Nell'era dei bambini-miracolo

Nell'era dei bambini-miracolo USA: LA MEDICINA PRENATALE AI LIMITI DELLA FANTASCIENZA Nell'era dei bambini-miracolo Due gravidanze sono state portate a termine da donne clinicamente morte, ma tenute in vita artificialmente - Interventi di microchirurgia sul feto nel grembo materno rimediano alle più delicate malformazioni - Già più di cento «madri per conto terzi», grazie all'inseminazione artificiale, sostituiscono altrettante mogli sterili • Una rivoluzione che avrà conseguenze nell'etica e nella politica DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — 114 luglio, a Roanoke in Virginia, una giovane di 21 anni, morta clinicamente 84 giorni prima, ma il cui cuore e polmoni erano stati tenuti artificialmente in funzione, ha dato alla luce una bambina di quasi due chili. La giovane, sposata e incinta di circa quattro mesi al momento del ricovero, era deceduta II 12 aprile. Consultatisi col marito e con gli altri familiari, ì medici del Roanoke Memorial Hospital avevano deciso di tentare di salvare il feto. Per tutti gli 84 giorni hanno alimentato la respirazione e i battiti del cuore della defunta. Neppure un'ora dopo la nascita della bambina, descritta «In buone condizioni», la macchina che aveva consentito alla madre di «vivere» per lei, è stata staccata. La drammatica vicenda della giovane è così finita nel momento in cui incominciava quella tenerissima della figlia. Un miracolo? Per la medicina americana, definitivamente no. Prima del 4 luglio, la cronaca aveva già registrato un identico episodio. E' il 22 gennaio. All'ospedale di Sacramento giunge una donna ventisettenne, al quinto mese di gravidanza. Un infarto l'ha uccisa, il suo cervello è spento. Che fare della creatura nel suo grembo? I genitori e il consorte chiedono, se possibile, che venga salvata. 1 medici, che le hanno mantenuto sangue e polmoni in attività, acconsentono. Due settimane dopo, la donna viene portata al Moffitt Hospital dell'Università di California a San Francisco. Al sessantaquattresimo giorno, nasce un bambino di poco più di un chilo e mezzo, «in eccellente salute», dice un portavoce. Un'ora e 27 minuti più tardi, privata della macchina che l'ha sorretta, la madre passa al riposo eterno, mentre il figlio si affaccia al la vita. Il dottor Robert Creasy, che-per due. mesi ha sovrinteso alla prima di queste due nascite, ha spiegato che cosa l'ha resa possibile. «Al Moffitfc Hospital — ha detto — non ci siamo mai staccati dalla puerpera. Abbiamo regolato il flusso del sangue e i battiti del cuore a seconda delle esigenze del feto. Lo abbiamo nutrito con introvenose di zucchero, proteine e grassi. Oli abbiamo somministrato ormoni, per riparare al danni subiti dalle ghiandole della madre». Le infermiere sono arrivate al punto di riprodurre l'ambiente In cui la gravidanza si sarebbe svolta se non fosse avvenuto /'incidente. Hanno fatto suonare la musica preferita dalla donno, le hanno accarezzato il ventre, hanno parlato al nascituro, hanno giocato, acceso la televisione, discusso ad alta voce. '«Il bambino ha risposto spesso alle sollecitazioni esterne, come capita normalmente — ha continuato il dottor Creasy —. Finché la sua crescita è stata regolare, non siamo intervenuti, Quando con l'ecografia e altri esami abbiamo accertato che stava rallentando, siamo ricorsi al parto cesareo». Lo stesso è accaduto al Roanoke Hospital pochi giorni fa. Entrambe le creature sono settimine e hanno avuto bisogno di assistenza. Ma il loro sviluppo prosegue senza gravi ostacoli. «Non possiamo fare il nome delle madri né delle famiglie per motivi comprensibili — ha concluso il medico — è chiaro tuttavia che abbiamo varcato un'altra frontiera. Casi come questi diverranno abbastanza comuni». Il dottor Creasy ha parlato di una «rivoluzione» nella medicina prenatale, che avrà profonda influenza sulla mortalità infantile, e sulla società. La rivoluzione ha aspetti sconvolgenti, ai limiti della fantascienza. 