Torna la «questione» Alto Adige con il successo dei separatisti di Luciano Curino

Torna la «questione» Alto Adige con il successo dei separatisti Il Wahlverband ha ottenuto 12 mila voti alle ultime politiche Torna la «questione» Alto Adige con il successo dei separatisti Chiedono l'autodeterminazione e affermano che la loro situazione è simile a quella irlandese - «Ma non ricorreremo al terrorismo» dice Eva Klotz, figlia del dinamitardo degli Anni 60 - La Svp punta invece alla completa autonomia - Il confronto con la Val d'Aosta NOSTRO SERVIZIO BOLZANO — Si lascia il Veneto, dove per la prima volta, con risultato da nessuno previsto e che preoccupa tutti i partiti, si è affermato un movimento autonomista (123 mila voti alla «Liga»), si sale in Alto Adige e vi si trova una fiammata di nazionalismo sudtirolese. Indipendentisti si battono per l'autodeterminazione : una scelta tra l'Italia e l'Austria, dove quella austriaca sarebbe più gradita. Nell'Alto Adige, la Svp (SUdtiroler Volkspartei) esce smagrita dalle elezioni e ha perso uno dei quattro deputati. I voti perduti sono finiti a destra. Pieno di frustrazioni, il gruppo etnico italiano ha fatto aumentare 11 movimento sociale dell'I per cento; a Bolzano sfiora il 9 per cento. Ma il fatto giudicato più inquietante sono i 12 mila voti che elettori di lingua tedesca hanno dato al Wahlverband der SUdtiroler. che ha sugge stioni pangermaniche, dichiara apertamente di volere l'autodeterminazione. dice che -la nostra situazione è simile a quella degli irlandesi» E' un partito nato dall'unione tra lo Heimatbund e la Partei der Unabhangingen (Pdu. partito degli indipendenti di lingua tedesca). Dell'Heimatbund (lega patriottica) si conoscono i rapporti con i gruppi di fuorusciti che lasciarono l'Italia al tempo del terrorismo, e raccoglie detenuti politici. Ala estremista della Volkspartei, ne è uscito per presentarsi alle elezioni alleato con la Pdu, piccolo partito autonomista spostato a destra. La previsione era che il Wahlverband avrebbe avuto cinque, seimila voti. Ne ha ottenuti più del doppio, attaccando duramente Magnago. da trent'anni leader della Volkspartei, definendolo «Tolomei numero due- (qui il senatore Tolomei fu un campione dell'italianità), accusandolo di rifiutare la battaglia per l'autodeterminazione, dicendo che il -Sud Tirolo vuole decidere presto, e liberamente, se restare in Italia-. Magnago dice che «non si era mai vista una campagna elettorale così scorretta, con tanti colpi sotto lacintura». Personaggio simbolo della Wahlverband è Eva Klotz, graziosa ragazza, figlia di Georg Klotz, il più noto del terrorismo degli Anni 60. il tempo della dinamite sotto i tralicci e sotto i binari della ferrovia del Brennero. Dice Eva Klotz che quegli «anni caldi» sono storia vecchia e irripetibile, ritiene che la situazione sia simile a quella degli irlandesi. -ma non ricorreremo al terrorismo dell'Ira». Dice: "Arriveremo all'autodeterminazione con tutti i messi possibili, basta che siano leciti». Silvius Magnago. presidente della Volkspartei, che da quarant'anni si batte per lo statuto d'autonomia, ritiene che una delle cause del separatismo altoatesino sia l'instabilità politica italiana. -Per quanto riguarda il Wahlverband, esso non ha ottenuto lo scopo che si prefiggeva: mandare a Roma un deputato che presentasse una proposta di legge per l'autodecisione del Sud Tirolo». Aggiunge che «c'è però un grosso pericolo: che le inadempienze del governo italiano nella realizzazione piena dello statuto mi tolgano credibilità agli occhi degli elettori e facciano il gioco degli estremisti». Adesso il vecchio leader cercherà di recuperare, se non tutti, almeno in parte, i transfughi dello Heimatbund, e questa operazione è urgente perché il 20 novembre, il Trentino-Alto Adige voterà per n\ rinnovo del Consiglio regionale. Lavoro urgente e anche con scarse prospettive, perché i 12 mila e più voti ottenuti dal Wahlverband nelle politiche fanno sperare ai nazionalisti di migliorare nelle regionali. C'è addirittura chi parla di 30 mila voti, che vuol dire tre o quattro mandati al Consiglio della Regione. Anch'essa Regione autonoma, bilingue, a statuto speciale, la Valle d'Aosta non ha in vece fermenti indipendenti sti: non esiste un partito o un movimento politico che rappresenti una minoranza. C'è invece una minoranza etnicolinguistica, formata dalla popolazione Walser. nella valle del Lys, che ha ottenuto dalla Regione il riconoscimento come entità politica a livello di Comunità Montana. Il deputato valdostano Cesare Duyany ha presentato al Parlamento italiano una legge perché i Walser possano eleggere un loro rappresentante nel Consiglio regionale valdostano: se la legge sarà approvata, i Walser diventeranno un'entità politica a sé stante, regionale, con diritto di un rappresentante nel Consiglio valdostano. Comunque i Walser non hanno nulla a che vedere con movimenti o partiti tipo «Liga Veneta» o «Melone» triestino, o nazionalismo altoatesino. Politicamente, non vi è diversità tra Walser e resto della Regione. Il vero movimento autonomista valdostano è l'Union ValdOtaine. che finora, con parentele politiche diverse, ha presieduto sette Giunte. C'è da dire che, pur non essendovi vere e proprie correnti, vi sono spinte più avanzate. C'è, per esempio, un gruppo di pensiero, detto dei «tot solet», che vorrebbe una posizione autonomista più avanzata e un'applicazione del francese ancora più integrale di quanto lo sia oggi. Ma la «Realpolitik» finisce sempre per prevalere e premiare: cosi, anche in queste elezioni, i movimenti regionalisti-autonomisti sono risultati stabili e ancora forti. Luciano Curino