Un fiume a dieci piani, il Po di Remo Lugli

Un fiume a dieci piani, il Po Bacini e sbarramenti per renderlo più navigabile; costo 1700 miliardi Un fiume a dieci piani, il Po Ad ogni barriera una conca permetterebbe alle chiatte di superare il dislivello entrando così nel braccio successivo - Notevoli i vantaggi: 600 mila ettari in più da irrigare e 10 centrali elettriche - Si parla di giungere fino a Valenza - In Francia collegheranno la Saòne al Reno per toccare Rotterdam TORINO — Il Po è in magra per una media di cento giorni l'anno e in quel periodo entrano cosi in crisi la navigabilità, fra l'Adriatico e Cremona, che è il tratto percorso dalle chiatte, l'area agricola della pianura padana che si serve delle acque del fiume per l'irrigazione e. infine, le falde freatiche che si abbassano sensibilmente. Eppure, nell'arco dell'anno, il Po porta al mare una enorme quantità di acqua, 50 miliardi di metri cubi: un bene che se ne va senza essere sfruttato. Ma lo si può sfruttare, con la bacinizzazione. Con questo sistema tutti i problemi verrebbero risolti: navigabilità per 355 giorni all'anno (si dovrebbe escludere soltanto una decina di giorni di piena), grande abbondanza d'acqua per l'irrigazione, rimpinguamento delle falde. Non è un progetto da fantascienza: esiste già, sulla carta, studiato dalla Simpo, una società di Roma che si occupa delle «sistemazioni idrauliche medio padano-orientalU. Attalmente è all'esame del Consiglio superiore dei Lavori Pubblici. A questo studio, che è stato condotto tra il 1980 e il 1982 per conto del Magistrato del Po e che aveva per tema ..Le risorse idriche e la difesa del suolo dell'asta principale del Po... ora ne segue un altro, commissionato il 6 giugno scorso dall'..Intesa» fra le regioni Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e dedicato al 'Piano generale della navigazione interna padano-veneta-. Dovrà fornire un quadro complessivo degli interventi tecnici per 11 recupero delle idrovie già esistenti, analizzare la fattibilità e l'opportunità degli interventi di ampliamento della rete ìdroviaria, anche in relazione alle esigenze del traffico merci internazionale. Quindi, ad esempio, dire se dovrà essere completato il canale navigabile Cremona-Milano (finora ne sono stati costruiti 15 km su 63), come potrà essere ulteriormente ampliata verso Ovest la bacinizzazione già progettata nel precedente studio e prevista fino a Valenza, a oltre 400 km dal mare. Questi bacini dovrebbro essere nove, spiega l'ing. Paolo Mosca, del Politecnico di Torino, coordinatore dello stu dio nella sua qualità di re sponsabile della -Hydrodata consulti, società di ingegneria che ha avuto l'incarico dalla Simpo di operare su questo tema. Ogni bacino avrebbe una traversa fluviale, cioè uno sbarramento, una centrale idroelettrica e una conca di metri 12 per 200 per consentire al naviglio di superare i vari dislivelli (una ottantina di metri in totale, tra la prima e l'ultima). Ai nove bacini da realizzare va aggiunto quello di Isola Serafini (Pc) dove esiste già una centrale dell'Enel. Le dighe creerebbero bacini con fondali al massimo di 6.50 metri e una lunghezza variabile tra 115 e 140 km, che consentirebbero di creare riserve idriche per 300 milioni di metri cubi. Questa grande disponibilità d'acqua aumenterebbe l'area di Irrigazione di 600 mila ettari. Dalle centrali idroelettriche si otterrebbe una potenza complessiva di 273 Megawatt, con una produzione di un miliardo e 600 milioni di kWh, cioè una quinta parte della capacità produttiva della centrale nucleare di Caorso). Risalendo all'Adriatico, il primo sbarramento sarebbe a Ficarolo (Ro), 110 km dalla fo ce, e i successivi a Camatta (Mn), 160 km; Correggioverde (Mn), 220; Rocca Bianca (Pr), 241; Isola Serafini (Pc), 289; Piacenza-Puglia (Pc), 321; Pieve Porto Marone (Pv), 356; Rea (Pv), 381; Ghiaie di Corana (Pv), 398; l'ultimo a Messora (Pv), vicino a Valenza, a 409 km dal mare. Il costo preventivato, comprese le centrali, sarebbe di 1700 miliardi, valuta del settembre '82. L'ulteriore studio commissionato alla Simpo dovrebbe progettare altri bacini in direzione di Torino, presumibilmente l'ultimo potrebbe essere a Crescentino, che diventerebbe il terminale per l'area torinese. -Anclte considerando solo dieci sbarramenti — dice ring. Mosca — si avrebbero 447 km di via navigabile di 4" classe europea (natanti da 1350 tonnellate), con possibilità della 5", fino a 5 mila, salvo due pcertccre ponti che andrebbero alzati. La via d'acqua diventerebbe conveniente dal punto di vista economico se potesse assorbire anche solo il 5-10% dell'attuale traffico su gomma — dice Mosca —. Ed è pensabile che la percentuale possa essere molto superiore. In Francia e in Germania il trasporlo per idrovia supera il 30% del totale, che comprende gomma e rotaia». L'ing. Mosca ricorda quanto si sta facendo all'estero per sfruttare le vie d'acqua. In Francia, Marsiglia è già collegata con Lione attraverso undici sbarramenti sul Rodano; ora si stanno appaltando i lavori per collegarsi, attraverso la Saòne, con 11 Reno, in modo da avere poi la via aperta fino a Rotterdam. Opera gigante sca, perché si deve superare anche una catena montuosa la spesa prevista, In 15 anni, è di 80 mila miliardi di lire. In Germania si sta collegando il Reno al Danubio: fra dieci anni le navi russe attraverso ranno l'Europa dal Mar Nero a Rotterdam. «Con lo studio della Simpo al quale ci accingiamo ora dice Mosca — spingeremo le possibilità teoriclic non solo verso Torino, ma anclie verso la Svizzera, non però tramite il Ticino, ma con un canale Altri canali verranno ipotizzati per'collegarc il Po, e quindi l'Adriatico, oltre che con Milano, con Bologna o alternativamente con Reggio o Modena, a seconda della scelta che farà la Regione Emilia». Remo Lugli

Persone citate: Isola Serafini, Paolo Mosca, Rocca Bianca