1 più clamorosi sono quelli degli interventi di microchirurgia sul feto nel grembo materno. In un caso, ì medici sono riusciti ad aprire le vie urinarie di un bambino al quinto-sesto mese, passando con una sottilissima sonda nella placenta. In un altro, agghiacciante, hanno perforato il cuore di un gemello condannato a morte da un organismo avvelenato, che minacciava di uccidere il gemello sano. «Con gli ultrasuoni, l'ecografia e altre tecniche — ha asserito il dottor Mortimer Rosen, direttore dell'Istituto nazionale per le ricerche prenatali—slamo in grado di esaminare il feto nel seno della donna, e di Individuarne le eventuali anoma¬ lie: per esemplo possiamo esplorare i due atrii e i due ventricoli del cuore e controllare il funzionamento dei polmoni». Secondo il dottor Rosen, sta cambiando il modo di nascere, e con esso l'abito mentale dell'uomo. «Prendiamo l'esame del liquido amniotico, in cui è contenuto l'embrione — dice —. Esso ci consente di stabilire se vi sono irregolarità cromosomiche, e se il bambino rischia di nascere deficiente. Ormai, vi si sottopone la maggioranza delle donne americane dai 35 anni in su». Paradossalmente, nel momento in cui l'aborto si diffonde — negli Stati Uniti, dove fu liberalizzato nel 73, se ne contano un milione e mezzo all'anno — si moltiplicano anche i modi coi quali sì nasce, e si difende la vita nei primissimi giorni. Il direttore dell'Istituto nazionale per le ricerche prenatali cita le operazioni chirurgiche sui «bambini blu», cioè nati con un buco nel cuore, il cui sangue non ha abbastanza ossigeno: e la percentuale di sopravvivenza dei bambini prematuri, di circa un chilo e mezzo di peso, «che oggi è dell'80 per cento, mentre 20 anni fa era appena del 20 per cento». «I progressi che abbiamo compiuto — conclude — si riflettono nelle statistiche sulla mortalità infantile. Nel '63 era del 3,5 per cento, adesso è della metà 1*1,7 per cento. E le madri che muoiono di parto sono solo 10 su 100 mila». Il medico rifiuta di lasciarsi coinvolgere nelle polemiche sull'aborto. «Il nostro compito — afferma — è ridurre la percentuale dei bambini che muoiono alla nascita, o prima di essa, o che nascono con una o più disfunzioni, percentuale quest'ultima del 7 per cento. Per questo occorre educare anche 1 genitori, specialmente la donna: ad esempio, il fumo é dannoso, come certi farmaci». Mortimer Rosen è favorevole all'adozione, «11 sistema più umano di risolvere 11 problema dell'infanzia abbandonata», ma non al fenomeno che sta dilagando in America delle surrogate mothers, o madri per conto terzi. Qui, la rivoluzione della natalità sconfina nell'etica e nella politica. Con il successo dell'inseminazione artificiale, si è propagato il seguente fenomeno. La moglie sterile fa raccogliere il seme del ma¬ rito e lo fa iniettare in una volontaria. Costei svilupperà nel proprio ventre il feto e il nono mese partorirà consegnando il neonato alla coppia. Intascherà dai 10 ai 15 mila dollari, dai 15 ai 22 milioni e mezzo di lire, rinunciando a qualsiasi diritto sul figlio. Si calcola che le surrogate mothers negli Stati Uniti superino già il centinaio. Molte sono ancora giovani, sposate, con bambini propri, di mezzi modesti, mentre le donne e gli uomini che si rivolgono a loro sfiorano la quarantina o l'hanno superata e vivono molto agiatamente. Il ricorso alla madre per conto terzi presenta anche un altro vantaggio. La scienza è ormai in grado di selezionare il seme a seconda del cromosoma, Xper le femmine, Yper i maschi. La selezione avviene in una fiala d'albumina, liquido che trattiene in superficie il cromosoma femmi- nile, ma in due ore e mezzo lascia depositare sul fondo quello maschile. Si può quindi ottenere una inseminazione artificiale per fare nascere una bambina o una per fare nascere un bambino. In tale maniera si decide in anticipo il sesso del nascituro. Il dott. Ronald Ericsson di San Francisco, un pioniere in questo campo, ha ottenuto il successo nel 75% dei casi e ritiene di poter arrivare al 90%. Programmare il sesso è importante nel caso di madri di cui si sospetti che portino malattie ereditarie come l'emofilia e la distrofia muscolare. Tali malattie infatti si trasmettono solo ai figli maschi. Iniettando il seme con il cromosoma X si assicura la nascita di femmine, e pertanto immuni da esse. Non ha una base scientìfica, invece, la programmazione dell'intelligenza e dell'eccellenza fisica, sognata da un gruppo di californiani, compreso un premio Nobel, e intorno a cui sono scoppiate polemiche feroci. Essa si basa sull'inseminazione artificiale con sperma di uomini superdotati intellettualmente o atleticamente. Ma nei tre-quattro casi slnora registrati sono venuti alla luce bambini normalissimi. Ancora negli Anni 70, la pianificazione delle nascite aveva un connotato solo quantitativo. Era intesa come controllo numerico, prevenzione di un boom' che avrebbe causato nuovi problemi. Oggi incomincia ad assumere un connotato qualitativo, è vista come una scorciatoia per il miglioramento della razza. A ragione o a torto il concetto fa paura. Rievoca gli incubi ariani di Hitler e quelli orwelliani del Grande Fratello; delinea la possibilità di essere o perfetti o tutti uguali; punta a un salto di dimensioni tali da mettere in pericolo l'integrità dell'individuo. Ennio Carette

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