James Stewart, donchisciotte a Hollywood di Ugo Buzzolan

James Stewart, donchisciotte a Hollywood James Stewart, donchisciotte a Hollywood La rassegna sottolinea soprattutto la sua vena comica - Una lacuna: mancano tutti i film diretti da Capra Nel maggio di quest'anno la cittadina di VinegarHill negli Stati Uniti ha celebrato i settantacinque anni di colui che è considerato il suo figlio più illustre, James Stewart: grandi addobbi, luminarie, tre rassegne cinematografiche e U solenne arrivo del festeggiato alla testa di un immenso cor> teo, sotto l'incessante pioggia di manifestini colorati. L'attore è stato insignito di medaglie e diplomi, e ha passato in rassegna un reparto militare che gli rendeva gli onori come generale di aviazione della riserva. La radio locale ha commentato «Il presidente Reagan si sarebbe sognato un'accoglienza simile Canale 5 dedica a Stewart, da domani, un ciclo die comprende quattordici film e che durerà sino al 6 agosto: un ciclo destinato soprattutto a chi è in vacanza (e sfrutta la siesta del dopopranzo) dal momento che quasi tutte le pellicole andranno in onda nel primo pomeriggio. Tre le caratteristiche di questa personale: comincia alla grande; ha una lacuna imperdonabile; presenta tuttavia un filone predominante di indubbio interesse. L'inizio, domani, avviene eccezionalmente con due film, e sono due classici: nel pomeriggio il tagliente poliziesco, al confini dell'inchiesta, Chiamate Nord 777 di Hathaway, e alla sera un bel western di An- thony Mann, Lo sperone nudo: in entrambi Stewart dà piena misura delle sue doti drammatiche e incarna eroi non spacconi, «duri» non disumani, pistoleri non invincibili, uomini che si battono con tenacia e con puntiglio perché «devono farlo». La lacuna veramente grave è rappresentata dal fatto che nel ciclo non è incluso un solo [film di Frank Capra, il regista \che gli ha creato il personag¬ gio più celebre in «Mister Smith va a Washington» (il cittadino onesto, fiducioso e battagliero, il donchisciotte di provincia, l'americano generoso, idealista e patetico che alla fine sconfigge sempre i felloni); e non c'è un solo film di Hilchcock — si pensi a «La finestra sul cortile» e a «La donna die visse due volte» — di quell'Hitchcock die di lui affermava: «Ha una faccia buona per l'umorismo e per la paura». In compenso la rassegna di Canale 5, oltre ad altri polizieschi ('Sono un agente Fbi di Mervyn Le Roy) e altri western (il notevole Terra lontana ancora di Mann e la parodia Partita d'azzardo di George Marshall con una scatenata e rissosa Marlene Dietrich), offre un consistente ritratto di Stewart «commediante». Si sa che l'attore ha avuto un lungo tirocinio in teatro e die il teatro si è sempre sentilo legato anche — secondo sue precise parole — «per il piacere di dire battute». Nel 1947 ha ottenuto uno dei più memorabili successi di Broadway, un successo specialmente di cassetta, con Harvcy di Mary Chase, storia di un poetico e fanciullesco visionario che crede di l'ivere con un gigantesco coniglio bianco. Il copione è stato filmato da Henry Kostcr ed è in programma per sabato 30 luglio. Su questo piano di «commedia» figurano altre quattro o cinque jìcllicole di valore assai discontinuo in cui comunque Stewart si impone con la sua figura dinoccolata e la sua aria fintamente svagata, tra il sentimentale e il comico, e con una recitazione che pare improvvisata e che è invece frutto di un impeccabile mestiere appreso in gran parte sulle tavole del palcoscenico. Ugo Buzzolan «Ir James sten.irt con Hedy 1 .murr in «Vieni a vivere con me», uno dei film del ciclo: sarà trasmesso giovedì 28

Luoghi citati: Stati Uniti, Washington