Tra Cina e Usa «il peggio è passato» di Vittorio Zucconi

fra Cina e Usa «//peggio è passato» Il ministro degli Esteri di Pechino annuncia la ripresa del dialogo fra Cina e Usa «//peggio è passato» Dopo la «guerra dei jumbo» e le schermaglie sui visti, i primi segnali «incoraggianti»: a settembre il capo del Pentagono fata una visita ufficiale - Washington sembra ora disposta a vendere alta tecnologia nucleare DAL NOSTRO CORRISPONDENTE TOKYO — Il peggio è passato, fra la Cina e gli Usa, e c'è stata una svolta per il meglio, dice, a sorpresa, Pechino. Tra un'abbondanza ~w - segnali contrari. negativi. dalla «guerra dei jumbo» della «Pan Am. che da un mese atterrano a Formosa alla guerriglia per i visti di transito reciprocamenti negati, arriva inaspettata una dichiarazione del ministro degli Esteri cinese, Wu Xuequian, a rovesciare l'opinione corrente e far capire che, se proprio il miglioramento non è già avvenuto, sicuramente Pechino lo vorrebbe. Wu Xuequian ha parìato con un importante ospite giapponese, il presidente dell'Associazione d'amicizia Cina-Giappone, Takeshi Noda. esponente del partito di governo a Tokyo. * E'vero, ci sono state incomprensioni e incidenti — ha ammesso Wu — ma la situazione sta cambiando per il meglio. Da un mese o due ci sono segni incoraggianti-. Pechino e Washington, ha confermato il ministro degli Esteri, stanno preparando una visita ufficiale del segretario alla Difesa, Caspar Weinberger, in autunno. E un altro esempio di «rair/i'ioramento» è la decisione presa da Reagan di allentare le limitazioni all'export di tecnologia avanzata americana in Cina. Non sembra molto, di fronte al numero di piccole e grandi questioni politiche aperte, nel rapporto fra gli Usa e la Cina, dall'elezione di Reagan. Ma il senso delle dichiarazioni di Wu è forse più nell'essere un messaggio che una vera e propria constatazione. Mentre spiegava all'ospite giapponese che -le cose fra noi e gli americani vanno meglio;, il ministro cinese si affrettava ad aggiungere che anche nei confronti dell'Unione Sovietica la situazione procede bene. «Afosca ci ha chiesto — ha detto Wu — di ri¬ cevere in visita il viceministro degli Esteri sovietico, Mikhail Kapitsa». E ha fatto capire che la richiesta potrebbe essere accolta. Il senso dell'Improvviso ottimismo sul fronte americano va dunque cercato nel desiderio di riequilibrare la rotta della politica estera cinese che, negli ultimi mesi, era parsa scivolare su un contenzioso sempre più stizzito con gli Usa. Bisogna ricordare che il nuovo corso diplomatico lanciato da Deng Xiaoplng lo scorso anno non voleva affatto essere un altro «giro dì vai- zer», indirizzato questa volta verso Mosca, ma — almeno nelle intenzioni — cercare una reale equidistanza fra le due superpotenze. L'accavallarsi di polemiche, dalla questione Taiwan-Formosa al dramma della tennista fuggita in America, dalle difficoltà commerciali alla ripresa dei collegamenti aerei con la Cina nazionalista, aveva dato la sensazione di uno squilibrio che le parole di Wu Xuequian ora cercano di raddrizzare. Parole che hanno fatto eco a quel che ha detto un critico autorevole dell'amministrazione Reagan, venuto a Tokyo proprio per discutere la politica cinese del presidente. E' l'ex segretario di Stato Alexander Halg che, ieri pomeriggio, prima che arrivassero le dichiarazioni di Wu da Pechino, ha rimproverato alla Casa Bianca di avere «ire buona parte sbagliato la politica cinese». Ma l'origine della «delusione» di Pechino nel confronti dell'America non è stata solo questa, ha aggiunto Halg, piuttosto l'Incapacità americana di opporsi efficacemente alla politica offensiva dell'Unione Sovietica. -Pechino ha visto, con ansietà crescente, Washington acquiescente davanti a un intervento e un 'invasione dopo l'altra, dell'Urss o dei suoi Stati clienti, dall'Angola all'Etiopia, dallo Yemen all'Afghani¬ stan fino alla Cambogia. E nel frattempo ben poche delle grandi promesse fatte si sono materializzate: Pechino sta ancora aspettando i 2 miliardi di dollari in crediti promessi dal vicepresidente Bush: Ma Haig, che pure non sapeva del <• segnale distensivo» in partenza da Pechino, ha aggiunto che «basferebbe_poco per ottenere un miglioramento dei rapporti» e ha citato proprio la questione degli scambi d'alta tecnologia come un esempio incoraggiante. Vittorio Zucconi

Persone citate: Alexander Halg, Bush, Caspar Weinberger, Deng Xiaoplng, Haig, Mikhail Kapitsa, Reagan, Takeshi Noda