A pesca nella laguna di pietra di Giorgio Martinat

A pesca nella laguna dì pietra Bolca e i suoi «misteri fossili» in un itinerario unico al mondo A pesca nella laguna dì pietra Lo straordinario giacimento nel Veronese offre intatti piante e animali del Paleolitico - Aperte al pubblico le due gallerie in cui si estraggono i fantastici «pezzi» VERONA — L'inaugurazione a Verona di una mostra sul fossili della «laguna pietrificata» di Bolca ha riproposto questa amena località dei Lesslni orientali tra le mete del cosiddetto turismo «colto », propiziato dalla stagione estiva. A Bolca si arriva lasciando l'autostrada «Serenissima» a San Bonifacio, quasi a mezza via tra Verona e Vicenza, e imboccando la provinciale che risale la valle dell'Alpone, ricca di viti, ciliegi e castagni, fino a Vestenanuova e di qui alla frazione che ha dato il nome al più ricco e vasto giacimento paleontologico che esista al mondo. Risale a circa sessantamila anni fa, quando 11 mare lambiva le Alpi orientali. Oggi il panorama è tipicamente alpino: a Nord si profila lo spettacolo suggestivo delle «Piccole Dolomiti», con li Monte Grappa, il Pasubio e l'Altopiano di Asiago. E' un territorio ricco di corsi d'acqua, che hanno scavato canaloni profondi e si rompono spesso in cascatene argentee: le più note sono quelle della località «Stanghellini... Ma all'alba del mondo era una laguna tropicale, con palme alte fino a cinque metri, finché un'improvvisa catastrofe (chi dice esalazioni di anidride carbonica sprigionata da fenomeni vulcanici, chi un prodigioso sviluppo della massa di plancton che avvelenò l'ambiente) provocò la morte di tutti gli abitatori delle acque c una rapidissima sedimentazione ne imprigionò 1 corpi nella roccia. Fu il Rinascimento, con il suo nuovo interesse per i fenomeni scientifici, a riscoprirli. Il primo a parlarne fu il celebre botanico senese Pietro Andrea Mattioli, che nel 1552 scriveva: «Sono state portate dal Veronese alcune lastre di pietra, in cui. sfendendosi per mezo, si ritrovano scolpite diverse specie di pesci con ogni lor particola conversa in sasso*. Da circa duecento anni il privilegio di «pescare» 1 fossili nella laguna morta appartiene a una famiglia del luogo, la famiglia Cerato. Secondo l'ultimo di questa stirpe di «pescatori», Massimiliano, sono stati estratti fino ad ora dai fianchi della montagna circa centomila «pezzi». Almeno duemila si sono rivelati di estremo interesse scientifico e figurano oggi nel musei di tutto il mondo, da Lione a Ginevra, da Londra a Berlino, da Vienna a Madrid, da Leningrado a Princeton, Harvard, Filadelfia. Appartengono a oltre 500 specie, dalle palme al «crocodilus vicentinus* lungo quasi due metri, dallo splendido «Eoplatax papilio., alto quasi un metro, che riproduce le ali multicolori del¬ la farfalla, alle varie specie di rombi lunghi qualche decina di centimetri, al grandi squali e alle raje: tutti molto slmili al pesci esistenti oggi nei mari della Cina e della Malesia. Le «cave» sono otto, In un raggio di pochi chilometri. Ora, per 1 visitatori, è stota organizzata la più interessante «passeggiata paleontologica» che oggi sia dato fare. E' percorribile parte In automobile, parte a piedi, va dal monte Spllecco al monte Purga al monte Vegroni (più che monti, sono alture che s'innalzano da seicento a mille metri circa), alla contrada Loschi, ai due giacimenti di monte Postole, a Valecco e al cuore del la «laguna pietrificato», la cosiddetto «Pessara». cioè pe¬ schiera, che ha preso 11 nome appunto dall'abbondanza dei ritrovamenti. Qui, in una parete di roccia, si aprono le due gallerie in cui si lavora attualmente all'estrazione del fossili. La vecchia e la nuova galleria sono stote collegate tra loro con un tunnel e illuminate artificialmente, cosi che il visitatore dopo aver appreso, nel corso della passeggiata, 1 segreti della formazione dei fossili, può assistere al momento magico in cui vengono estratte le lastre di pietra che subito dopo, su un ampio piazzale, saranno separate con cauti colpi di scalpello, fino a rivelare le creature mummificate nei millenni. Giorgio Martinat

Persone citate: Pietro Andrea Mattioli, Stanghellini, Veronese