Legale latitante scrive «Non ho aiutato Rosso»
Legale latitante scrive «Non ho aiutato Rosso» Memoriale dell'avv. Capelli alla corte d'assise di Milano Legale latitante scrive «Non ho aiutato Rosso» MILANO — E' ancora «Rosso», la formazione autonoma per l'appartenenza alla quale 97 persone sono state rinviate a giudizio davanti alla seconda corte d'assise di Milano, al centro della requisitoria del pubblico ministero Maria Luisa Dameno che, nella seconda giornata del suo intervento, ha passato in rassegna le singole posizioni degli imputati. Personaggi di spicco con percorsi successivi estremamente diversi tra loro come Corrado Alunni, Giuseppe Fabrizio, Giuseppe Memco, Luca Colombo, Marco Barbone ed altri si sono alternati nel lungo elenco della pubbli¬ ca accusa a posizioni processuali di minor rilievo e a richiami ai latitanti. Fra questi l'avv. Giuseppe Capelli che ha fatto giungere alla corte un suo memoriale definito dal pubblico ministero -la migliore accusa contro di lui-. Capelli, di cui il pubblico ministero ha sostenuto le pesanti responsabilità, sia per la «commissione carceri» di «Rosso» sia nel tentativo di evasione di Roberto Serafini dal carcere di Monza, si è dichiarato innocente specificando di aver sempre agito nei limiti della sua professione ma ha invocato 1 benefici della legge sui «pentiti». Nell'udienza di ieri è arriva¬ ta in aula la prof. Laura Motta rlarrcstata, dopo la scarcerazione per motivi di salute, 11 6 giugno scorso su mandato di cattura della Procura di Peugia. L'accusa mossa nei suoi confronti dal «pentito» Antonio Marocco è di aver concorso con altri, tra cui Toni Negri (ieri, durante l'udienza, non c'è stata nessuna reazione dalle gabbie alla lettura della sentenza di non procedibilità per il neodeputato), alla fallita evasione del brigatista Rossomario Maraschi dal carcere di Perugia nel 1977. L'istruttoria è stata ora trasmessa per competenza da Perugia a Milano e sarà prò prlo al giudice istruttore mi lanese dott. Grlgo che il legale della Motta, aw. Oreste Dominion!, presenterà istanza di scarcerazione. La responsabilità della professoressa, che ha compiuto una scella di dissociazione dalla lotta annata, sarebbe stata messa in dubbio dallo stesso «pentito» durante un confronto tra i due avvenuto a Perugia. La Motta avrebbe specificato che, su Invito di Alunni, la segreteria di «Rosso» esaminò la possibilità di collaborare all'evasione dati do però parere negativo. Fu invece la «commissione carce ri», cui la Motta ha sostenuto di non avere partecipato, ad attuare il progetto.
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