La Cina ha un altro «Grande Timoniere» di Manuel Lucbert

La Cina ha un altro «Grande Timoniere» Pubblicate a Pechino le «Opere scelte» di Deng Xiaoping, numero uno del partito La Cina ha un altro «Grande Timoniere» L'erede di Mao «racconta» gli anni (1975-1982) della sua caduta e della successiva resurrezione - Dal" lavoro con Ciu En-lai alla lotta contro la «banda dei quattro» - Vendute in pochi giorni due milioni di copie N08TRO SERVIZIO PECHINO — li pensiero di Mao può essere arricchito e sviluppato? La risposta è si. Secondo i commentatori questo sarebbe uno del maggiori meriti del libro edito a Pechino e il cui autore è Deng Xiaoping. Pubblicato con il titolo Opere scelte, appena apparso nelle librerie, il 1° luglio scorso, due milioni di copie sono state vendute o prenotate. La casa editrice prevede una tiratura di dodici milioni. L'esordio di un alto dirigente, in un Paese comunista, nel mondo editoriale, è quasi sempre il segno di una posizione fuori del comune. Da Breznev a Ceausescu, da Enver Hodja al presidente Kim Il-Sung, pochi leader comunisti hanno resistito alla tentazione di firmare un'opera. Finora nella Cina popolare soltanto Mao, Ciu En-lai e Liu Shaoqi avevano avuto questo grande privilegio. Come un tempo Mao, Deng tocca problemi « universali'. Nessuna attività umana sfugge alla sua competenza, sia che si tratti della -rettifica dello stile del partito», o della formazione di un esercito moderno, di questioni letterarie, educative, scientifiche, economiche. La raccolta comprende 47 testi (integrali o sintesi di discorsi) di cui 39 Inediti. Copre un periodo che va dal gennaio '75 (quando Deng, divenuto viceprimo ministro e capo dello stato maggiore generale, assume di fatto Yinterim di Ciu En-lai, ammalato) al settembre 1982 (XII Congresso del pcc). C'è un vuoto soltanto, riguarda l'anno 1976, durante il quale egli ha nuovamente conosciuto la disgrazia politica. Ma a parte questo storico intervallo (morte di Ciu e di Mao, eclisse momentanea di Deng e arresto della «banda dei quattro») tre fasi possono essere distinte nel periodo 1975-82. La prima copre il 75 (8 discorsi), dal ritorno di Deng alla politica attiva al suo accantonamento, all'inizio del '76. In essa viene messo in evidenza l'ardore con il quale il pupillo del premier (Ciu En-lai) si è dedicato al compito di riparare i guasti causati durante la -rivoluzione culturale' e sotto l'influenza della «banda dei quattro». Ma se in un primo momento 11 vlceprlmo ministro ha goduto dell'appoggio di Mao, questo gli viene revocato verso la fine del '75 quando Deng reclama il ritorno all' -ordine generale' (27 settembre e 4 ottobre), criticando i metodi di Lin Biao, reo di aver travisato il pensiero del 'Grande Timoniere'. Mao non sopporta tale audacia. I due anni che vedono la caduta della «banda dei quat¬ terzo plenum del dicembre 78 e fino al XII Congresso. Non soltanto l'allocuzione di Deng alla Conferenza del lavoro che precede il terzo plenum da il tono a questa storica riunione, ma, nei mesi seguenti, il ruolo sempre più eminente dell'uomo forte del regime s'afferma irresistibilmente. Lo slogan di moda è quello della .emancipazione degli spiriti' completato da quello della 'ricerca della verità attraverso i fattU, già lanciato alla chiusura dell'XI Congresso, nell'agosto '77. Nel gennaio '80, Deng indica le tre direttrici per l'awe- tro» sono atti di attesa. Hua Ouofeng, che è succeduto a Mao, persiste negli errori commessi da quest'ultimo al tramonto della sua vita e sostiene l'erronea tesi dei due 'appoggi incondizionati» (tenere in vita le scelte di Mao e seguire tutte le sue proposte). L'interesse degli scritti di questo periodo è nel dimostrare che, prima del suo ritorno nelle alte sfere politiche, nel giugno '77. Deng aveva messo in guardia contro questi errori. La parte più significativa dell'opera è costituita dai 27 discorsi pronunciati dopo il nire: combattere l'egemonismo e lottare per la pace, recuperare Taiwan, intensificare il programma delle modernizzazioni. In tutti questi anni l'attenzione di Deng verso l'esercito non viene mai meno. Vi dedica dieci discorsi e un libro si apre con l'allocuzione da lui pronunciata nel gennaio '75 davanti ai quadri dello stato maggiore dell'armata di liberazione popolare. Convinto della 'profonda» influenza lasciata dai 'radicali', Deng, nella sua veste di presidente della Commissione militare, mette mano alla ristrutturazione di questo immenso corpo per adattarlo alla guerra moderna. Un «libro brillante' (l'ha definito la stampa), dal peso «impareggiabite», in un periodo di 'grandi mutamenti storici». Il suo contributo al marxismo-leninismo e al pensiero di Mao è «eminente». Le idee di Deng sintetizzano «la saggezza collettiva del parti to«. I soldati sono stati esortati a darsi allo studio di queste opere (1° luglio); il 12 una circolare del Comitato centrale rinnova questo invito ai quaranta milioni di iscritti al partito. Ma il Quotidiano dei popolo assicura che non esiste più il pericolo di un ritorno al «culto della personalità'. Manuel Lucbert Copyright «Le Monde» e per l'Italia «La Stampa»

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