Un Missing italiano sul dramma-mistero del DC9 che s'inabissò in mare a Ponza di Lietta Tornabuoni

Un Missing italiano sul dramma-mistero del DC9 che s'inabissò in mare a Ponza INCONTRO COL REGISTA TEDESCO LENTI IN ITALIA PER PREPARARE IL FILM Un Missing italiano sul dramma-mistero del DC9 che s'inabissò in mare a Ponza ROMA — «E' un falso mistero che mi appassiona: ne farò un Missing italiano, un film d'avventura politico», dice il regista tedesco Sebastian Lenta. Come un investigatore, da giorni gira l'Italia facendo domande, ispezionando aeroporti e isole, incontrando famiglie colpite dal lutto, cercando nuovi dettagli e verità sullo pseudo-enigma già quasi dimenticato dalla nostra smemoratezza, sul dramma italiano che vuol raccontare. Tre anni fa, alle nove di sera d'un venerdì, il 27 luglio 1980, un acreo DC9 della società Itavia, partito con due ore di ritardo da Bologna per Palermo nel volo IH870, s'inabissò in mare tra le isole di Ponza e di Ustica. Morirono nel disastro ottantuno persone. I corpi di molti non vennero mal ritrovati; né mal fu chiarito con certezza il perché della tragedia. «L'aereo non è stato colpito da un missile, nella sona non erano in corso manovre aeronavali della Nato», si affrettò a dichiarare il Ministero della Difesa italiano. «Fuori d'Italia era quasi ovvio die ci fosse di messo un missile lanciato da una base della Sesta Flotta americana in Sardegna», dice Sebastian Lentz. «Questa era l'ipotesi di molti reportages giornalisti e televisivi non soltanto tedeschi, pure convinti che la Nato fosse intervenuta per occultare informasioni e sottrarre prove. Ma il mio film non fornisce risposte definitive, almeno per ora. Il titolo americano è Route 13, denominasione del corridoio aereo tra Napoli e Palermo. Il titolo tedesco è Una scheggia nella gamba: allude, alla scheggia metallica trovata nel polpaccio d'una vittima, il marito della mia protagonista, che' fornisce la prova materiale dell'urto tra il missile e l'aereo». Il film vede muoversi intorno ai misteri dell'aereo precipitato soprattutto tre personaggi: Anna, una dirigente Industriale di Dallas, Texas, il cui marito è morto nel disastro; Lucio, un fotoreporter italiano che vuole capire e rivelare la verità; il professor Washburn, componente la commissione d'inchiesta sul caso nominata dal governo degli Stati Uniti. Attraverso avventure, angosce, notti amorose, attentati e pericoli, alla fine tutti i documenti che testimoniano la responsabilità militare americana vengono raccolti, il fotoreporter li porta con sé per renderli pubblici: ma la sua automobile di colpo prende fuoco ed esplode, lui muore, ogni prova scompare arsa dalle fiamme. «Né un documentario, né un film esclusivamente avventuroso: piuttosto una storia di persone distrutte, di individui impotenti di fronte a un potere multifacce e multinazionale», dice il giovane regista. Nato in una famiglia di convinti pacifisti, gli riesce naturale ispirarsi alla polemica sui missili che è adesso centrale in Europa; ma non ama la propaganda, mentre gli piace molto «il cinema popolare con uno sfondo morale», quel «cinema di intrattenimento problematico» nel genere di Missing o de La sindrome cinese con cui si può, secondo lui, «divertire ad alto livello». E non è curioso che a un simile evento accaduto in Italia s'appassioni un regista tedesco? «/ rischi dei missili e della presema militare americana in Europa, che rappresentano lo sfondo del film, ci riguardano purtroppo tutti. Personalmente, per temperamento e mentalità, io mi sento più italiano che non nato a Monaco». Diplomato alla severa scuola di cinema di Monaco, aiutoregista di Emmerlch, autore di cortometraggi e lavori televisivi, Sebastian Lentz appartiene alla nuova generazione di registi tedeschi, legata agli Stati Uniti da fortissimo amore critico, che non hanno scelto Hollywood ma il Texas. A Dallas e Houston fa cinema industriale e commerciale: «Adesso tutti i cineasti vogliono correre in Texas, in tutti i festival internazionali vengono presentati film prodotti in Texas. Si capisce: è il posto dove ci sono più soldi, più dinamismo e voglia di fare, più fiducia nelle personalità emergenti; dove i sindacati quasi non esistono, e produrre costa quindi meno che in Europa. Altro die California: per il cinema è il Texas, la Nuova Frontiera». Lietta Tornabuoni

Persone citate: Houston, Sebastian Lenta, Sebastian Lentz, Washburn