Mosca ha scelto non appoggerà Arafat di Fabio Galvano

Mosca ha scelto,- non appoggerà Arafat Gromyko ha detto a Khaddoumi che TOlp deve venire a patti con la Siria Mosca ha scelto,- non appoggerà Arafat Il Cremlino vedrebbe di buon occhio una leadership palestinese meno conciliante con gli Usa e con gli arabi moderati DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — La rinuncia di Vasser Araiat al suo viaggio in Urss ha ora una spiegazione: il Cremlino non intende appoggiarlo apertamente nella crisi all'interno di Al Fatali né sostenerlo nello scontro con la Siria di Assad, anzi ritiene che il leader palestinese debba dare prova di maggiore elasticità e venire a patti con i suoi avversari. Il messaggio, in termini quasi perentori, emerge dalle conversazioni svoltesi ieri al Cremlino fra il ministro degli Esteri sovietico Andrej Gromyko e il capo dell'ufficio politico dell'Olp, Faruk Khaddoumi. Mosca ha espresso il suo «fermo convincimento-, come riferisce un dispaccio dell'agenzia ufficiale Tass (e il tono non è di quelli che ammettano repliche), sulla ••iìnpermissibilità di un conflitto e di un dissenso micidiale fra i palestinesi die fronteggiano l'aggressore israeliano». Tali attriti, ha aggiunto Gromyko, «indeboliscono le forze palestinesi e disuniscono le file arabe». La discordia in seno all'Olp, egli ha insistilo, «può e deve essere superata con mezzi politici, attraverso il dialogo». Ancor più rigido, fruito di un atteggiamento equidistante fra la Siria e Arafat che contrasta ormai in modo esplicito con il passato sostegno al leader palestinese e che quindi mette implicitamente in discussione i rapporti ira Arafat e il Cremlino, è stato l'accento messo da Gromyko sulla «necessità di rafforzare la collaborazione fra l'Olp e i Paesi arabi progressisti», sull'«importanza di azioni concertate da parte dei Paesi arabi e di una maggiore coesione di tutte le forze patriottiche del mondo arubo». Nel linguaggio diplomatico del Cremlino — Khaddoumi prenda nota nelle sue funzioni di ambasciatore di Arafat — è fin troppo chiaro l'invito a collaborare con la Siria, in questo momento portabandiera secondo Mosca del «progressismo» arabo. Sono parole che, dette a Khaddoumi, assumono soltanto il sapore del monito. In ambienti diplomatici si osserva che probabilmente il Cremlino non ritiene ancora di dover intervenire con tutto il suo peso nella crisi che dilania gli arabo-palestinesi: si sarebbe limitato, in questa occasione, a negare l'aperto sostegno che Arafat avrebbe desiderato, ma senza condan nare apertamente l'operato o l'inflessibilità del leader dell'Olp. E' opinione diffusa che Mosca vedrebbe di buon oc chio una leadership paleslinese disposta a una politica meno conciliante con gli Usa (quella che invocano, appunto, Paesi come la Siria), ma purché ciò non debba tradursi In un indebolimento dell'Olp. Per questo, si afferma il Cremlino esita in una scelta di campo cui la situazione libanese, e il ruolo che vi svolge il 'difficile» alleato siriano, parrebbero spingerlo. In quella che, nonostante tutto, la Tass definisce •un'atmosfera di amicizia e di reciproca comprensione». Khaddoumi non ha esitato a sottoscrivere le tesi sovietiche legate a una conferenza internazionale sul Medio Oriente, cioè una soluzione mediorientale basata sul piano arabo di Fez e sulle proposte di Mosca. Non una parola, in un comunicato nel quale forse stona il «profondo apprezzamento» espresso da Khaddoumi per la «disinteressata» assistenza sovietica alla causa palestinese, per il piano Reagan cne Arafat non lia mai categoricamente respinto. Non mancano, comunque, le consuete sequele di denunce agli Stati Uniti e ad Israele, accusati 'Unanimemente» da Gromyko e da Khaddoumi di avere 'aggravato la tensione» con i loro «tentativi di imporre accordi separati che ignorano i diritti e gli interessi legittimi degli arabi»; tentativi che per quanto riguarda gli Usa avrebbero, secondo il Cremlino, l'obiettivo di rafforzare la loro presenza militare nella regione. Fabio Galvano ripetizione la barriera del suono provocando panico tra la popolazione della stessa Sidone e del vicino campo palestinese di Ein Hilweh. Centinaia di persone si sono precipitate nei rifugi antiaerei temendo il peggio. Le azioni dimostrative dell'aeronautica israeliana fanno seguito alle visite che i ministri della Difesa siriano e israeliano hanno fatto ieri alle rispettive linee in Libano rilasciando dichiarazioni minacciose. L'israeliano Arens ha detto che l'esercito ebraico reagirà agli attacchi della guerriglia contro 1 suoi uomini con .colpi più duri». Il siriano Tlass ha detto che la Sirla non teme uno scontro con Israele.