Platini, il felice «italiano» di Gian Paolo Ormezzano

Platini, il felice «italiano» Dopo il Mundialito si sente di sangue verdebiancorosso Platini, il felice «italiano» Vacanza alle Maldive con moglie e figli: «Parto contento, avete capito il mio gioco» Michel Platini tia rifiutato da amici, l'altra sera a San Siro dopo Juventus-Flamenoo, un piatto di ostridie con spumante italiano valido: «Devo aspettare la fine di Milan-Inter, pare che mi premino come migliore giocatore del Mundialito, e poi non voglio rischiare una intossicazione, devo passare tre settimane di vacanza piena». Il mattino dopo la serata bella di San Siro sarebbe volato alle Maldive, nel villaggio del Club Mediterranée dove già erano sua moglie e i suoi due figli. Michel Platini è un professionista allegro. I professionisti tristi sono abbastanza numerosi, sono la norma. Anzi, quando uno, die magari pratica un mestiere in teoria gioioso o almeno giocoso, come ad esempio il football, deve scusare o motivare la propria tristezza, dice: «Sono un professionista». .Ratini quando ancora non era un professionista di grossi impegni e vasti guadagni controfirmò un libro di un giornalista amico, un libro sulla sua vita, si intitolava «Le football en fète-, era il titolo giusto per il suo football. In una stagione di calcio italiano Platini si è cambiato, ami rivoltato tutto, per tornare identico a quello che era una volta, però con scorza diversa. Si gode di nuovo il football, come quando era ragazzino, però adesso se lo gode percìié gli sta garantendo una sicurezza di vita futura. Perché gli serve per spedire la famiglia alle Maldive e raggiungerla, gli servi rà fra uno-due anni per tra sferirsl negli Stati Uniti, c imparare, negli affari più die nel football, un modo moderno di essere uomo. «Ho faticato per ritrovare un'al¬ legria di gioco e intanto per reperire una funzionalità di gioco: credo che ce l'ho fatta. Mi ha aiutato molto l'Italia, 11 pubblico italiano. Al Mundlalito, poi, la folla è stata un fatto unico, sconvolgente. Lo stesso torneo organizzato a Parigi faticava a fare diecimila persone: e non per competenza degli assenti, bensì per loro ignoranza». Al Mundialito Platini ha giocato molto bene, ma an¬ che quando sbagliava rideva agli altri, sorrideva a se stesso. E aveva gesti infantili e non sciocchi, semplici e non banali. «Adesso sono a posto nel calcio italiano e anche nell'Italia. Ncn è mai stata questione di posizione in campo, è stata caso mai questione di posizione nella vita. Ho dovuto farmi capire, spiegare che per me una partita fallita non sarà mai una tragedia, e che invece una finta riuscita può essere una gioia. Ma intanto che mi spiegavo all'Italia, l'Italia conquistava me». Veste tutto italiano, parla benissimo italiano, pensa italiano. «Continuo a essere francese per come sono cresciuto, ma le radici ti avvolgono. Mio padre piemontese, mia madre che è una Picclnelll un po' veneta un po' toscana, mia moglie lombarda Mi fate un prelievo di sangue ed è verdebiancorosso». Il suo rapporto con l'Italia era cominciato male. Voluto anche da Gianni Agnelli, Platini era calato sulla Juventus come un cocco troppo bello. Bonlperti aveva avuto dei problemi. Si narra di una presa di posizione, a voce, di Sdrea, che in vita sua ha detto sette parole, cinque contro Platini. Il suo essere intelligente era scambiato per un essere ironico ad ogni costo. La sua -natveté- per diplomazia. In fondo anche l'altra sera a Milano, Platini ci ha detto: «Boniek contro 11 Flamengo ha giocato bene. Si sbaglia se si fa se si tenta di fare. Boniek è un generoso che assume su di sé tanti rischi». All'inizio della stagione si era beccato con Rossi, alla fine di una brutta partita di Rossi, con rigore fallito dU se: «Per sbagliare i rigori bisogna avere 11 coraggio di ti rarli». Ci ha capiti, l'abbiamo capito, ci siamo capiti. Si diverte e diverte. Sivori divertiva con rabbia, quasi con livore. Platini non prenderà mai il passaporto italiano, anche se si farà sempre più italiano. Meglio: se italiano ufficialmente e non spiritualmente, farebbe in fretta a diventare levantino, « bantu. Gian Paolo Ormezzano

Persone citate: Boniek, Gianni Agnelli, Michel Platini, Rossi, Sivori