Padova, il sindacalo autonomo di Ps attacca i giudici dal processo Nocs di Giuliano Marchesini

Padova, il sindacalo autonomo di Ps attacca I giudici dal procosso Nocs «Non ammessi testimoni che avrebbero contribuito ad accertare la verità» Padova, il sindacalo autonomo di Ps attacca I giudici dal procosso Nocs «Dopo lo stralcio della posizione del commissario Genova, eletto alla Camera, il dibattimento avrebbe dovuto fermarsi» - Il questore parla alla Festa del Corpo: oggi la polizia piange DAL NOSTRO INVIATO PADOVA — Tra pesanti polemiche degli esponenti del Sap (Sindacato autonomo di polizia), è andato avanti il processo contro gli uomini del «Nucleo operativo centrale di sicurezza» accusati di violenze da Cesare Di Lenardo. uno del brigatisti rossi che sequestrarono il generale americano Dozler. Con l'udienza di ieri, s'è completata la serie delle testimonianze. L'atmosfera, secondo certe previsioni, doveva essere molto più tesa del solito, per la coincidenza con la Festa della polizia. Qualcuno diceva che, per questa giornata, sarebbero giunte a Padova delegazioni di agenti per inscenare manifestazioni di protesta, per il processo ai Nocs e la condanna per falsa testimonianza inflitta al capitano della ps Lucio De Santis. Questo raduno non c'è stato, e la cerimonia nel cortile del II Celere di Padova per l'anniversario della fondazione del Corpo di polizia, non ha avuto turbamenti. Durante queste celebrazioni, comunque, c'è stato un intervento del questore di Padova, Gianfranco Corrias, il quale è arrivato a dire: 'Anche se vedete la caserma pavesata, non lasciatevi ingannare. Oggi la polizia piange. Quest'anno niente premi, encomi od onori al merito. Oggi abbiamo bisogno di conforto». Corrias ha voluto anche attaccare i cronisti, dicendo: «Le persone qui convenute hanno le mani piene di applausi per noi perché sanno quello che abbiamo fatto e non si sono limitate a leggere cronache inadeguate, bensì hanno recepito l'eco delle nostre sirene e del nostro lavoro». Applausi a conclusione del discorso. In occasione della Pesta della polizia, il Sap aveva invitato gli aderenti a «osservare un minuto di silenzio» per via del processo ai Nocs e della vicenda giudiziaria del capitano De Santls. Negli uffici, ci dicono, questo invito è stato accolto. Molto più duro è l'atteggiamento assunto dal rappresentanti del sindacato autonomono di polizia espresso in una nota dopo un incontro tra il vicesegretario nazionale, Virgilio Flchera, componenti l'esecutivo, dirigenti del Sap regionale e provinciale, esponenti venuti dalla Sardegna. Questi rappresentanti del sindacato autonomo di polizia, è detto nel comunicato, «rilevano che non è stata ammessa nel processo contro i Nocs l'audizione di testimoni che, per indiscutibile conoscenza dei fatti, avrebbero serenamente contribuito all'accertamento della verità sul comportamento tenuto dagli imputati durante e dopo l'operazione che portò alla liberazione del generale Dozier». Sostengono che appare abnorme che tale processo sia proseguito nei confronti degli imputati, essendo stata stralciata la posizione del commissario Oenova dopo la sua elezione al Parlamento, «nonostante sussistessero precise ed insuperabili ragioni di stretta connessione che erano e restano inscindibili per un corretto accertamento dei fatti». Poi, i rappresentanti del Sap sferrano un attacco contro il rappresentante dell'accusa per il processo all'ufficiale di polizia: «Deploriamo il comportamento tenuto dal pubblico ministero del tribunale di Padova, dott. Vittorio Borraccetti, all'udienza dibattimentale dell'S luglio contro il capitano De Santis, imputato di falsa testimonianza, allorché tale magistrato, nel chiedere il rigetto di alcune prove testimoniali, ebbe ad affermare che una di queste era persona che aveva già deposto il falso, che sicuramente avrebbe continuato a deporre il falso, e della quale avrebbe chiesto l'incriminazione qualora fosse stata presentata al tribunale». Nel passo successivo di questo duro comunicato, gli esponenti del sindacato autonomo, di polizia «esprimono lo sconcertante dubbio che la stessa istruttoria penale condotta a suo tempo contro i Nocs, sia viziata da incompletezza e che alcuni testimoni addotti dall'accusa abbiano deposto al giudice istruttore non sentendosi pienamente liberi nel riferire i fatti; riservano, nell'ambito della legittimità e nel pieno rispetto della legge che quotidianamente difendono, ogni iniziativa utile a chiarire le circostanze nelle quali si sono svolti i suddetti procedimenti penali». E il processo ai Nocs procede con l'ultima fila di testimoni. Questa udienza registra un altro episodio burrascoso quando depone Umberto Improta, attuale capo dell'Uclgos, che prese parte alle operazioni per la liberazione di Dozler. Dal pubblico composto in maggioranza da poliziotti si levano un applauso e grida di «Bravo!» laddove Improta parla di interrogatori e del «dovere di difendere le istituzioni e lo Stato». Immediato intervento del pubblico ministero: «E' la seconda volta che dobbiamo subire un oltraggio del genere. Chiedo che vengano identificati quelli della prima fila che hanno applaudito». E avvertimento del presidente Allprandi: «Voglio che il pubblico rimanga, ma non costringetemi a prendere provvedimenti». Giuliano Marchesini

Luoghi citati: Genova, Padova, Sardegna