Fantacronache

Chiedono la moglie ubriaca Fantacronache di Stefano Reggiani Chiedono la moglie ubriaca 1. Saggezza popolare — Un democristiano in libera uscita, uno di quelli che hanno votato per le liste civiche stufi del clientelismo nazionale, uno di quelli che rimpiangono l'Italia divisa in tanti staterelli (Regno lombardo-veneto. Ducato di Parma, Stato Pontificio, Regno delle due Sicilie) s'è presentato l'altro ieri con la moglie al Quirinale chiedendo un colloquio amichevole con Pertini. L'usciere gli ha ricordato che c'erano le consultazioni, ma s'è impegnato a far arrivare la richiesta al Presidente: trattandosi d'un ex democristiano un residuo di riguardo era d'obbligo. Infatti, tra Cossiga e la Jotti (sembra un segno) Pertini ha trovato cinque minuti per il visitatore e la signora (vestito di cotonina a fiori, cappello bianco, guanti di filo). 11 Presidente è stato fran- ' co e sbrigativo, come al solito: «Io non le chiedo cosa vuole, sono io che le domando un parere. Ho voluto riceverla come rappresentante del gruppo che ha determinato il risultato di queste elezioni. Senza il voto di tanti ex democristiani la situazione non sarebbe cosi chiara e insieme cosi contraddittoria. E' giusto consultare gli ex. Qual è la vostra richiesta al nuovo governo?». L'ex democristiano era raggiante: «Sono contento che lei mi abbia capito subilo, signor Presidente. Non le suggerirà nomi di candidati alla guida del governo, noi, come ex, siamo un poco scettici sugli uomini; mi atterrà al programma. Vorrei, con rispetto, la botte piena. So che è una richiesta giuntale da molte parti autorevoli, da imprenditori e dirigenti. Però non mi basta». Pertini: «Ah, no?». «No, vorrei anche la moglie ubriaca. Parlo a nome di milioni di cittadini». Pertini: «Volete la botte piena e la moglie ubriaca». «Per l'appunto. E in caso di assoluta necessità, almeno la moglie ubriaca». 11 Presidente ha avuto un lampo sarcastico dietro il fumo della pipa: «Ma la signora che ne dice?». La signora s'è fatta forza, modestamente ha esposto la sua filosofia, prima di congedarsi: «Io non voglio essere sobria, quando sento che gli altri bevono. Sono disposta al sacrifìcio dell'ebbrezza, se il Paese lo chiede. Barbera, Chianti o Grignolino, signor Presidente, noi ex non faremo questioni di formula, purché si beva». (E pensare che il senatore Merzagora crede che si tratti di mangiare e proclama a tutti: la nostra politica dovrà essere un banchetto di rospi da far ingoiare alla gente. SI, ma il bere?). ■ 2. Saggezza letteraria — Un lettore neo-elettore è andato a pranzo con lo scrittore Paolo Volponi, eletto al Senato tra gli indipendenti di sinistra. Prima ancora degli antipasti, il lettore ha cominciato a parlare: «Dagli scrittori al Parlamento mi aspetto la rottura dei vecchi schemi, delle vecchie parole. Ho appena letto il suo articolo su l'Unità e ho qualche timido dubbio». Volponi: «Mi parli schiettamente, come se non fossi Volponi». «Ecco, m'è sembrato che lei tracciasse un quadro dell'Occidente come luogo esclusivo della miseria, delle spie, delle polizie segrete e dell'autoritarismo. E che parlasse della richiesta di pena di morte in Inghilterra (richiesta peraltro respinta) come di un segnale di guerra totale da parte di un sistema omogeneo che vuole difendere i suoi privilegi». Volponi: «Esattamente. E ho anche ironizzato sulla qualifica di liberatori che alla fine della guerra fu data agli alleati». Lettore neo-elettore: «Sono ancora più imbarazzato, è possibile che non sia cambiata una virgola in Europa dai discorsi degli Anni Cinquanta? E che le armi nucleari siano indicate come il frutto del profitto capitalistico? E che magari vi siano missili buoni e missili cattivi, secondo l'obiettivo verso cui sono puntati?». Volponi: «E perché no, mio buon lettore? Non sono libero di sostenere che l'impostura del cosiddetto Occidente non c'è a Oriente, nei Paesi del socialismo reale?». Lettore neo-elcttorc: «Lei, mi perdoni, è liberissimo, ma io a chi andrà a chiedere spiegazioni? Capisco che per lei anche Cossutla è troppo revisionista. Mi martella la mente una sua frase, caro Volponi. Lei chiede se si debba arrivare forzatamente al potere autoritario per reggere lo scontro sociale, culturale, sindacale oltre le deformazioni, i compromessi e la crisi». Volponi (incuriosito, con uno splendente sguardo da Anni Cinquanta): «Ebbene?». Lettore neo-elettore: «Stupidamente più che un timore mi è sembrato un programma, buono per l'unico sistema di cui il suo Occidente è solo una pano.

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