Per far quadrare i conti Cee sarà sacrificata la campagna

Per far quadrare i conti Cee sarà sacrificata la campagna Entro fine luglio Bruxelles varerà un piano di austerità Per far quadrare i conti Cee sarà sacrificata la campagna Si parla di tagli agli aiuti comunitari per 2000 miliardi - Nel mirino i prodotti mediterranei ROMA — Il finanziamento della Comunità Europea è assicurato in primo luogo dalla percentuale dell'1% sull'Iva riscossa negli Stati membri, dal «prelievi agricoli» e dai dazi doganali pagati sulle importazioni extra-Cee: in tota.le 30 mila miliardi di lire. Ma la Comunità Europea è alla vigilia del collasso finanziario: nel prossimo anno, infatti, le entrate saranno insufficienti a coprire gli impegni certi di spesa. La notizia, data dalla stessa Commissione Esecutiva, è di quelle che fanno scalpore. In realtà, accade ciò che era stato previsto da tempo. Da anni, infatti, si sapeva che una Comunità affidata ad un bilancio la cui portata risulta inferiore all'1% della somma del reddito nazipnale di tutti gli Stati membri, è forzatamente condannata all'inoperatività. Purtroppo, la miopia politica di qualche partner, in primo luogo la Gran Bretagna, più attento ai saldi contabili che al processo d'integrazione, ha fatto barriera alla richiesta di aumento delle disponibilità di cassa. Anche in occasione del recente vertice di Stoccarda i capi di Stato e di governo della Cee hanno deciso che di nuove entrate si riparlerà non prima di due anni. Intanto non resta che tagliare le spese, a partire da quelle agricole. A questo riguardo si legge nel comunicato conclusivo re datto a Stoccarda che il riesa me delle voci di uscita dovrà assicurare «il controllo effettivo della spesa nel settore agricolo, sfruttando appieno tutte le possibilità e passando in rassegna tutte le organiszazioni di mercato. Tutti gli Stati membri devono contribuire a realizzare economie-. Da qualche parte si sostiene che 1 tagli sui flussi finanziari diretti all'agricoltura europea dovranno ammontare a non meno di 2000 miliardi di lire. Nel documento, poi, sono indicati i punti da rivedere: dalla politica del prezzi comuni garantiti alle disposizioni per 11 conferimento all'intervento, sino alla gestione degli aiuti e dei premi attualmente vigenti (integrazione all'olio d'oliva, premio vitelli, vacche nutrici, ecc.). L'esecutivo di Bruxelles dovrà far conoscere le proprie proposte entro il primo agosto prossimo. E' di tutta evidenza che. dietro la facciata dell'«adattamento», l'obiettivo vero è quello di realizzare sulla politica agricola la maggior parte del risparmi indispensabili a «galleggiare» in attesa dell'incremento delle risorse. C'è modo e modo, però, di risparmiare. soprattutto quando le condizioni degli interessati sono dissimili. L'Italia è lo Slato membro che. in percentuale, riceve dal Feoga (Fondo europeo per la gestione del mercati agricoli) meno della quota che detiene sulla produzione agricola globale della Cee. Non possono essere Indifferenziate quindi le decisioni che saranno prese da un lato sul sostegni, già modesti, assicurati alle produzioni mediterranee e dall'altro sul settore lattiero-casearlo. che quest'anno ha assorbito 900 miliardi di lire in più rispetto al preventivato, fino a raggiungere il 30% dell'Intero bilancio agricolo. Vale la pena di ricordare che. sommando le spese per gli ortofrutticoli, 11 vino e l'olio di oliva, non si arriva neanche alla metà di quella percentuale. In un contesto di rigore finanziario, è corretto continuare a spendere 800 miliardi di lire l'anno per la polvere di latte, «bruciare», come ncU'82. 400 miliardi per la deroga immanente al principio del prezzo unico, consentila dall'esistenza degli importi compensativi monetari? A Stoccarda sono state assunte decisioni che rappresentano un grosso rischio |>er l'agricoltura italiana. I tagli indiscriminati sarebbero più dolorosi per le produzioni non garantite da «regolamenti di ferro» che proteggono le produzioni nord-europee. Pur tenendo conto dello stato delle finanze comunitarie, è preferibile, per la sopravvivenza della politica agricola comune, secondo 1 principi sanciti dal trattati, un atteggiamento gradualistico, una manovra cioè che non abbia obiettivi prequantificati di risparmio. Con appropriate decisioni sul livello delle «restituzioni» alle esportazioni verso l'esterno della Cee. sulla gestione degli «importi compensativi», sulle garanzie illimitate, è passibile, da subilo, spendere meno creando in aggiunta le condizioni per minori incrementi futuri di spesa. Finttosto che fissare letti di bilancio o volumi di produzione e ricorrere a manovre ca paci solo di far tornare i conti dell'anno, è preferibile incide re sul meccanismi che, l'anno seguente, potrebbero tornare a far crescere incontrollate le spese. Bruno Pustcrla

Persone citate: Bruno Pustcrla

Luoghi citati: Bruxelles, Gran Bretagna, Italia, Roma, Stoccarda