L'onorevole Toni Negri si presenta di Giuseppe Zaccaria

L'onorevole Toni Negri si presenta a e e Conferenza stampa dopo un cappuccino e due cornetti presi alla «bouvette» di Montecitorio L'onorevole Toni Negri si presenta ROMA — L'altra sera, appena giunto da Rebibbia in casa di amici, raccontano abbia sfogato la gioia facendo capriole su un tappeto. Poi, ieri mattina, prima dell'attesa conferenza stampa, rapida sottolineatura del nuovo -status»; un cappuccino e due cornetti presi alla -buvette» di Montecitorio in compagnia di Roberto Cicciomessere. E adesso, eccolo qui l'onorevole Toni Negri, stretto dietro un tavolone fra i leader radicali, in uno stanzone di via di Torre Argentina che trabocca di gente. I fotografi vanno all'assalto, molti protestano. Marco Pannella premette, interviene, chiarisce, chiosa. Una cronista spagnola commenta: «Se continua così. Negri scappa via e torna a Rebibbia Ma, evidentemente, l'interessato non ne ha alcuna intenzione. -La mia libertà si spiega per sé stessa — esordisce —. Sia chiaro, prima di tutto, che in questo mio presentarmi a voi non c'è alcuna arroganza, neanche di fronte alle istituzioni. Piuttosto, un invito a stimolare fino in fondo la discussione sull'incredibile modo in cui io ed i miei compagni starilo stati processati a mezzo stampa, prima ancora che le accuse fossero non dico provate, ma indicate con sufficiente chiarezza...». E' una lunga premessa, che contiene anche un'affermazione subito colta e rilanciata dai giornalisti presenti. «JVessuno di noi si presenta qui come innocente...», dice Negri: intende dire che il dibattito politico che d'ora In poi intende aprire, non si fonderà sulla responsabilità o meno degli imputati del «7 aprile», ma sull'esistenza delle leggi sulla carcerazione preventiva, sulla «necessità di distruggerle per restaurare la possibilità di un confronto politico e legale». Quattro anni e tre mesi di carcere cambiano molte cose, anche il linguaggio. Sudato, stanco ma sempre molto attento, anche Negri ammette che questi anni l'hanno reso -meno ottimista, e forse anche meno lineare». Ogni tanto, è vero, dice ancora «meccanismo specchiale» per definire la corrispondenza fra terrorismo e leggi sul pentiti, per indicare l'altra faccia di quella medaglia che, dice, dev'essere infranta se si vuole uscire definitivamente dalla spirale della violenza. Ma adesso parla di -attività trasformativa», e non -sovversiva». Quando parte in una definizione del «movimento» subito si corregge: «Non poteva... anzi non doveva arrivare al terrorismo». Almeno all'inizio, spiega farà parte del gruppo radicale. I rapporti col resto della sinistra? «Le responsabilità del pei nel "caso 7 aprile" sono enormi. Ma ormai penso che l'opinione pubblica abbia capito l'importanza di certi temi, l'iniquità di certe leggi. E credo che la discussione si possa, si debba riaprire». E' vero che ha chiesto di essere scortato? -Assolutamente, no: in una delle ultime udienze al Foro Italico, ho chiesto al responsabile delle scorte cosa avrei potuto rischiare una volta fuori. E quello ha diffuso la voce che io avessi chiesto protezione. Non ne so nulla». Quali saranno, adesso, i suoi rapporti con quel che resta dell'Autonomia? -Io, lo dico da anni, riconosco solo l'autonomia con la "a" minuscola, non mi interessano i piccoli gruppi che sopravvivono a sé stessi. La mia attenzione si rivolge solo a chi oggi è in grado di inserirsi in questo processo di trasformazione sociale». In qualche momento, nelle risposte dell'onorevole Toni Negri sembra che la scelta radicale e non violenta sia derivata dal fallimento dell'esperienza opposta. C'è un attimo in cui, rispondendo a una lun ga domanda sulla carica di violenza del dopo '68, il professore risponde: «O questa violenza sei capace di organizzarla e regolarla, o diventi un non violento Ma sono solo dettagli. L'unica fase in cui Toni Negri sembra ritrovare l'antica grinta, è quella in cui gli viene posta la domanda: cosa pensa del modo in cui è stato gestito finora il processo? -E' stato grandemente influenzato dall'impianto dell'accusa — risponde —. La~~nostra battaglia, finora, è consistita nel tentativo di dimostrare che esiste anche un'altra verità. Non abbiamo potuto fare altro. Lo show-down avverrà nel momento in cui si presenteranno i "pentiti". Portateceli, una buona volta! Vogliamo Fioroni, Barbone, la Rosen eweig! Tutta gente che ha dicci omicidi sulle spallel Vogliamo averli davanti, questi signori! Ormai, per reggere un'accusa sempre più traballante, non è rimasta che la soluzione di altri mandati di cattura, di altri processi...», n resto, è consistito In un lungo, argomento, circostanziato giudizio dell'onorevole Toni Negri sul giudice Calogero, quello che lo ha tenuto in carcere per quattro anni. Ma a riferirlo può essere soio il neo deputato. Lui, ha l'immunità parlamentare. Giuseppe Zaccaria

Luoghi citati: Rebibbia, Roma