Chi è il padre del Palazzo a Vela? di Renato Rizzo

Chi è il padre del Palazzo a Vela? Polemica intorno all'edificio che ospita la retrospettiva di Calder Chi è il padre del Palazzo a Vela? Due ingegneri si contendono il merito d'aver progettato il gigante di via Ventimiglia (14 mila metri quadrati) - Il prof. Franco Levi: «Venne accettata la mia proposta» ■ D prof. Giorgio Rigotti: «E' frutto della fatica mia e di mio padre» C'è, a Torino, un palazzo dall'irripetibile struttura: architettura ardita, gigante cui tre ali regalano leggerezza. Sotto la sua cupola ci starebbe, abbondantemente, tutto il largo Vittorio Emanuele con le facciate portleate delle case, gli alberi e 1) monumento. Solo la statua del re ne rimarrebbe esclusa: i piedi poggerebbero sulla chiave della volta. Questa costruzione è Palazzo a vela nel complesso di Italia '61: 120 metri di diametro interno. 29 di altezza massima, 14 mila metri quadrati di superficie csposltlva. In questo periodo ia da stupenda cornice alla mostra retrospettiva su Alexander Calder: il salone,' strutturato dall'arch. Plano come una sorta di golfo mistico'., ripercorre 11 cammino artistico dello scultore dagli inizi alle ultime opere; dalla volta, color della notte, s'agitano, ironici e giganteschi, «mobilcs» che giocano con le pròprie ombre. La rassegna su Calder ha avuto, fra gli altri, il merito non piccolo di far riscoprire ai torinesi il .contenitore» che la esalta. E. contemporaneamente, per un errore di attribuzione (si diceva che era stato idealo da Nervi), ha fatto sorgere qualche polemica sulla paternità dell'edificio: chi ha progettato Palazzo a vela? Due «padri... oggi, se lo disputano: il prof. ing. Giorgio Rigotti e il prof, ing. Franco Levi. Quest'ultimo in una lettera a La Stumpa chiarisce: «Effettivamente il coìicorso appalto del Palazzo, se ricordo bene, nel 1959, era impostato su un progetto di Annibale e Giorgio Rigotti ispirato alla celebre cupola del Guarini: si trattava di 3 ordini d'archi sovrapjyosti e sfalsati*. Ma. subito aggiunge: «Per motivi che, per ora, non intendo di dover illustrare, tale progetto non è staio eseguito ed è stata acceitatu una soluzioìic architettonica completamente diversa da me proposta che veniva, poi, realizzata con un procedimento già usato per il Palazzo del Centro nazionale industria e tecnica di Parigi. Il prof. Giorgio Rlgotti diresse quindi i lavori e progettò, unitamente al padre, le facciate e gli accessi*. * Tutto questo non è assolutamente vero — ribatte dal suo studio di via Ccrnaia 11 prof. Giorgio Rigoltl —. Levi si è limitalo a fare (con il concreto e determinante aiuto dell'ing. Eskian progettista del palazzo parigino) i calcoli strutturali*. E racconta la travagliata gestazione del progetto nato su incarico di Torino Esposizioni: «Mio padre ed io fummo chiamati a realizzare un progetto per un complesso 'bon à tout faire'in grado di ospitare indifferentemente, un'esposizione o un motovelodromo, una corrida o un concorso ippico. Il primo bqoalalagssdscqpadrc bozzetto da me realizzato di questo 'contenitore', che doveoa sorgere in un'area accanto a quella attuale, fu un palazzo la cui volta aveva, come quella odierna, tre punti d'appoggio*. I ricordi del prof. Rigotti si snodano precisi mentre sulla sua scrivania s'aprono «lucidi» polverosi: «Una commissio7ie di cui faceva parte anche il prof. Colonnetti sollevò qualche perplessità su quel progetto ed io ne approntai un altro in cui i punti d'appoggio della volta erano sei*. Fu allora, secondo il prof. Rlgotti, che venne indetto un concor¬ ssa'agsszns so appalto per la soluzione strutturale della cupola a 6 appoggi, o, in subordine, a 3. 'Fu accettata la soluzione a 3 appoggi basata sul mio progetto primitivo. I calcolatori semplificarono la soluzione strutturale finale con l'adozione della doppia lamina nervata già sperimentata per la grande volta del Palazzo Cnit di Parigi*. Allora, prof. Rlgotti, il Palazzo a vela è suo? «E di chi altri?, s'innervosisce l'ingegnere battendo il palmo della mano sui «lucidi» dove si legge «Progetto: G. Rigotti*. Renato Rizzo Palazzo a Vela, di volta in volta pista d'atletica o musco, è slato riscoperto dai torinesi con la mostra dedicata a Calder

Luoghi citati: Italia, Parigi, Torino