Riabilitata la cicala che La Fontaine calunniò

Riabilitata la cicala Riabilitata la cicala che La Fontaine calunniò , A H, hai cantato? Ne \\.f\.ho molto piacere; ebbene, ora ballai ». Questa battuta di una celebre favola di La Fontaine, con il suo pesante sarcasmo è forse la causa principale della cattiva reputazione della cicala. La Fontaine, che nella maggior parte delle sue favole sembra conoscere a fondo il comportamento degli animali, in questo racconto in cui rappresenta l'imprevidente cicala nell'atto di chiedere l'elemosina alla laboriosa formica, è male Ispirato. In realtà le relazioni tra la cicala e la formica si pongono in modo inverso a quello che egli racconta. Nelle torride ore d'estate, infatti, quando la cicala si accinge a nutrirsi della linfa di un albero perforandolo col suo rostro sottile, ecco sopraggiungere una moltitudine di Insetti ingordi, pronti a saccheggiarla. I più audaci aggressori, le formiche, la tormentano in modo tale che essa è costretta a fuggire, lanciando ai predatori uno schizzo di urina in segno di disprezzo. Avviene quindi esattamente il contrario di quello che dice la favola: non è la cicala che piange miseria presso la formica, ma la formica è un'ingorda sfruttatrice della cicala. Appartenenti all'ordine degli Omotterl, le cicale, di cui esistono nel mondo oltre millecinquecento specie, sono insetti generalmente di dimensioni notevoli: due specie australiane appartenenti ai generi Tettigarcta e Abricta hanno un'apertura alare rispettivamente di sette centimetri e mezzo e di dieci centimetri. Il suo canto, abbastanza diverso in ciascuna specie da servire come mezzo di identificazione sessuale, è dovuto a un organo singolare presente solo negli individui di sesso maschile. Questo apparato stridulatore rappresenta uno dei più complicati meccanismi produttori di suoni di tutto Il regno animale. L'organo è costituito da azzurro due membrane, i timballi, poste simmetricamente ai lati del primo segmento addominale, nella regione pleurale; i forti muscoli sternali, contraendosi ed agendo sul timballi, producono 1 irlnio amplificato da casse di risonanza; il tutto è protetto ventralmente da due opercoli che per la relativa mobilità permettono di modulare ritmicamente l'intensità del suono. Le cicale seguono una dieta fitofaga: munite di un rostro aguzzo, riescono a forare la scorza delle piante e aspirare la linfa. Su alcuni alberi come Tornello, 11 frassino, l'acero, la noce, il tiglio, la sua puntura fa sgorgare un lattice zuccherino che s'Indurisce all'aria, la manna. La manna di cui si parla nella Bibbia, probabilmen- te proveniva da un arbusto orientale, la Tamartx mannifera. La Cicada orni, specie diffusa nell'Italia meridionale, specialmente dove viene coltivato il frassino orno, trae da quest'albero un lattice che da tempo viene prodotto con incisioni praticate sul tronco, per ricavare la manna medicinale esportata in tutto il mondo. Il ciclo vitale della cicala ha inizio verso la metà di luglio con la deposizione delle uova che le femmine Inseriscono nel midollo delle piante secche per mezzo di un affilato ovopositore a doppia lima. Sul finire dell'estate si schiudono le larve che si lasciano cadere a terra e penetrano nel terreno utilizzando le zampe anteriori mirabilmente dilatate a forma di vanga. Inizia cosi la fase ipogea nelle viscere della terra durante la quale la larva si nutre dei succhi delle radici. Oeneralmente lo svilup- flutto^ flutto^ scienze]Gli animali da scienze] po preimmaginale dura quattro anni ma sembra che una cicala americana, la Maglcicada septendecim, attenda addirittura diciassette anni la sua breve vita di luce nelle tenebre del sottosuolo. La ninfa matura, ormai prossima alla metamorfosi, prima di uscire dalla tana si costruisce un corridoio verticale, lasciando alla superficie uno strato di terra dello spessore di un dito. Questa dimora non è altro che un osservatorio meteorologico che permette alla ninfa di informarsi sulle condizioni del clima. Verso 11 solstizio d'estate (21-22 giugno), se l'atmosfera è favorevole, la ninfa abbandona la sua tana e giunge allo sfarfallamento della forma adulta, lasciando aggrappata a un supporto Vesuvio ninfale. Le cicale risultano assai dannose all'agricoltura soprattutto a causa dell'enorme prolificità: è stato infatti calcolato che la discendenza di una sola femmina di Cwadclla, libera di riprodursi senza controllo per un anno, darebbe origine a cinquecento milioni di Individui. Questa esorbitante capacità riproduttiva dà luogo talvolta a Infestazioni tanto improvvise ed estese da essere difficilmente dominabili da parte dell'uomo e del nemici naturali. Tuttavia le cicale giovano all'uomo sotto altri aspetti. Infatti una specie diffusa in Giappone, in Cina e nell'Asia meridionale è utilizzata come vescicante, grazie al caratteristico effetto delle sue secrezioni. Inoltre a Borneo, in Malesia e in molte altre regioni del Pacifico meridionale, cicale di notevoli dimensioni costituiscono un piatto davvero prelibato. Luca Ansaldo

Persone citate: La Fontaine, Luca Ansaldo

Luoghi citati: Asia, Cina, Giappone, Italia, Malesia