Chiusa l'inchiesta sul cappuccino prosciolto il Consiglio superiore di Giuseppe Fedi

Chiusa l'inchiesta sul cappuccino presciolto il Consiglio superiore In 32 erano accusati di peculato per troppi panini, caffè e liquori Chiusa l'inchiesta sul cappuccino presciolto il Consiglio superiore R°MA ~ Nessuno sperpe ™* de.na™ al Consiglio su della magistratura: la famosa , inchiesta sui .cap gSS&^f^W S^ft^wF^E^ nita ln una bolla di saPone Tnon SSS? ° *»'sus3iste°- » consigliere 'sÌ™"°rf agglunt0' Renat,° Sgffi* ha prosciolto dal 1 imputazione di concorso n Pilato aggravato i trenta componenti dell'attuale Consiglio e 1 due ex membri di diritto. Mario Berri e Sofo Bor- ghese. In un documento di 22 pagine depositato ieri, Squillante rileva tra l'altro che il fatto non sussiste perché le spese per le quali si era aperta l'indagine rientrano nell'ambito delle finalità del Consiglio e come tali non sono assimilabili al peculato per distrazio ne. Il magistrato ha cosi ac colto la richiesta di proscioglimento formulata dal procuratore aggiunto Giuseppe Volparl. I 27 milioni che tra il primo luglio '81 e il 30 settembre '82 i 32 inquisiti, nella loro qualità di «pubblici ufficiali», hanno speso per pagare caffè, whisky, aperitivi, tramezzini e brioclies, rientravano nella -rezionalità dell'esercizio c-i autonomia contabile del Consiglio. Non c'è stata, quindi, come diceva il capo di imputazione, distrazione per proprio o altrui profitto da parte dei fondi assegnati all'organo di autogoverno dei giudici per il perseguimento di fini estranei al pubblico In teressè efd alle attività istituzionali del Csm. Passando all'esame dei singoli,.; capi.. di .imputazione, Squillante rileva anzitutto che: una; lunga* prassi!' noti smentita dalia-Corte dei Conti e risalente ai Consigli che precedettero quello in carica, rende legittima l'inclusione, sotto il capitolo «spese varie»,. di talune elargizioni. Sono quelle, in particolare, riguardanti 11 costo di piccole colazioni consumate nello stesso ambiente di lavoro. Il magistrato le giustifica affermando che ciò consente un'immediata ripresa del lavoro interrotto all'ora dei pasti e il disbrigo, oltre il normale orario, degli argomenti all'ordine del giorno, consentendo in tal modo, come richiede la legge, il buon funzionamento dell'ufficio. Dei presunti sprechi di de naro al Consiglio superiore della magistratura, la procu ra della Repubblica di Roma incominciò ad occuparsi nello scorso marzo sulla base di un'interrogazione parlamen tare presentata dall'allora deputato radicale Franco De Cataldo. L'il il sostituto Margherita Gerunda firmò 32 co municazloni giudiziarie che ipotizzavano il reato di concorso in peculato aggravato, Quattro giorni dopo, l'organo di autogoverno dei giudici tenne una seduta plenaria presieduta da Pertlni.-. La seduta si concluse con la decisione del Capo dello Stato di non inserire all'ordine del giorno la questione della so¬ spensione del Csm. In altre parole, 11 Consiglio decise di non autosospendersi. Fu la prima di una serie di reazioni a catena.' Il 17 marzo 11 procuratore generale della Cassazione, Tamburino, chiese alla Suprema Corte la remissione ad altro giudice e la temporanea sospensione dell'inchiesta esprimendo dubbi sull'obiettività della sua conduzione a Roma, visto che a Palazzo dei Marescialli pendeva un'indagine sui metodi di gestione della Procura della capitale. Il 19 marzo l'Inchiesta fu dichiarata sospesa ma successivamente il supremo collegio non rilevò alcun motivo per trasferire l'Indagine altrove e dispose che venisse svolta dai giudici romani. Il 13 maggio 1 componenti del Csm inviarono a Squillante una memoria difensiva con la quale sollecitavano il proscioglimento perché le imputazioni erano «palesemente infondate». Ma pochi giorni dopo a Palazzo dei Marescialli arrivarono 1 mandati di comparizione. Gl'lnquisiti preferirono avvalersi della facoltà «di non presentarsi a rendere l'interrogatorio», facendo rilevare che il giudice istruttore e gli organi del pm avevamo materiale sufficiente per decidere sugli addebiti. Il 21 giugno 11 procuratore aggiunto Volparl inoltrò all'ufficio istruzione la richiesta di prosciogliere i 32 membri del Consiglio superlo re che è stata pienamente accolta da Squillante. Giuseppe Fedi

Persone citate: Franco De Cataldo, Giuseppe Volparl, Mario Berri, Pilato, Sofo Bor, Tamburino

Luoghi citati: Roma