«Le perizie provano le torture subite dal br Di Lenordo» di Giuliano Marchesini

«Le perixie provano le torture subite dal br Di Lenordo» «Le perixie provano le torture subite dal br Di Lenordo» DAL NOSTRO INVIATO PADOVA — .Cesare Di tenardo si pone alla difesa di un valore, di un principio che caratterizza la civiltà». E' il discorso centrale nell'arringa dell'avvocato Attilio Baccioli, parte civile al processo di Padova in rappresentanza di Di Lenardo, 11 brigatista rosso che ha accusato di maltrattamenti gli uomini del «Nucleo operativo centrale di sicurezza» che presero parte alla liberazione del gen Dozler. Il legale rammenta la serie di episodi di violenza descritti da Cesare Di Lenardo e da quattro brigatisti «pentiti davanti al giudici. Episodi, fa presente l'avvocato Baccioli, avvenuti dopo che l'alto ufficiale statunitense era stato liberato. E cos'è stato, aggiunge, delle cosiddette prove raccolte con questo sistema? 'Niente: c'è slato un annullamento in una sentenza». Il rappresentante della parte civile passa all'argomento di fondo: . Cesare Di Lenardo chiede alla magistratura di pronunciarsi sulla violazione dei diritti della persona, che hanno riconoscimento negli ordinamenti Interni e in quelli Internazionali contro la tortura nel confronti dei prigionieri. Sappiamo che la Corte di giustizia europea è intervenuta in casi del genere». Rispetto dell'integrità fisica e morale dell'uomo, in ogni circostanza: questo, ripete l'avvocato Baccioli. è l'appello di Di Lenardo. Il legale ana¬ lizza poi la vicenda raccontata ai magistrati dal brigatista rosso. «Cosa accadde in un luogo annesso alla caserma del li Celere di Padova, particolarmente protetto? Di Lenardo rimase bendato e ammanettato e c'era la consegna di non farlo dormire. Venne preso, condotto fuori, di fronte agli attoniti e impauriti agenti del servizio di guardia. Fu caricato su un'auto, nel bagagliaio, e portato via. E tornò in condizioni drammatiche. Per andare al gabinetto, doveva esservi portato su una sedia a rotelle». Il legale si sofferma sulla perizia d'ufficio che ha documentato le lesioni riportate dal brigatista. 'Cinquanta tracce di violenza, i segni degli elettrodi applicati ai testicoli. Perizia e fotografie sono ng. ghlacctantt. A questo uomo, inoltre, venne praticala quella tortura di mandare giù acqua e sale, fino a quando il trauma interno esplose provocando la rottura della membrana dell'orecchio sinistro». Il rappresentante della parte civile esclama: 'Quella caserma diventò un luogo orrido, in cui la gente urlava». Poi si rivolge ai quattro uomini del Nocs sotto processo: .Noi francamente non ce l'abbiamo in particolare con questi imputati: loro sono stati addestrati in una certa maniera. Le responsabilità morali, politiche e anche giuridiche sono di altri». Giuliano Marchesini

Persone citate: Attilio Baccioli, Baccioli, Cesare Di Lenardo, Di Lenardo

Luoghi citati: Padova