Le due bambine sevizitate e uccise conoscevano il folle assassino? di Adriaco Luise

te due bambine sevizitele e uccise conoscevano ii folle assassino? Oggi a Napoli si svolgeranno i funerali delle piccole vittime (10 e 7 anni) te due bambine sevizitele e uccise conoscevano ii folle assassino? Gli inquirenti escludono la pista di una feroce vendetta - Inutili le ricerche del maniaco: non ha lasciato tracce - Ieri eseguite le autopsie - Ricostruiti i movimenti delle bambine - Paura nel quartiere-dormitorio NAPOLI — Assieme all'an-1 goscla e al dolore c'è anche < molta paura adesso nel centri della cintura e a Ponticelli, rione periferico della città, un ghetto dormitorio, improvvisamente sconvolto dall'assassinio delle due bambine, Nunzia Munizzi, 10 anni, e Barbara Sellini, di 7, i cui cadaveri sono stati trovati domenica mattina a 5 chilometri da casa, dopo una notte di ricerche. Le piccole giacevano una sull'altra, sul greto del Pollena, che convoglia in mare le acque provenienti dai campi del Vesuvio e che in questo periodo è secco. Ieri sera è stata eseguita l'autopsia, ma non se ne conoscono i risultati. Oggi si svolgeranno i funerali. Seviziate, forse violentate, poi uccise con ferocia: sui corpi ci sono segni di ferite da taglio alla gola e alle braccia. Erano stati cosparsi di carbu-. rante, il fuoco li ha in parte devastati, non tanto da impedire o ritardare il riconoscimento. Le ha assassinate un maniaco? Oli inquirenti non hanno dubbi. La pista è quella. E' in corso la caccia al bruto, al folle. Le modeste condizioni economiche delle famiglie dNunzia e Barbara, la loro vita onesta fanno escludere l'ipotesi di una vendetta pazzescacontro le bimbe per «punire» genitori. 8e dunque l'assassino è un bruto, è un giovane o un uomo maturo? Si tenta un identikit psicologico dell'assassino, ma non ci sono testimonianze o indizi che aprano spiragli di luce. Un dubbio: le bambine forse conoscevanol'uomo e l'hanno seguito confiducia. Anche il sopralluogo nellazona dell'agghiacciante scoporta ha fornito scarsi eiementi. Un fazzoletto intriso dsangue, una lattina di carburante, una corda erano corpqualche metro dai Nlent'altro utile alle indaginiNon si riescono a ricostruì re neppure le circostanze in j cui è avvenuto il duplice delit- ! to. Intralci burocratici hanno j ritardato l'autopsia (che è j stata eseguita in serata) e si j possono avanzare soltanto ipotesi, che potrebbero non trovare pieno riscontro nell'esame dei periti. Forse oggi si potranno fissare alcuni punti fermi. Intanto la gente ha paura: 11 folle è rientrato nel l'anonimato quotidiano, pc trebbe rifarsi vivo, seviziare e uccidere ancora. saCIl cerchio delle ricerche èj comunque ristretto a un'area j delimitata, nelle zone dei Co- j munì a ridosso del vulcano, in quei centri dove già nel passato si sono verificati episodi di violenza su bambini. E' torna-1 ta alla memoria di tutti l'or- renda fine di Raffaella Espo- j sito, la bimba di dieci anni che | scomparve nel febbraio del 1981, all'uscita da scuola. Sii era pensato a un rapimento, anche se le condizioni economiche della famiglia non era-! no particolarmc-.nte alte. Mai almeno era la speranza più ( ottimistica. I le Cutolo. promise la sua me diazlone, alimentò la speran Intervenne perfino Raffae- za di poter rintracciare la j' bimba sana e salva. Raffaella ; Esposito invece fu trovata in un'pozzo nelle campagne vici- ì ne. La perizia stabili che era ! stata violentata e poi buttata, ancora viva, in quel pozzo. I sospetti caddero su Luigi Castiello, sposato con figli, che aveva già qualche precedente. Non si trovarono prove alle accuse, soltanto voci, indizi inconsistenti. Un mese dopo Castiello fu ucciso sull'uscio di casa. Il delitto fu rivendicato da una banda camorristica: .Abbiamo ucciso l'assassino della j j j 1 jpiccola Raffaella, le creature | non si toccano: i ! i ( I Nunzia, promossa alla quinta elementare, era figlia di una coppia di sordomuti, Anche ora il compito degli inquirenti è difficile. Nella giornata di ieri sono state interrogate una trentina di persone, vicini di casa, compagni di gioco, i genitori delle bambine. j'^f^^^^J.J^!^800 ; ^„/a „ "^^1 hi S^rS„B.w^ ì %A£™ ^ffSSSStì p ti ! rione Incis, isolato 45, al terzo piano di una palazzina popo! lare. ) Barbara Sellini viveva nello stesso complesso, a quattro caseggiati più in là, con il fratello Gianni, 10 anni, la madre, Mirella Orotta, il padre, ' Francesco, ex sottufficiale dei vigili del fuoco a riposo. Nunzia e Barbara erano molto legate, finite le scuole, trascorrevano molte ore assieme nei giardini del complesso popolare. Sabato avevano giocato 11, in quel pezzo di verde tra i palazzi, avevano scherzato con altri bimbi e fatto le compere per alutare 1 genitori. Nel pomeriggio le aveva incontrate un amichetto, Davide Di Giulio: «Avevano cinquemila lire tra le mani, andavo a comprare le sigarette dal tabaccaio per qualche famigliare». Per l'ultima volta le hanno notate attorno alle 19,30. Carolina Lombardi, che abita sullo stesso pianerottolo della famiglia Munizzi, ha rimproverato Nunzia che aveva lasciato aperta la porta dell'ascensore. Le bimbe hanno riso, sono scese. Poi il buio, non si sa che cosa è successo dopo. Il maniaco era nel giardino o le ha incontrate fuori? L'hanno seguito volontariamente perché lo conoscevano o sono state costrette a salire su un'auto? Sono ancora molti gli interrogativi. La «caccia all'uomo» continua. Adriaco Luise INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

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