Così illudo il fumatore

Così illudo il fumatore Un pamphlet tra speranze e bluff Così illudo il fumatore Che festa sarebbe — per noi cronici patiti e ormai storici repressi della sigaretta — se il dottor William T. Whitby avesse un minimo di ragione in gualche pagina soltanto del suo recente libretto dal magico titolo «Il fumo vi fa bene» (Rizzoli ed., 1983). Noi che abbiamo cominciato a fumare quando, a sgridarci, c'era solo mammà e poi, nel tempo — smettendo le mille volte coinè Marck Twain insegna — siamo pian piano pubblicamente diventati «o tutto rischio e pericolo» e abbiamo conosciuto paure (non sempre sufficienti) e proibizioni (non sempre persuasive) e ghetti (tutto sommato sopportabili), per il dottor Whitby saremmo solo dei grandi perseguitati. A sentir lui — poiché il tabacco è assolutamente innocuo e ami benefico, curativo se non addirittura preventivo di asma, bronchiti, enfisema, coronarie e persino di coliti ulcerose — il monopolio potrebbe esser promosso a ente morale, i tabaccai diventare associati di farmacia, l'aumento dei prezzi figurare come deprecabile rincaro-ticket Attacchi alle coronarie, obesità, disturbi nervosi e peggioramento delle affezioni broncopolmonari? Sono il rischio che si corre non a fumare ma a smetter di fumare. Cancro polmonare e malattia ischemica di cuore? Il dottor Whitby — gli basta una rapida occhiata alle condizioni di salute e al grado di longevità di comunità di forti fumatori — si dichiara convinto che, caso mai, è il fumo quel che ci vuole per prevenirli. Allergia respiratoria? Con la parafrasata complicità di qualclie discorsivo trafiletto da riviste mediche — subito contrabbandato come relazione scientifica — al fumo viene accreditata, in quattro e quattr'otto, la buona qualità di superproduttore di muco, utile come barriera al pericoloso contatto degli allergeni con la mucosa bronchiale. Reazlo- ni immunitarie al tabacco? Sciocchezze. Nicotina, ossido di carbonio e rischio di infarto? Maliziose costruzioni mentali da persuasori occulti. Disgraziatamente per chi si è lasciato prendere dal fascinoso titolo del libro, il medico australiano — perdendo forza nel suo discorso e risultando più imbonitore che uomo di scienza — dichiara, già a pie di pagina del primo capitolo, di non scrivere in veste professionale. E infatti il contenuto è fatto di semplici asserzioni, la tesi regge su aneddoti e aforismi e le «statistiche» riguardano preferibilmente casi isolati, come quello della solita donna georgiana che, a 2 pacchetti di sigarette al giorno, è arrivata a 140 ■ anni. Peccato: niente filo di speranza dal -fll di fumo», niente che sconfessi o attenui minimamente la cattiva notizia, venuta in questi giorni dall'Organizzazione mondiale della Sanità, che tra il 1983 e il 2000 saremo 10 milioni, in Europa, a morirai fumo. E l'annuncio die il dottor Whitby ha fatto uscire nel 79 sul Sidney Daily Telegraph: «Pagherò 10.000 dollari a chiunque potrà provare secondo criteri scientifici che il fumo ha causato anche un solo caso di cancro al polmone, cardiopatria o altra malattia»? Probabilmente i termini sono scaduti e il dollaro è troppo al rialzo: altrimenti, dalla gran biblioteca delle più approfondite relazioni scientifiche sugli effetti negativi del fumo basterebbe inviargliene anche solo una. quella di D. W. Kaufmann su infarto cardiaco — ossido di carbonio — nicotina Wew England Journal of Medicine 303, 409, 1983). Tutto da buttar via, allora, l'illudente libretto? No, per la parte die accanitamente sottolinea il pesante concorso in colpa dell'ambiente, dell'inquinamento, della radioattività, dell'amianto, dell'arsenico, dei derivati del petrolio^ In questo senso è giusto che se inchieste o processi o cacce alle streghe si debbono fare, non sia una strega sola a esser perseguitata. No, per la parte che cerca di ridimensionare il collettivo gran spauracchio del 'fumo passivo» o -involontario» o .di seconda ìnano»: perché è vero che la maggioranza della popolazione è probabilmente molto meno esposta al fumo di tabacco diffuso nell'ambiente che non all'aria inquinata delle zone industriali. Ezio M inetto

Persone citate: Kaufmann, Twain, William T. Whitby

Luoghi citati: Europa