Arringa di Viola alla Roma campione

Arringa di Viola alla Roma campione CALCIO RADUNI Una presentazione spettacolo con il presidente prim'attore e unico oratore Arringa di Viola alla Roma campione Ha parlato per 73 minuti nella sala congressi di un albergo - Ha spiegato la sua verità sulla squadra, sui casi Falcao e Cerezo, sull'ostilità al club - «Ora attendiamo con fiducia la sentenza della giunta Coni» DAL NOSTRO INVIATO ROMA — Il senatore Dino Viola, In primo plano sul palco, ha parlato senza Interruzione per 73 minuti. Ha fatto lo showman, il presentatore, 11 fustigatore di costumi, il confessore, ha fatto tutto lui. Alla fine, quando il presidente ha blandamente sollecitato le domande, nessuno ha avuto il coraggio di rovinargli la festa: era la sua giornata, e cosi la conferenza stampa organizzata per presentare la Roma campione si è risolta, ahimé, in un lungo e a tratti noioso monologo. Persino gli uomini del Consiglio, presenti al completo ai lati di Viola, non hanno mai aperto bocca. Si sono limitati a consegnare le medaglie, su invilo del presidente, e a stringere la mano al giocatore di turno. Llcdholm, bontà sua, stava già a Brunice «A preparare i letti,-, ha detto Viola tastando senza troppo successo il terreno dell'ironia. Nella sa'n conferenze del grande albergo romano, fra fiori e cotillons, belle parole e gente in cravatta, la Roma campione ha inaugurato ieri un nuovo tipo di raduno, stile Hollywood, tanto per intenderci. I controlli all'ingresso erano severissimi, una doppia gabbia, e fuori un centinaio di tifosi si scioglievano al sole affondando 1 piedi nell'asf alto. Dino Viola, nei suoi personalissimi 73 minuti, ha spiegato al mondo la sua verità sulla Roma, sul casi Falcao e Cerezo, sull'ostilità che la società giallorossa, a suo dire, trova in ogni momento e ad ogni angolo. Brutto affare, il mondo deve sapere che la Ro ma, chissà perché, è antipatica a tutti. Per la verità Viola è stato abile. E ' stalo insieme la villima e il carnefice, come in un celebre verso di Baudelaire, alternando domande retoriche sulla povera Roma perseguitata a Bollili attacchi alla Juventus, nemica adesso e nel secoli. «Qualcuno — ha detto fra l'altro — dà per scontalo che scudetto significa nuovi problemi. La nostra vittoria ha evidentemente eccitato coloro che vanno ripetendo che la Roma può conquistare uno scudetto solo, e non più di uno. La Roma non accetta questo tipo di provocazione. Non è il caso die ci ìia regalato la vittoria, ma l'organizzazione che ci slamo data: per questo, malgrado tutto, ci batteremo anche quest'anno per le prime posizioni». E ancora, premiando Bonetti: «Questa medaglia non vale per lo scudetto recente, ma per quello die ci lianno tolto». Chiaro il riferimento al gol di Turonc contro la Juventus, chiarissima l'allusione a supposti torli subili. Poi Viola ha presentato a uno ad uno 1 giocatori. Per ognuno ha speso due parole, tenere con 1 nuovi (specie Graziani), più cariche di sottintesi con i vecchi (specie coloro che busseranno a quattrini). Ma il cuore del discorso ha riguardato Falcao e le sirene d'estate (ha detto proprio cosi) che hanno inutilmente tentato di strappare il brasi liano alla Roma. Viola ha spiegalo nei dettagli i 40 giorni di trattativa, le attese pazienti, la coerenza della socie¬ tà, 11 ritorno a casa del f lgllol prodigo. «L'avvocato Colombo, alla fine, si è presentalo a casa mia con la penna in mano — ha sorriso il presidente — ed io posso assicurare, anzi giurare, che Falcao non ha preso una lira in più di quanto avevo offerto all'inizio-. Cioè un miliardo e 200 milioni per un anno, una cifra che Viola ha giudicato «pari al valore del giocatore». Vedremo cosa ne penseranno i compagni al momento di discutere il contratto. Da Falcao a Cerezo il passo è stato breve: «Dovevamo pensare ad un sostituto di Falcao — ha proseguito il presidente-senatore — ed allora | abbiamo acquistato Cerezo. Il contratto è stato fissato l'i giugno e stipulato il giorno dopo per telefono. Logico dunque che la «bocciatura» ci abbia spiacevolmente sorpresi, soprattutto perclié si tendeva a far passare la Roma come una società che non rispetta le date e difetta di copertura economica. Due enormi sciocdiezze. Ora attendiamo con serenità la sentenza della giunta Coni: mi auguro soltanto che alla Roma sia falla piena giustizia». Fuori i tifosi lanciavano slogan contro Sordillo, urlavano evviva al loro presidente. Viola è uscito in trionfo. «Adesso spero proprio di farmi un paio di giorni di vacanza». Carlo Coscia

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