Meno democristiano, non meno cattolico di Lietta Tornabuoni
Meno democristiano, non meno cattolico Meno democristiano, non meno cattolico Leggo su La Stampa del 2 luglio l'intervista condotta da Lietta Tornabuoni a personaggi della cultura italiana circa la crisi della de. Il parere del padre Bartolomeo Sorge, gesuita, «Paese meno cristiano», a mio modesto parere di elettore di 77 anni aculturato, è perlomeno peregrino, è accusa gratuita se rapportato alla grave perdita di consensi ottenuti dalla de. Probabilmente,'una buona parte del Paese è diventata più cristiana in senso lato, esige da parte di tutte le istituzioni etichettate «cristiane» una testimonianza più consona con l'Evangelo di Gesù Cristo. D'altro canto, «Paese meno cristiano» suona anche offensivo verso tutti quel cristiani italiani (e non sono pochi) che pur tesi a superare (e non è facile) le proprie debolezze umane per essere fedeli all'Evangelo, non si identificano con la «Santa Romana Chiesa - e tanto meno con la de. Non sarà che, fra tanti egoismi e antagonismi che purtroppo dividono il Paese, si voglia ancora riaccendere l'antica e nefasta «querelle» fra cristiani buoni (romani) i cristiani cattivi (eretici ecc.), cristiani di serie A e cristiani di serie B, cristiani della prima ora e cristiani dell'ultima ora? A Ido Canale, Ivrea Leggendo l'articolo di Lietta Tornabuoni del 3 luglio sono rimasto perplesso dalle espressioni che la giornalista porta a riguardo di quanto il prof. Bobbio sostiene. Interpretare le motivazioni molto varie e complesse di un voto, dice Bobbio, è difficilissimo. La «questione morale» può avere influito secondo lui, sul risultato elettorale socialista piuttosto che su quello democristiano: «Alla moralità o al la corruzione, l'elettorato di un partito conservatore è meno sensibile dell'elettorato di sinistra». Come conservatore, se cosi devo essere definito per il voto che dò, non essendo un ideologo, ma un semplice operatore economico, rispettoso delle leggi e del doveri, procurando attività anche per gli altri, questo parere espresso dal prof. Bobbio non mi sembra obiettivo, tanto più se il prof. Bobbio si considera elettore di sinistra. E poi continua, «al lupo sovietico nessuno pensa più, il Paese è cambiato, la lotta politica è più pragmatica, il par¬ tito comunista è un partito come tutti gli altri». Se cosi fosse, darebbe ancor più fiducia se cambiasse an che sigla. Sara diventato un partito in Italia come tutti gli altri, perché è racchiuso in un sistema economico liberistico, e per quanto ne possono dire i comunisti o gli eurocomunisti all'italiana anch'essi ne usufruiscono economicamente, ed una vera e corretta analisi tributaria agli onorevoli di tutti 1 partiti in buona parte ce lo potrebbe confermare. Prosegue dicendo il prof. Bobbio: «La de ha perduto i suol clienti peggiori, quelli che danno il voto non per ragioni positive, ma per paura: quelli che stavolta hanno magari votato per il movimento sociale italiano, l'unico partito che ancora risponda a simili spaventi irrazionali, arcaici». A! contrario, lo non de posso anche pensare che la stessa non ha perduto i suoi clienti peggiori, ma semmai, i suol clienti migliori, quelli onesti stufi, che si sentivano mortificati nel riconfermare il voto, nel vedere certi uomini della de intrigati in continui scan daM' Gregorio A boo, Torino
Persone citate: Bartolomeo Sorge, Bobbio, Lietta Tornabuoni
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