In Spagna salteranno circa diecimila posti

In Spagna salteranno circa diecimila posti Condannata l'acciaieria di Sagunto In Spagna salteranno circa diecimila posti VALENCIA — A 25 km da Valenza la città di Sagunto rifiuta di piegarsi all'ineluttabile: la chiusura di un centro siderurgico di cui vive tutta la popolazione. Dal mese di febbraio i 55 mila abitanti di questa disgraziata città industriale sono sul piede di guerra. Una guerra di cui sanno confusamente che è già perduta e che va oltre i confini della loro regione. La battaglia di Sagunto è infatti diventata un test di livello nazionale, una prova di forza tra il governo socialista, deciso a condurre a buon fine i suoi progetti di riconversione industriale, e le centrali sindacali, che vogliono opporsi all'emorragia che si annuncia. L'operazione di conversione della siderurgia spagnola decisa dal governo socialista dovrebbe svolgersi in 4 anni e costare 575 miliardi di pesetas (quasi 6 mila miliardi) e tradursi in una perdita di 10 mila posti (su un totale di circa 40 mila). Saranno i lavoratori di Sagunto a pagare proporzionalmente il prezzo più alto: più di metà degli operai siderurgici perderanno il lavoro (2200 su 4000). Da una decina di giorni gli abitanti di Sagunto hanno alzato la voce: manifestazioni, occupazioni di sedi ufficiali, barricate sulle autostrade e sulle ferrovie. I due sindacati, le commissioni operaie (comuniste) e l'Ugt (socialista) guidano il movimento di contestazione. Che la Spagna, alle porte della Cee, debba ridurre la sua produzione di acciaio e migliorare la sua competitività tutti sono d'accordo. Ma l'unanimità si spezza al momento di ripartire 1 sacrifici. La Spagna ha tre centri siderurgici; due fanno parte del settore pubblico. Elsidesa nelle Asturie, (4,5 milioni di tonnellate di acciaio nell'82) e altiforni del Mediterraneo a Sagunto (500 mila tonnellate); il terzo impianto ad Ansio, nei pressi di Bilbao (1,4 milioni di tonnellate) è di proprietà privata. L'acciaieria di Sagunto è la sola a non avere un laminatoio a caldo, il governo vuole ammodernare quelle di Elsidesa e di Ansio; a Sagunto prevede la chiusura del due altiforni lasciando in funzione solo il laminatoio a freddo, inaugurato nel '76, il più moderno d'Europa. Il governo possiede un solido dossier tecnico per giustificare l'operazione. .Nell'82 abbiamo prodotto 13 milioni di tonnellate di acciaio mentre il mercato interno non ne ha consumato che 8 milioni', dice José Maria Lucia, che dirige il dipartimento siderurgia all'Istituto nazionale dell'Industria e presiede nello stesso tempo la Elsidesa e gli Altiforni del Mediterraneo. 'Dipendiamo largamente dall'esportazione e dobbiamo migliorare la nostra competitività. Non possiamo continuare a far pagare dallo Stato attraverso le sovvenzioni un'industria siderurgica inefficiente: E perché far portare a Sagunto il peso maggiore? -CU impianti di Sagunto sono i più vecchi. Guardate le cifre delle perdite: 17 mila pesetas a Sagunto, 6000 in Biscaglia e 4500 a Elsidesa. Anche se costruissimo un laminatoio a caldo a Sagunto, come chiedono i sindacati, la capacità di produzione dell'impianto sarebbe insufficiente per assicurare la redditività.. Thierry Maliniak Copyright «Le Monde» c per l'Italia «La Stampa»

Persone citate: José Maria Lucia, Thierry Maliniak