Sandalo fornì le chiavi dell'auto che fu usata dal killer di Ciotta

Sandalo fornì le chiavi dell'auto che fu usata dal killer di Ciotta Udienza a sorpresa nel processo contro Prima linea che si celebra alle Vallette Sandalo fornì le chiavi dell'auto che fu usata dal killer di Ciotta La rivelazione del superpentito coglie di sorpresa gli altri imputati - Donat-Cattin: «Non so nulla di quel delitto» - Chi fornì informazioni sulle abitudini del brigadiere? Roberto Sandalo impaccia-' to e, a tratti, a disagio; Marco Donat-Cattin sempre sicuro, che non sposta di una virgola la sua versione; Enrico Gaimozzi aggressivo e più duro del solito: 1 tre hanno monopolizzato l'udienza di ieri al processo contro Prima linea nel bunker delle Vallette. Un'udienza tesa, dedicata all'omicidio del brigadiere Giuseppe Ciotta, prima vittima di PI a Torino, trucidato a colpi di pistola il 12 marzo '77, a due massi da casa, In via Gorizia, sotto gli occhi della moglie. A sparargli sarebbe stato Galmozzl, del commando avrebbero fatto parte anche Nicola Solimano e Raffaele Jemulo. L'accusa si basa soprattutto sulle confessioni del milanese Camagnl e di Sandalo che avrebbe raccolto confidenze di Donat-Cattin: quest'ultimo però nega di aver fatto quel nomi all'amico ed ex compagno nell'organizzazione. Abbronzato, maglietta verde, pantaloni blu, Sandalo ha incominciato l'Interrogatorio di ieri con una rivelazione a sorpresa: «Sono stato io a fornire, mi pare a Galmozzl o alla sua amica Giulia Borellt (ora in attesa di due gemelli ndr), una copia delle chiavi della "128" usata poi per l'o- mlcldlo. La macchina era di un inquilino del palazzo di corso Salvemini dove abitavo anch'io. L'avevo guidata io per un'azione, poi non ne avevo saputo più nulla. Dopo il delitto chiesi spiegazioni a Marco Donat-Cattin e lui mi disse che l'auto era stata prestata ad amici di Galmozzl*. Dalla gabbia gli ha replicato Donat-Cattin: 'Non ho mai parlato di amici di Galmozzl*. E lo stesso Galmozzl: «Se Sandalo ha dato a me, come sostiene, le chiavi della macchina, ed è strano che questa storia venga fuori solo adesso, che bisogno aveva di chiedere spiegazioni a DonatCattin?*. Sandalo: «Mi sem¬ brava strano che i compagni fossero andati a "fare" Ciotta che era in buoni rapporti con molti di noi che frequentavamo il Galfer*. Ancora Galmozzl aggressivo: 'Donat-Cattin dice che l'omicidio fu una rappresaglia per la morte del compagno Lorusso, ucciso il giorno prima a Bologna. Come potevamo In 12 ore preparare l'agguato al brigadiere? Qualcuno che conosceva molto bene Ciotta avrebbe dovuto darci informazioni su di lui*. Il riferimento a Sandalo e allo stesso Donat-Cattin, bibliotecario al Galfer. è chiaro. Sandalo, difeso dall'avv. Gabrl, respinge 11 sospetto: 'Non ho dato informazioni sul brigadiere'. Donat-Cattin in una precedente udienza ha ammesso: 'Il giorno della morte di Lorusso in un'assemblea a Palazzo Nuovo qualcuno del "gruppo di fuoco" di PI mi chiese se avevo notizie su qualche funzionario o agente di ps. Risposi che c'era uno che faceva servizio davanti al Galfer (Ciotta ndr) ma che lo conosceva bene Sandalo». Il legale di Donat-Cattin, avv. Vittorio Chlusano, mette 11 superpentito alle corde: «Ma se Sandalo era quasi sicuro che Galmozzl avesse usata quella "128" per l'omicidio Ciotta, perché ha chiesto spiegazioni, come sostiene, a Donat-Cattin? Non poteva rivolgersi direttamente allo stesso Galmozzl?: Bandaio: «Mi sono confidato con Marco e poi non ho visto in quei giorni Galmozzl* Ancora Galmozzl dalla gabbia: 'Ma senti ho incontrato poche ore dopo il delitto alla manifestazione, avevo un cane lupo, non ricordi?*. Sandalo non ricorda. Ancora qualche contraddizione nelle versioni dei pentiti Bandaio e Donat-Cattin (apparso senz'altro più sicuro), poi l'udienza si chiude. Oggi ancora di scena il superpentito. Nino Pietroplnto Slincialo durante un'udienza dei mesi scorsi

Luoghi citati: Bologna, Torino