Assassinato un teste del processo contro la Superanonima sarda

Assassinato un teste del processo contro la Superanonima sarda L'omicidio rivendicato dal Mas Assassinato un teste del processo contro la Superanonima sarda NUORO — Giovanni Bo-lsco, 50 anni, nato a San Giorgio del Sannio (Benevento) e da alcuni anni residente a Dorgali, nel Nuore se, ex carabiniere e attualmente gestore di una pompa di benzina presso Dorgali, testimone a carico di un processo contro la superanonima, è stato assassinato verso l'una di ieri mattina da due uomini che hanno detto di appartenere al Movimento armato sardo (Mas), un'organizzazione criminale che si è già attribuita l'uccisione di 4 persone. Secondo quanto ha finora appreso la polizia, tre uomini armati di pistola si sono recati nell'abitazione di Bosco e gli hanno sparato quattro colpi in pieno petto uccidendolo. Prima di fuggire i tre malviventi hanno detto a un conoscente del benzinaio, dal quale si erano fatti accompagnare per trovare la casa dell'ex carabiniere: «Dite alle forze dell'ordine che siamo del Mas». Giovanni Bosco è stato ucciso per vendetta. Il benzinaio fu, infatti, testimone a carico di alcune persone condannate recentemente In assise a Cagliari per iì rapimento della studentessa nuorese Pasqualba Rosas, avvenuto nel capoluogo barbaricino alcuni anni fa. Due uomini, armati di f uci- le da caccia uno e di pistola l'altro, nonché di bombe a mano, hanno fatto irruzione ieri notte verso le 23 in casa del rappresentante Albino Mattioli, 29 anni, lungo la strada statale che collega Nuoro a Dorgali. Con la minaccia delle armi i banditi hanno costretto la moglie di Mattioli e una coppia di coniugi amici del rappresentante a recarsi in camera da letto dove sono stati rinchiusi. Mentre uno dei fuorilegge badava ai tre «ostaggi» l'altro ha chiesto a Mattioli di accompagnarlo con la sua vettura — una Golf — a casa di Giovanni Bosco. Giunti all'abitazione del benzinaio, il bandito ha costretto Mattioli a chiamare Bosco, dicendogli che aveva urgente bisogno di benzina. L'ex carabiniere ha aperto la porta e appena è uscito dalla casa è siato ucciso. Il bandito e Mattioli sono quindi tornati a casa di quest'ultimo da dove i due malviventi sono poi fuggiti con l'auto dello stesso Mattioli. A questi, hanno intimato di informare polizia e carabinieri solo dopo un'ora e di dir loro testualmente: «Abbiamo giustiziato uno che manda in galera tnnocen ri». La sigla «Mas» («Movimento armato sardo») ha fatto la sua prima comparsa il 23 giugno scorso a Nuoro quando una lettera, contenente un comunicato scritto con un pennarello rosso su un foglio di carta «uso bollo», venne recapitata a un redattore del quotidiano di Sassari La nuova Sardegna. Nel comunicato, che cominciava con la scritta •continua la campagna Peci». 11 Mas rivendicava l'uccisione del barista Claudio Balia, commessa a Mamoiada. nel Nuorese, il 15 giugno scorso. L'uccisione di Balia (fratello di Alberto, «pentito» nell'inchiesta sull'anonima gallurese) veniva motivata con la volontà di compiere «un'opera di risanamento nelle zone infette ove ormai il morbo di Giuda — era detto nel comunicato — sta distruggendo la moralità, Il buon vivere e le nobili tradizioni della società barbaricina». Nel comunicato del Mas (spedito il 17 giugno) si affermava anche che tutti i pentiti nei processi per sequestri di persona avvenuti nell'isola avevano i «giorni contati».

Luoghi citati: Benevento, Cagliari, Dorgali, Mamoiada, Nuoro, San Giorgio Del Sannio, Sardegna