Le Compagnie petrolifere straniere vogliono lasciare il mercato italiano
Le Compagnie petrolifere straniere vogliono lasciare il mercato italiano DRAMMATICA DENUNCIA IERI ALL'ASSEMBLEA DELL'UNIONE PETROLIFERA Le Compagnie petrolifere straniere vogliono lasciare il mercato italiano Accusano il governo di disinteresse - Conti in rosso per duemila miliardi nell'82 - Albonetti riconfermato presidente ROMA — Le compagnie petrolifere private si preparano a lasciare l'Italia. Motivi: i conti sempre più «in rosso» (le perdite nel 1982 sono ammontate a 2000 miliardi, di cui la metà imputabile all'Eni) e l'incuria del governo e del Parlamento verso i problemi del settore. L'avvertimento viene da Achille Albonetti. riconfermato ieri dall'assemblea dell'Unione petrolifera presidente per altri-due anni. «Non facciamoci illusioni — ha detto — le rare compagnie multinazionali che ancora operano sul mercato italiano non continueranno a lungo a portare denaro nel nostro Paese per ripianare le perdite provocate da una politica energetica e petrolifera insensata o inesistente-'. E ancora: «Si continua a vivere alla giornata. E' impossibile programmare; gli investimenti nel settore vitale della raffinazione, ed anche, in quello della distribuzione, sono sospesi o ridotti al minimo; le compagnie accentuano la tendenza ad importare prodotti e a trasformarsi in aziende commerciali, preludio al disimpegno'». Eppure, per scongiurare questo pericolo, ha osservato Albonetti, basterebbe mandare avanti il piano energetico nazionale che assegna al petrolio in Italia un ruolo cruciale (anche di fronte agli «enormi ritardi» nello sviluppo delle fonti alternative) e che sottolinea la necessità di permanenza sul mercato del le compagnie integrate, «ìndi spensabili per garantire la sicurezza degli approvigionamenti». Finora, invece, «nulla o quasi è stato fatto per avviare a soluzione almeno i più pressanti problemi». Ma ancora «più sconcertante è la consta Iasione che mai negli scorsi mesi il governo ha richiamato l'attenzione del Parlamento o delle forze politiche sulla gravità della situazione». Ed ecco spiegata la «grande fuga» ; dopo l'abbandono di importantissime compagnie straniere come la Shell, la Bp, La Conoco, la Cities Service e la Marathon, la Gulf ha chiuso nei mesi scorsi l'unica raffineria che possedeva in Italia. L'Amoco ha lasciato nelle scorse settimane, mentre di recente la Chevron ha manifestato preoccupanti sintomi di insofferenza». C'è poi la Esso che ha denunciato perdite operative senza precedenti e cosi la Total ed altre importanti società. L'Unione petrolifera non si limita comunque alla denuncia di un settore «in rovina». Bella e pronta, ha pure una ricetta per rimediare a guasti cosi devastanti, a condizione che il nuovo governo e il nuovo Parlamento mostrino «responsabilità, coraggio, volontà». Secondo Albonetti si dovrebbe: riconfermare in via definitiva il regime di sorve gllanza per il gasolio, attualmente in vigore in via speri e li ao el Il 40 ipo el i o a to n a. mentale fino a tutto luglio; estendere il regime di sorveglianza anche alla benzina e al Gpl; cancellare il provvedimento che ha abolito la dilazione del pagamento delle imposte da parte delle compagnie petrolifere sui prodotti che escono dalle raffinerie; abrogare la misura che ha elevato da 90 a 100 giorni di consumo le scorte obbligato rie e che dovrebbe scattare nel prossimo novembre. Il presidente dell'Unione petrolifera ha poi ammonito a non cantare troppo presto vittoria per l'attuale stabilità dei prezzi del petrolio e per l'abbondanza degli scorsi me si.«GH esperti più autorevolnon scartano l'ipotesi di nuovaumenti, dovuti ad una domanda crescente e alla relativa rigidità dell'offerta». I consumi petroliferi di giugno confermano il trend negativo del primo semestre '83 con una contrazione più accentuata (—6,8) negli oli combustibili, prodotto usato dallindustrie e nelle centraEnel, cosa che sottolinea perdurare della caduta produtiva. Secondo le prime stme ufficiose il valore globaldei consumi petroliferi si sarebbe stabilizzato nel mese dgiugno su 6 milioni e 300 miltonnellate (—3,3%) per un totale, nel primo semestrdell'83. di 44 milioni e settecentomila tonnellate. , Emilio Pucci CONSUMI IN ITALIA UN MILIONI DI TONNC LLAT [ I 1982 1983 GFMAMGLASOND
Persone citate: Achille Albonetti, Albonetti, Emilio Pucci
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