Reagan ordina: fuori la verità L'Fbi può interrogare anche me

Reagan ordina: fuori la verità LFbi può interrogare anche me Al suo staff il presidente chiede di parlare sul «debategate» Reagan ordina: fuori la verità LFbi può interrogare anche me Nessuna accusa ai collaboratori ma un monito: tutti devono collaborare con la polizia federale - Non smentite le voci sulla sua seconda candidatura alla Casa Bianca DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — Pochi giorni dopo l'annuncio di Bush che Reagan si ripresenterà candidato alle elezioni nell'84, il presidente ha ordinato al suo entourage della Casa Bianca e ai membri del suo governo di ••portare allo scoperto» lo scandalo del «debategate-, ossia dei documenti di Carter trafugati tre anni fa, in piena campagna elettorale, alla vigilia del cruciale dibattito televisivo tra i due leaders. Il presidente non ha rivolto alcuna accusa ai suoi collaboratori, e continua a credere alla loro innocenza, ma ha detto con fermezza che essi devono -collaborare al massimo con l'Fbi-, la prestigiosa polizia federale che sta indagando sulla vicenda. -Io stesso sono a sua disposizione — ha aggiunto — se desidera interrogarmi. Voglio che venga fuori lai'erità-. Reagan ha reso chiara la sua posizione al tradizionale raduno mattutino del suo entourage. Il portavoce Speakes, che era presente, ha cosi riassunto il suo intervento. «Il presidente è entrato d'improvviso in sala alle 8,15. Di solito non partecipa alla riunione. James Baker, che dirige i lavori, si è alzato e gli ha lasciato il posto. "Voglio che tutti alla Casa Bianca riferiscano all'Fbi quello che sanno", ha detto il presidente. "Dobbiamo arrivare al fondo della questione". Poi si è voltato verso Meese, die tiene i rap- e porti col gabinetto: "Istruisci in questo senso tutti i membri dell'amministrazione", ha aggiunto. Per ultimo ha chiesto al consulente legale, Fred Fielding, di controllare che i suoi comandi vengano eseguiti, professandosi pronto a parlare all'Fbi'. Secondo i reganauti, le dichiarazioni di Reagan hanno avuto un triplice significato. Il primo è stato di rendere chiaro che, a differenza di Nixon nel Watergate, dieci anni fa, il presidente si preoccupa che tutto si svolga alla luce del sole. Il secondo, di ammonire 1 suoi seguaci che si fossero eventualmente macchiati di un illecito di non sperare nella sua protezione. E il terzo, e più importante, di segnalare ai suoi avversari che lo scandalo del «debategatenon influirà sulla sua decisione di ripresentarsi candidato nell'84. Reagan non ha ancora annunciato ufficialmente di volere un secondo mandato, ma non ha smentito l'annuncio di Bush. Lo scorso week-end ha inoltre confidato al Los Angeles Times che non si ritirerebbe volentieri, «perché si annoterebbe-. Alla Casa Bianca vi è notevole fiducia nella rielezione del leader repubblicano. A parere del suo entourage, il suo punto forte è l'economia. Il prodotto nazionale lordo con tinua a salire — si parla del 6 per cento in termini reali. La disoccupazione incomincia a scendere, sia pure marginalmente — ieri è passata al 10 per cento. Il dollaro rimane molto solido. Anche i sondaggi d'opinione, sino a pochi giorni fa negativi per Reagan sono ora a suo favore. Il presidente risulta vincitore col 44 per cento dei voti contro il 42 per cento sul suo rivale più quotato, il senatore ed ex astronauta Glenn, e col 44 per cento dei voti contro il 38 per cento sull'ex vicepresidente di CnmsmmccJ Carter, Mondale Sebbene i giornali continuino a dedicarvi articoli di prima pagina, il «debategatesembra tuttavia uno scandalo modesto. Ieri, il New York Times ha prospettato l'ipotesi che la «talpa- reganiana nel campo di Carter fosse Jerry Jennings, un membro del Consiglio di sicurezza nazionale neH'80, oggi direttore dell'Ufficio della scienza e della tecnologia della Casa Bianca. Jennings è un ex agente della Cia e ha lavoralo anche per l'ex presidente Ford. Ma il suo nome è stato fatto da un suo nemico politico, Richard Alien, consigliere di Reagan nell'81, poi costretto a dimettersi, e c'è il sospetto che si tratti di un regola mento di conti. Anche l'ipotesi che i carteriani fossero stati infiltrati da Mata Hari repubblicane, ipotesi avanzata dalla commissione inquirente della Camera, rischia di perdere credito dopo le smentite e le proteste delle persone. Ennio Carctto

Luoghi citati: Los Angeles, New York