) che è di 420.000. Altre 240.000 tonnellate per una produzione di tubi destinata all'Urss sarebbero state riconosciute dagli uffici Cee a fronte del contratto, l'altra sera. Delle restanti 180.000 guadagnate con un successivo accordo riservato a favore di alcune imprese fra cui la ex-Teksid di Torino, ne sono state riconosciute per ora solo 41.000. Eventuali decisioni sulla cassa integrazione nello stabilimento torinese saranno prese solo quando la questione sarà definita in tutti gli aspetti. Stefano Lepri dsianshuutze Roma. 1 :a conferenza stampa di De Michelis (a sinistra) e Pandolfi sui problemi della siderurgia
Persone citate: De Michelis, Gianni De Michelis, Marcora, Maria Pandolfi, Pandolfi
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