La scomparsa di Emanuela Si cerca una vecchia auto di Giuseppe Zaccaria

La scomparsa di Emanuela Si cerca una vecchia auto Sequestro politico o telefonata per depistare le indagini? La scomparsa di Emanuela Si cerca una vecchia auto Un vigile urbano ha visto il 22 giugno la ragazza parlare con un uomo che guidava una «Bmw-Touring» - Il Vaticano ammette di aver ricevuto la chiamata di un anonimo - L'assurdo ultimatum che propone lo scambio con Ali Agca, l'attentatore del Papa ROMA — La prima traccia, l'unica concreta, consiste finora nella marca e nel modello di un'auto. Ma potrebbe essere sufficiente: si tratta di un'auto che non viene più fabbricata da almeno dieci anni, e in Italia è ormai pozzo da amatore. Una «Bmw Tourlng». Già nelle prossime ore, attraverso le ricerche che si stanno compiendo al registro automobilistico, si dovrebbe poter capire se davvero la scomparsa di Emanuela Orlandi nasconde un sequestro politico, che mira a ottenere la liberazione di Ali Agca, l'attentatore del Papa, o se dietro la telefonata anonima che mercoledì ha fatto sorgere il «caso», ci sia invece solo un tentativo di depistare le indagini. A descrivere quell'auto, ieri, è stato un vigile urbano. Il pomeriggio del 22 giugno scorso, era in servizio dinanzi al Senato, nel pressi della «Ludovico da Vittoria», la scuola di musica frequentata dalla ragazzina. Uscita dall'istituto, Emanuela si è avviata verso la fermata del «66», l'autobus che avrebbe dovuto prendere per rientrare a casa. Ma prima di arrivarci, si era avvici' nata a una «Bmw», e si era messa a parlare con un uomo. Lo stesso che aveva incontrato prima di recarsi alla scuola, quello che le aveva promesso 375 mila lire per un lavoro di due giorni, collegato ad un inesistente «défilé» delle so relle Fontana. «Avevo notalo andie il primo incontro — sembra abbia raccontato il vigile — ma piti tardi, vedendo la ragazza tornare verso quella macchina, ho pensato che lei e l'uomo fossero ornici». Il collegamento fra lo sconosciuto e la scomparsa di Emanuela resta tutto da provare, ma si tratta pur sempre della sola pista che per il momento si può battere. Le ricerche dunque puntano tutte su quell'auto: a renderle meno complesse concorre il fatto che di «Bmw Touring» in Italia ne erano state vendute, una decina d'anni fa, poche centinaia. Il modello era molto particolare: l'unico fra quelli prodotti dalla casa bavarese ad essere dotato di un portellone posteriore. Sarà sufficiente, questo elemento, a chiarire, se non la sorte della ragazza, almeno i Uveri connotati di questa vi- rcenda? I magistrati si man- ctengono cauti: ieri Margheri- rp■ arvpsspannpdqpdta Gerunda, il sostituto che coordina l'indagine, ha riunito tutti i funzionari che partecipano alle ricerche di Emanuela. Anche Domenico Sica dsche segue la vicenda proprio nell'lpotesi che davvero na- scenda un'altra iniziativa terroristica, preferisce non sbi- , , i lanclarsi. Gli elementi per ora sono ancora troppo confusi. La domanda principale (perché un gruppo che vuole ottenere la scarcerazione di Ali Agca avrebbe dovuto rapi- re proprio la figlia di un qual- slasi dipendente vaticano?) resta per il momento senza ri- sposta. Ma dall'altra parte eslstono circostanze che non consentono di escludere subì- to l'ipotesi di un reale tentati- vo di scambio. Per esempio: prima ancora che papa Wojtyla dedicasse alla ragazza scomparsa la sua omelia di domenica scorsa, un'emittente vicina al Vaticano, «Teleradiosole», aveva de dicalo per giorni interi tutti gli «spazi» liberi delle sue trasmissioni ad appelli per il ri trovamento della ragazza. Ieri padre Panciroli, diret tore della sala stampa vaticana, ha riconosciuto che la te lefonata anonima fatta l'altro ieri all'Ansa conteneva una informazione esatta. Il Vaticano era stato avvertito. «E' vero — ha detto Panciroli nella tarda mattinata di martedì scorso c'è stata a un ufficio della Santa Sede una tele- fonata da trasmettere alla Se- greterìa di Stato. Non è vero, invece, che ci sia stala una co- municazione prima dell'Ange- lus di domenica scorsa». Se davvero la richiesta si ri- velasse «autentica», se davve- ro Emanuela Orlandi fosse in mano a un'organizzazione che vuole rirwere AH Agca, la serie dei problemi che si apri- rebbe sarebbe infinita. Agca, è vero, è in carcere per un de- Ulto commesso in Vaticano, ma scontata è anche la delega della Santa Sede alla polizia prima, e poi alla magistratura dello Stato italiano. L'ipotesi di una «restituzione» di Agca sarebe dunque semplicemen- te assurda. Più complicato ancora sarebbe capire—sem- pre nell'ipotesi in cui la pista ■ politica» dovesse rivelarsi autentica—i motivi di questa richiesta di scambio. Agca, è vero, ha più volte dato l'impressione di aver raccontato solo una parte di quello che sa. Già due anni fa, durante il processo (si era al 20 di luglio) annunciò, fra la sorpresa generale: «Se entro cinque mesi non vengo consegnato al Papa, comincerò uno sciopero della fame». " Nessuno capi il senso di questa affermazione: salvo poi, esattamente cinque mesi dopo, nel dicembre, scoprire cn , ,pche nel carcere di Ascoli Piceno (dopo un contatto col cappellano Mariano Santini, ora in carcere per l'inchiesta napoletana sulla «nuova camorra») Agca aveva deciso di «confessare». Anche le rivelazioni sulla «pista dell'Est», sul complotto bulgaro, potrebbero aver significato per il terrorista turco solo un tentativo di «avvertire» i suoi. Siamo, insomma, ancora nella fase del «tutto è possibile»: se nei prossimi giorni gli sconosciuti telefonisti si faranno nuovamente vivi, se r riusciranno a dare un nome alla loro «organizzazione», un senso al fumoso ultimatum di venti giorni (a partire da quando?) intimato l'altra mattina, il ricatto assumerà dimensioni meno confuse. «Noi non abbiamo avuto ncssun contatto coi presunti rapitori di Emanuela — dice il padre, Ercole Orlandi —; abbiamo saputo di questa richiesta dai giornali, aspettiamo che qualcuno si faccia vivo... L'unica cosa die ci interessa è che Emanuela ritorni presto a casa». Giuseppe Zaccaria R Il fll di Kl Oldi Pi il d El dll t (Tl Ansa) ncaladgMSlbsldf Roma. Il fratello di Knianuela Orlandi, Piero, e il padre Ercole escono dalla questura (Tel. Ansa)

Luoghi citati: Ascoli Piceno, Italia, Roma