Quasi un arcobaleno nei colori dell'acciaio

Quasi un arcobaleno nei colori dell'acciaio Quasi un arcobaleno nei colori dell'acciaio mezzi di raffreddamento. Spesso, con questa operazione, 11 metallo — in particolare se la lega era ricca di carbonio — poteva risultare fragile: allora se ne attenuava la durezza con il «rinvenimento», cioè con un riscaldamento ad una temperatura compresa tra i 300° ed 1 600° la cui determinazione era essenziale per la riuscita del trattamento. SI comprende, quindi, come in tale fase la conoscenza dei colori di interferenza — detti anche, perciò, «colori di rinvenimento» — fosse di capitale importanza. L'effettiva sequenza del colori e la loro corrispondenza con la durezza sono riportate per la prima volta da Blringuccio (1480-1539) nel suo celebre «Pirotechnia». Più descrittivi i consigli di Mathurìn Jousse (circa 1620) che suonano: «In un primo momento esso (il pezzo) assumerà il colore dell'oro e successivamente un colore sanguigno, violetto, azzurro, ed infine il colore dell'acqua». Anche Robert Boyle (1627-1691) si interessò di questo importante fenomeno ed elencò ben 25 gradazioni diverse di colorì; e press'a poco nella stessa epoca Robert Hooke sviluppò una teoria sulla tempra in base ai colori. Tuttavia 11 nesso tra temperatura e colorazione era empiricamente nota sin da tempi molto anteriori, come risulta dagli scritti di Teofllo (X secolo) e dalle notizie pervenuteci sulle fucine dell'Etruria e del Medio Oriente. comprese tra i 200° ed i 400", da luogo ad uno strato di ossido cosi sottile da essere trasparente. L'occhio umano riesce a vederlo solo in virtù del fenomeno della «interferenza», che produce una selezione cromatica della luce incidente. Se continuiamo il riscaldamento del nostro coltello, ci accorgiamo che la brillantezza della lama si offusca e che, poco dopo, il metallo comincia a divenire incandescente. Si passa, allora, in un'altra categoria di colori — in crescendo dal rosso-bruno al rosso-ciliegia, al rosso-chiaro, all'arancio, al giallo, al bianco — cui corrispondono temperature che vanno dai 630° al punto di fusione (1500° circa; ma. con la fiamma del gas, il nostro coltello non supererà gli 800°). In questo caso la colorazione è data dalla quantità di energia calorifica fornita al metallo, e si annullerà quando questo tornerà a temperature inferiori ai 600° circa. Oggi disponiamo di strumenti molto precisi per la misurazione delle temperature, ma nei secoli passati i colori di interferenza e di incandescenza sono stati un prezioso ausilio per tutti coloro che lavoravano il ferro. L'occhio esercitato del forgiatore stabiliva dal colore il grado di riscaldamento del pezzo (per lo più tra i 1100° ed i 1200°). lo batteva sull'incudine per dargli la forma voluta; poi, per indurirlo, lo temprava, ossia lo immergeva rapidamente in acqua o in altri DI che colore è l'acciaio? Può sembrare una domanda retorica ed è, invece, un indovinello al quale, per secoli, l'uomo non ha saputo dare una risposta scientificamente esatta. L'acciaio (e, più in generale, ogni lega ferrosa) può assumere colorì diversi in relazione alle temperature alle quali viene sottoposto. Il colore «grìgio-acciaio» che gli viene ufficialmente attribuito come caratteristica distintiva è, pertanto, una semplificazione impropria e limitativa. Per rendersene conto basta compiere un semplice esperimento: si prenda un pezzo di acciaio non ossidato — per esempio un vecchio coltello — e lo si sottoponga a lento riscaldamento sulla fiamma del gas. Dopo pochi secondi, quando il metallo ha raggiunto i 200" C. la colorazione grìgia volge al giallo per poi passare, con l'aumentare della temperatura, al giallo carico, al bruno, al porpora, al violetto, al blu e poi di nuovo al grigio: sono colori bellissimi che richiamano alla mente l'arcobaleno e le vernici metallizzate, e che — togliendo il pezzo dal fuoco al momento opportuno — permangono anche a temperatura ambiente. Ciò accade perché le leghe ferrose hanno una spiccata reattività nei riguardi dell'ossigeno presente nell'atmosfera (come è dimostrato, del resto, dall'arrugginimento delle superile i non protette); reattività che, a temperature Gino Papull I coleri dell'acciaio in relazione alla temperatura Temper. in gradi centigradi Temper. in gradi centigradi COLORAZIONE COLORAZIONE 200 220 240 260 280 290 300 320 350 400 Giallo pallido Giallo paglierino Bruno Porpora Violetto Blu scoro Bla fiordaliso Bla chiaro Grigio-blu Grigio Rosso nascente Rosso-bruno Bosso ciliegia Bosso chiaro Arancio Giallo Bianco Bianco sidereo 550 630 770 850 950 1.000 1.250 1.350 Colori di incandescenza Colori di interferenza sempre sfuggita, prima della sua scoperta, all'attenzione di tutti 1 matematici. Se 1 numeri amici hanno lo stretto rapporto che abbiamo visto tra i loro divisori, un po' meno stretto è quello che lega i numeri socievoli. Per questi numeri non si può parlare di stretta «amicizia», ma solo di «simpatia», per cosi dire, di gruppo. I numeri socievoli sono legati fra loro sempre dalla somma dei rispettivi' divisori, non direttamente' però, ma attraverso una catena di numeri. Prendiamo, ad esempio, il numero 12.496. La somma dei suoi divisori è 14.288 e procedendo con le somme, del divisori propri si trovano i numeri 15.472, 14.530 e 14.264. La somma dei divisori di questo ultimo numero; è proprio 12.496. La catena si chiude cosi sul numero di partenza, collegando fra loro 1 cinque numeri in questo rapporto, come abbiamo detto, di «simpatia»: li potremmo definire gli «amici miei» dell'aritmetica. Ma non sono i soli: c'è uno straordinario gruppo di 28 numeri socievoli, il primo del quali può essere 19.116. Oli altri si ritrovano sommando a catena, secondo la regola data, i divisori. Le coppie di numeri amici e i gruppi di numeri socievoli oggi noti sono migliaia e la ricerca continua, in particolare per tentare di scoprire catene di tre numeri, «terzetti», che finora nessuno è riuscito a trovare. Sembra proprio che il famoso «triangolo», tra i numeri, non esista.

Persone citate: Bruno Porpora Violetto, Gino Papull I, Jousse, Robert Boyle, Robert Hooke

Luoghi citati: Medio Oriente