Un duro di PI: «Non sono terroristi gli assassini del giudice Caccia»

Un duro di PI: «Non sono terroristi gli assassini del giudice Caccia» Per la prima volta nel bunker delle Vallette un imputato parla del delitto Un duro di PI: «Non sono terroristi gli assassini del giudice Caccia» Nicola Solimano ha accennato a una «guerra di bande che sta sconvolgendo il Paese» Perplessità fra i magistrati per la dichiarazione - Viscardi racconta come fu ucciso Galli «Gli assassini del procuratore Caccia non vanno cercati tra i terroristi di Prima linea. Se il magistrato è caduto, come si dice, in una guerra, si tratta certo di quella die è in atto tra le bande che stanno sconvolgendo questo Paese. Scaricare tutto sul terrorismo è semplice, come è tropjm ovvio agitare sempre lo spettro della lotta armata». Aggrappato alle sbarre della gabbia, Nicola Solimano, uno dei duri di PI, respinge l'ipotesi che la barbara esecuzione del procuratore capo abbia una matrice terroristica. E' la prima volta che un imputato, nei bunker delle Vallette, parla di Bruno Caccia ucciso il 26 giugno. Ma quale significato ha la sua dichiarazione? Cosa vuol dire quando, in modo piuttosto oscuro, parla di bande che sconvolgono il Paese? E soprattutto, cosa ne sa Solima no dei killer di Caccia? Lui è uno di Prima linea mentre fi nora le uniche rivendicazioni telefoniche dell'agguato sono delle Brigate rosse. I brigatisti, processati anche loro in questi giorni in un altro bun ker delle Vallette, non hanno invece detto nulla su Caccia. Dubbi, perplessità sulla di chlarazlone dell'imputato trovano consensi anche tra i magistrati impegnati nell'inchiesta sul delitto. Si fa notare tra l'altro che le frasi di Solimano su Caccia vanno inserite In un discorso di protesta contro il sequestro di documenti, lettere, foto compiuto dai carabinieri nelle celle delle Vallette. Chiuso il capitolo Solimano, il processo contro Prima linea ripreso con l'interrogatorio di Michele Viscardi. Il pentito lia rievocato ieri l'assassinio del giudice milanese Guido Galli (19 marzo '80) ucciso in un corridoio dell'Università Statale di Milano. «L'azione fu decisa perché Galli era un magistrato molto impegnato sul fronte del terrorismo, uno che aveva capito molte cose sulla lotta armata. Un nemico efficiente, quello die aveva fatto l'istruttoria su Corrado Alunni die proprio allora era processato», ha spiegato Viscardi. In quei primi mesi dell'80 il nemico efficiente» Galli era nel mirino anche di un'altra banda armata, la Formazione comunista combattente (di Marco Barbone). Viscardi: «Un giorno che stavamo controllando l'abitazione del giudice abbiamo notato gente sospetta die faceva la stessa cosa, erano quelli della Fcc». Prima linea «bruciò» sul tempo i concorrenti. Tranquillo racconta Viscardi: «Io, Bignami, Segio e Laronga tentammo di ucciderlo al mattino sotto casa ma lui non usci. Al pomeriggio, con Albesano al posto di Laronga, lo aspettammo alla Statale e neppure allora si fece vedere. In compenso qualcuno ci rubò le bici che avevamo lasciato fuori per la fuga». Ma i killer non rinunciato no all'assassinio. Il pomerig¬ gio del 19 marzo erano di nuovo in agguato all'Università. Agghiacciante il racconto del pentito: «Io, Bignami e Segio salimmo al secondo piano, vicino alla porta dell'aula dove doveva tenere una lezione, Albesano rimase di copertura nell'atrio, di guardia alle bici c'era Gambini. Il dott. Galli arrivò con i libri sotto il braccio, quando ci passò vicino Bignami esclamò: «Galli» e gli scaricò adosso la pistola. Io lanciai un candelotto fumogeno e urlai: "La bomba, la bompa". Poi scappammo». Il delitto di Galli provocò in Viscardi una crisi politica e personale che l'avrebbe portato mesi dopo alla dissociazione da Pi (cosi almeno ha detto ieri). Oltre che di Galli ieri s'è parlato anche di Alessandrini, l'altro magistrato ucciso da Prima linea a Milano. L'avv. Tarsitano, di parte civile per la famiglia Alessandrini, ha cercato ancora di scavare in quel delitto, so prattutto sulle motivazioni, sull'ipotesi di una «talpa», su strani bigliettlni riguardanti il giudice Inviati in carcere ad Alunni da PI. Dubbi che Vi scardi non ha chiarito. Oggi tocca a Marco Donat-Cattin. Nino Pietropinto

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