Cento roghi devastano la Sardegna case minacciate, sfollato un paese di Vincenzo Tessandori

Cento roghi devastano la Sardegna case minacciate, sfollato un paese Per risola i danni economici ed ecologici sono incalcolabili Cento roghi devastano la Sardegna case minacciate, sfollato un paese DAL NOSTRO INVIATO ORISTANO — I rintocchi a martello hanno chiamato la gente a raccolta davanti alla chiesa. L'aria, appena respirabile la notte, è divenuta rovente, tutt'intorno il fumo copre il sole. Le otto di ieri, a S. Francesco di Aglientu, cuore della Gallura. 1085 abitanti. Il fuoco l'ha attaccato con furia, per ore si è temuto il peggio. Il sindaco, Ottavio Melaiu, e 11 parroco, don Giuseppe Masala, hanno lanciato l'allarme, poi guidato la popolazione contro il gran cerchio di fuoco che, rapido, aveva stretto il paese. Due aerei e un elicottero sono volati nella zona, ma sono bastati pochi minuti perché «l'obiettivo-, cioè il cuore del rogo, sul quale scaricare le bombe d'acqua, venisse nascosto dal fumo. Ci si è preparati all'evacuazione, anche se nessuno voleva abbandonare casa. Dal centro di coordinamento antincendio hanno dirottato reparti dell'esercito, si tenta di combattere il fuoco -dal basso-. Ma questi, ha commentato il generale Mario D'Autilia, del coordinamento di Cagliari, .non sono incendi che si vincoyio con l'uomo*. Col buio, a Ingurtosu, ai confini tra le province di Oristano e di Cagliari, c'è stato l'esodo. Le fiamme erano tanto vicine da minacciare distruzione. Oli abitanti non sono più di duecento e questo pareva un paese fantasma già prima: una ventina d'anni or sono qui vivevano almeno in tremila e molti erano impiegati nelle miniere di zinco e piombo. Ora se ne sono andati tutti, in macchina o su carri, e parecchi a piedi, le poche cose sulle spalle. Oltre cento roghi hanno scandito questa notte di pau¬ ra. -Gli incendi spenti si sono riaccesi-, informano dal centro di coordinamento. Sembra una battaglia già perduta e come tutte le battaglie perdute ha già generato polemiche. -C'è gente che vuol ridurre la Sardegna a un pezzo d'Africa-, ha dichiarato l'assessore all'ambiente, il repubblicano Antonio Catte. E ha aggiunto: -Non bisogna aspettare l'estate e cercare di tain- ponare con interventi straordinari quanto potrebbe essere prevenutoin fnt'erno... Ma le squadre antincendio sono poche e non ben attrezzate, gli Hercules che gettano liquido ritardante devono volare a Pisa per il rifornimento e ogni volta si perdono ore. I sindaci di tre zone «carbonizzate- si sono riuniti a Oristano ieri per discutere la situazione e protestare per «f troppi inconvenienti-. Sono Artemio Casula, di Morgonglorl. eletto in una lista civica di sinistra: Anna Manca, di Neoneli, democristiana; Sebastiano Uras, di Seneghe, democristiano, tutti insegnanti, tutti battaglieri. ./Incora opol nelle campagne di Morgongiori il fronte del fuoco è di sette chilometri. Unparadiso di settecento ettari con lecci, querce, vigneti, frutteti è ridotto in cenere-, dice Casula. I mezzi a disposizione del Comune sono pochi: una squadra di otto ragazzi, un'autobotte, un cnmioncino che trasporta seicento litri d'acqua, una Campagnola. -L'asscgnaeione di fondi, che ncll'82 era di quaranta milioni, quest'anno è stata ridotta a trenta-, sottolinea il sindaco. -Anclie possedere una \squadra anticendio sembra o i e i un dono e ci criticano perclié per formarla assumiamo ragazzi senza lavoro-. Accusa Anna Manca: -Venerdì ho chiesto l'intervento degli aerei e mi hanno risposto che erano impegnati su Morgongiori, ma poi ho saputo che lì nessuno li aveva i>lstl. E il fuoco lambiva le case. Sono cosi finiti in cenere 2400ettari di bosco-. Sono gli episodi di una guerriglia che non conosce soste. Racconta 11 sindaco Uras: -Il primo allarme da noi è stato dato alle 9,58 di giovedì e alle 10,04 la squadra st è mossa. A mezzogiorno è arrivato un elicottero e ha compiuto quattro lanci. Pensavamo di avercela fatta, tutto sembrava finito, ma era soltanto il prologo-. In quello che Uras chiama con orgoglio e nostalgia -il più bel bosco della Sardegna-, il fuoco ha provocato .donni ecologici ed economici incalcolabili: Con rassegnazione, al centro coordinamento dicono: -Ogni sindaco chiede gli aerei e noi dobbiamo scegliere in base a concetti di priorità-. L'isola è piagata. Il vento porta l'odore degli incendi sulle spiagge dorale del nord-est, dal golfo dell'Asinara, durante il giorno si scorgono colonne di fumo e la notte l'orizzonte è arrossato. Sovente la tecnologia appare impotente e l'arma più usata dalle squadre antincendio e dal carabinieri che le appoggiano sono le frasche. Appena viene dato l'allarme per un filo di fumo piombano i ragazzi delle squadre di volontari. Molti stringono in mano una roncola e con quella tagliano un ramo e poi dentro al fuoco per cercare di domarlo. E i rischi sono enormi. -Questi sono i mezzi con cui si spengono gli incendi-, commentava un appuntato dei carabinieri, il volto annerito dalla fuliggine, ieri a mezza mattinata, impegnato contro un focolaio all'improvviso accesosi lungo la grande arteria Carlo Felice, al bivio di Palliatimi. Ancora 3 arresti ieri di plro mani, 11 totale è nove. Ora grandi accusati sono i pastori e gli allevatori di pecore; sul terreno bruciato, si sottoli nea, alle prime piogge l'erba nascerà più rigogliosa. -E una vecchia tradizione quella di dare fuoco a tutto-, spiega no 1 sindaci. Ma Sebastiano Uras aggiunge: -Sulle zone bruciate scatterà II vtncolo per cinque anni non si potrà pascolare-. Insomma, tutti usciranno sconfitti da questa guerra. Vincenzo Tessandori

Persone citate: Anna Manca, Antonio Catte, Artemio Casula, Carlo Felice, Casula, Giuseppe Masala, Mario D'autilia, Ottavio Melaiu, Sebastiano Uras