E Strasburgo chiede una «superverifica»

E Strasburgo chiede una «superverifica» E Strasburgo chiede una «superverifica» STRASBURGO — Il Parlamento europeo riunitosi ieri a Strasburgo ha chiesto alla commissione di Bruxelles di «riverificare» le decisioni prese il 29 giugno scorso per il contingentamento delle quote di produzione dell'acciaio comunitario, per conciliare — afferma una risoluzione dell'assemblea — «gli interessi economici e sociali con quelli della produzione». Il documento, approvato al termine del dibattito urgente proposto da tutti i gruppi politici dell'assemblea, chiede inoltre all'esecutivo comunitario di prolungare fino alla fine del 1985 11 dispositivo anticrisi e di prorogare, il 25 luglio prossimo, il sistema delle quote che — si legge nella risoluzione — «sono indispensabili alla sopravvivema dei bacini siderurgici più danneggiati». Il documento invita poi la commissione di Bruxelles a mettere in opera un programma di misure sociali di accompagnamento, in particolare con nuovi stanziamenti, per 330 milioni di Ecu (l'Ecu vale circa 1400 lire, quindi oltre 450 miliardi di lire), e ad avviare programmi di sviluppo regionale per i bacini siderurgici in crisi, che prevedano la creazione di nuovi Impieghi e il miglioramento delle infrastrutture re-, gionali. La risoluzione dei deputati comunitari chiede infine che vengano accresciuti a tale scopo i mezzi finanziari del Fondo europeo di sviluppo regionale, e che la commissione elabori al più presto una relazione sullo stato di avanzamento del processo di trasformazione dell'industria siderurgica comunitaria. La presa di posizione del Parlamento europeo è stata accolta con soddisfazione negli ambienti della commissione Cee, i quali sottolineano in particolare come la richiesta avanzata mercoledì nel testo originario In cui si chiedeva che l'esecutivo «riconsideri» le proprie decisioni, sia stata sostituita con una proposta di «riverifica» nel testo approvato ieri. A parere degli osservatori, la posizione dell'assemblea europea tende a isolare ulteriormente il governo italiano, il quale, in sede di prenegoziato in vista della riunione del 25 luglio, aveva minacciato di opporre il proprio veto alla proroga dell'articolo 58 del trattato Ceca sul contingentamento delle quote di produzione. A larga maggioranza, infatti, l'Europarlamento si è pronunciato ieri in favore della proroga dell'artìcolo 58. Intervenendo nel dibattito, il portavoce democristiano Mario Pedini ha ribadito la necessità che il mercato siderurgico europeo sia «controllato e guidato dalla comunità», sia per evitare «guerre economiche distruttive, sia per ridargli competitività mondiale». L'esponente de tuttavia ha messo in dubbio l'esattezza delle valutazioni dell'esecutivo circa la scala produttiva dei vari Paesi ed ha chiesto il varo contestuale di misure di riconversione, di alternative industriali e di programmazioni regionali nonché una dilazione di tempo per le zone più colpite, quali Napoli e Genova. Il portavoce comunista Angelo Carossino. dal canto suo, ha sottolineato come in Italia.la richiesta di un'ulterioreP. riduzione di 3,46 miJlpQj^i ^tonnellate delle capacità produttive della siderurgia abbia provocato un »vero e proprio terremoto politico», ed ha respinto la proposta di dissoluzione della Ceca: « Questo—ha affermato — provocherebbe un ritorno ad una rovinosa guerra dei pressi dell'acciaio e all'adozione di misure protezionistiche do parte degli Stati». L'esponente comunista ha anche contestato le decisioni della commissione. «non ispirate a criteri di equità» e basate su previsioni troppo pessimistiche e ha chiesto che si tenga maggior conto, nella fissa' zione delle quote, del livello tecnologico degli impianti e del grado di autoapprov vigionamento produttivo di ogni singolo Paese, r. s,

Persone citate: Angelo Carossino, Mario Pedini

Luoghi citati: Bruxelles, Genova, Italia, Napoli, Strasburgo