Marchais: i missili atomici francesi devono entrare nei conti di Ginevra

Marchais: i missili^ atomici francesi devono entrare nei confi di Ginevra Di ritorno da Mosca, subito polemica col governo (e replica dell'Eliseo) Marchais: i missili^ atomici francesi devono entrare nei confi di Ginevra DALLA REDAZIONE DI PARIGI PARIGI — Al suo ritorno a Parigi dopo il viaggio-lampo a Mosca per incontrare Andropov, il leader del pcf Georges Marchais ha cercato di ridimensionare la polemica sui missili innescata da un dispaccio dell'agenzia Tass, che il segretario generale dei comunisti francesi ha fatto annullare perché «allineava» la posizione del suo partito su quella dell'Urss. Marchais ha definito l'accaduto un «incidente», causato da un giornalista sovietico che gli aveva attribuito delle frasi che lui non avrebbe mai pronunciato. Ma in realtà, nella sua dichiarazione raccolta all'aeroporto di Parigi. Marchais ha confermato nella sostanza che anche a suo parere, oltreché secondo l'Urss, le forze nucleari francesi dovrebbero essere «prese in considerazione» nei negoziati ginevrini sugli armamenti in Europa, perché la Francia è membro del¬ l'Alleanza Atlantica. E questo fatto «comporta degli obblighi per il governo di Parigi», sempre secondo Marchais. Questa interpretazione è stata naturalmente respinta dal portavoce del governo, che dopo la settimanale riunione all'Eliseo sotto la presidenza di Francois Mitterrand ha ribadito il punto di vista ufficiale di Parigi. «La Francia non può accettare» in alcun modo, ha precisato il portavoce governativo Max Gallo, che la sua forza nucleare sia conteggiata come facente parte della Nato, in quanto Parigi non fa parte del comando integrato militare dell'Alleanza Atlantica. «Accettare un conteggio del genere significherebbe legare le mani all'indipendenza nazionale e questo non possiamo accettarlo», ha concluso il rappresentante del governo, precisando che era stato lo stesso Mitterrand a specificare che «o Ginevra stanno trattando Stati Uniti e Urss: la Francia non partecipa a questi negoziati e ha una forza nucleare di dissuasione autonoma». Secondo l'analisi dei commentatori francesi, questo «incidente» moscovita fa apparire chiaramente che 11 disaccordo acuto sui problemi della sicurezza esistente tra Parigi e Mosca imbarazza seriamente il pcf, obbligato a una posizione ambigua perché attirato da due poli: la solidarietà governativa con il partito socialista (accusato da Mosca di praticare una politica filo-atlantica) e la solidarietà internazionalista con l'Urss. Marchais cerca di navigare a vista tra questi scogli, ma la sua impresa è resa difficile dall'attuale campagna propagandistica lanciata da Mosca contro il governo francese, del quale fanno parte anche quattro comunisti. Per il momento almeno, la permanenza al governo è prioritaria per il pcf rispetto alla solidarietà verso l'Urss nel campo della sicurezza, espressa spesso in forma ambigua come l'altro ieri a Mosca. Ma resta da vedere per quanto tempo Andropov da una parte e Mitterrand dall'altra accetteranno le contraddizioni e le ripetute ambiguità di Marchais.