Il Libano più rigido con Israele Per Shultz impreviste difficoltà di Tito Sansa

Il Libano più rigido con Israele Per Shultz impreviste difficoltà Senza risultati la missione del segretario di Stato; oggi la tappa cruciale di Damasco Il Libano più rigido con Israele Per Shultz impreviste difficoltà DAL NOSTRO INVIATO I BEIRUT — Risultato nullo per George Shultz, già alla prima tappa — quella di Beirut, considerata la più facile — che il segretario di Stato americano ha fatto ieri per quattro ore nella capitale libanese per dipanare la complicata matassa delle multiple occupazioni del Paese da parte di truppe straniere. Prima di ripartire per Damasco — la tappa più difficile del suo giro nel Medio Oriente — dove in serata ha incontrato il ministro degli Esteri Khaddam e stamane sarà ricevuto dal presidente Assad, Shultz ha fatto brevi dichiarazioni alla stampa insieme con il suo collega libanese Salem, ma non ha potuto dire altro se non che gli Stati Uniti vogliono il ritiro di «tutte» le truppe straniere, l'integrità del Paese e accordi, per il rispetto delle sue frontiere. In margine alla conferenza stampa nel palazzo presidenziale di Baabda, un alto funzionario libanese ha rivelato che i colloqui con il segretario di Stato americano non erano filati cosi tranquilli come dichiarato alla stampa. In ter¬ mini molto chiari—ha rivelato l'alto funzionario che non vuole essere citato — il governo libanese aveva detto a Shultz che Beirut si considera «esonerata» dal rispettare l'accordo firmato il 17 maggio con gli israeliani, se questi non ritireranno . completamente le loro truppe o per lo meno non presenteranno un calendario 'dettagliato e impegnativo» del ritiro stesso. Il piccolo Libano, che sul piano pratico non ha alcuna carta da giocare, ha Insomma fatto la voce grossa con gli Stati Uniti, affinché questi facciano pressioni a Gerusalemme e anche a Damasco, pur sapendo che in quest'ultima capitale Shultz troverà orecchie sorde. A Beirut, dove ci si rende conto che Shultz non è in possesso di mezzi con cui fare pressione sui siriani (i quali fin dall'inizio hanno respinto l'accordo israelo-llbanese per 11 ritiro contemporaneo di tutte le truppe straniere) si spera tuttavia che un qualche risultato possa venire strappato stamane dal segretario di Stato americano sulla base di quanto ancora ieri mattina a Gedda gli aveva detto il re dell'Arabia Saudita Fahd, che è il maggiore sostegno economico e finanziario della Siria. Interrogato in merito alle sue possibilità negoziali, Shultz ha detto: 'Non porterò in Siria un paniere pieno» e ha escluso categoricamente che le alture siriane del Golan (conquistate e annesse dagli Israeliani nel dicembre 1981) possano essere «oggetto di mercanteggiamento* per indurre l'esercito di Damasco ad abbandonare 11 territorio libanese. Negli ambienti politici di qui, dove si segue con simpatia la missione straordinaria del segretario di Stato, si ani' metteva ieri che le probabilità di successo di essa sono «pie cole, per non dire inesistenti». Tutti gli interlocutori degli americani si sono irrigiditi: gli israeliani minacciando il non rispetto dell'accordo che prevede lo sgombero totale, 1 siriani rifiutando assolutamente qualsiasi sgombero, i libanesi infine prospettando la denuncia dell'accordo Un funzionario governativo di Beirut ha ammesso iersera di condividere l'opinione degli irremovibili siriani secondo cui l'accordo israelo-llbanese debba considerarsi «defunto». Si constata ancora una volta che gli Stati Uniti hanno peccato di ingenuo ottimismo e calcolato male le reazioni dei Paesi interessati, Non si aspettavano il rifiuto totale della Sirla, sono stati sorpresi dall'annuncio del governo di Begin secondo cui gli israeliani rimarranno nel Li bano fino a quando vi stazioneranno i siriani e i guerrl glierl dell'Olp. Se poi, come il governo di Gerusalemme ha minacciato, vi sarà un ritiro solo parziale dell'esercito israeliano (già cominciato sulle montagne) la situazione si complicherà ulteriormente, in quanto, isti gate dalla Siria, già si stanno costituendo formazioni politiche libanesi di sinistra, intorno all'ex presidente Frangle, all'ex primo ministro Karami e al capo del socialisti drusi Jumblat, le quali rifiutano il regime del presidente Gemayel e del suo partito falangista. Secondo osservatori a Beirut il segretario di 8tato americano si trova «in un vicolo cieco» e va «cercando la quadratura del circolo». Si ammette tuttavia che la sua miS' sione da lui stesso definita «soltanto esplorativa», ha avuto un effetto Immediato, Impedendo che gli avvenimenti precipitassero (le truppe siriane nella valle della Be kaa si stanno comunque rafforzando). n futuro è una incognita, nonostante le parole rassicuranti pronunciate da Shultz e dal suo collega libanese Sa lem. Una spartizione definitiva del Libano viene oggi più che mai presa in considera' zlone. La chiave per sbloccare la situazione sta a Damasco. George Shultz vi si fermerà fino al pomeriggio, almeno per conoscere le vere inten ztonl di Assad. _ Tito Sansa