Una sfida troppo ardua a Milano con Poliziano e l'Orfeo danzato

Una sfida troppo ardua a Milano con Poliziano e l'Orfeo danzato Una sfida troppo ardua a Milano con Poliziano e l'Orfeo danzato MILANO — Leonardo seni-bra irraggiungibile anche nella dimensione astratta e metaforica del balletto. Dopo Louis Palco al Carcano. ecco che 11 Comune di Milano ha ritentato con Micha Van Hoecke al Castello, con una nuova ambiziosa produzione delVOrfeo del Poliziano. Il pretesto leonardesco era costituito da una pagina del codice Arundel con una scena di rocce, aprlbile per mostrarci poi «Il paradiso di Plutone», cioè gli inferi. L'improbabile ricostruzione del marchingegni di Leonardo, macchinista teatrale, scenografo e regista ante luterani, è stata giudiziosamente accantonata dal regista e scenografo Luciano Damiani, che ha Invece accolto suggestioni leonardesche con un fondale di montagne e di laghi ispirato alla Vergine delle rocce. Un ponte flessibile divide la scena in uno spazio «superiore» (paesaggio arcadico, pastori, Orfeo poeta) e uno «inferiore», che è appunto la vecchia «bocca d'infer¬ no» del teatro antico e barocco. Un'operazione culturale suggestiva e rischiosa progettata da Roberto Guiducci, che ha provveduto anche a ridimensionare il testo di Poliziano, rlducendolo ad una durata complessiva di poco più di un'ora. Il «pastiche» spettacolare risulta particolarmente debole nella parte musicale firmata da Giancarlo Ghlaramello, che nega di avere elaborato musiche rinascimentali, ma fa ascoltare subito citazioni àeWOrfeo di Monteverdi e, nelle parti cantate dal tenore Aldo Baldin (in registrazione) e dal mezzosoprano Marilyn Schmiege (in scena ma inserita sulla base re gistrata molto difettosa) sembra arieggiare innumerevoli «Orfei» cinque-seicenteschi. La parte strumentale invece ricorre ad esempi elettronici Parte preminente nello spettacolo risulta affidata a Van Hoecke. coreografo che fu direttore del Mudra di Béjart fino a tempi recentissimi ed impiega alcuni elementi che provengono da questo vivaio internazionale. Van Hoecke forse non trova perfettamente congeniale codesto tipo di danza di suggestione arcaica. Anche per quanto lo riguarda, il mosaico culturale è ricco di ascendenze, a partire dal suo stesso maestro Béjart La compagnia di danza, appositamente raccolta, si chiama Ensemble-Italia, ma è di diversa provenienza tecnica e stilistica. Notevole l'Orfeo di Yosu Mujika e di Kazuo Nonone, mentre le Euridici sono addirittura tre: Sussan Delhim, Kitty Kortes Lynch e Catherine Pantigny. Tutto è proiettato ih un clima onirico che difficilmente raggiunge gli spettatori di un teatro all'aperto e sarà molto arduo a percepire per un pubblico quale è quello abituato alle kermesse spettacolari del castello. Lo si è avvertito già alla prima sera, nella freddezza che ha accolto lo spettacolo, addirittura con alcune defezioni prima del termine.

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