Il complesso dell'eroe

Il complesso dell'eroe Il complesso dell'eroe OGGI cfte si torna a parlare di Jerry Lewis, grazie al film di Scorsese Kink of comedy in cui egli interpreta la parte d'un attore serio e triste, giunge molto opportuna la traduzione italiana di un suo bel libro, fra l'autobiografico e il didascalico, uscito negli Stati Uniti nel 1971: «Scusi dov'è il set? Confessioni di un film-maker' (introduzione di E. Ghezei, trad. di N. T. Crisigiovanni, editrice Arsenale, 138 pagine, 18.000 lire). E', come dice il sottotitolo, una raccolta di 'Confessioni' sul mestiere di regista (ricavate da una serie di lezioni tenute dal nostro agli studenti dell'Università della California del Sud), ma è anche una eccellente chiave di lettura di tutta l'opera di Lewis. Grande ammiratore di Chaplin, erede d'una lunga tradizione comica, teatrale e cinematografica, che affonda le radici nella cultura ebraica e nell'umorismo anglosassone, Jerry Lewis si mostra non soltanto grande professionista dello spettacolo, di cui conosce tutte le regole e i segreti di bottega, ma soprattutto geniale e divertente •maestro» di regìa. A leggere i tuoi consigli ai futuri giovani registi, validi in gran parte ancor oggi, anche al di fuori ielle strutture produttive hollywoodiane, si rimane piacevolmente colpiti. B' come entrare nei meandri di quel castello del sogni che continua a essere il cinema, partecipare a un rito collettivo, di cui si vengono a conoscere i più minuti dettagli e gli ingredienti fondamentali. Confes Amante del pugilato e della lotta, andava in giro mendicando scuse se qualcuno lo batteva. Coraggioso sul campo (ma più per caso che per scelta), non lo era altrettanto con gli editori quando si trattava di rompere un contratto. Pettegolo e attaccabrighe, sparla-, va pesantemente del letterati suol rivali, accusandoli 0ui, non proprio virilissimo) di impotenza e di deviazione sessuale. Anatomia spietata di un uomo tutto teso a celebrare il mito di se stesso e, soprattutto, ossessionato dall'urgenza di mantenersi ufficialmente all'altezza di esso, Hemingway di Burgess abbonda di aneddoti divertenti ma anche amari, conditi qua e la da,un cinismo quasi swif tiano. Al di là della leggenda dell'eroico guidatore di ambulanze ferito sul fronte Italiano durante la prima guerra mondiale, si affaccia cosi, al termine della lettura, l'immagine più meschina e quasi patetica del cacciatore che, al suo primo safari, si attribuisce 11 merito di aver ucciso un leone già colpito dalla moglie; dello spaccone che si gloria di •essersi fatta» Mata Hari, quando la spia è già stata fucilata; del corrispondente di guerra, .che .scrive reportages tra caviale e champagne mentre altri, come Orwell, combattono sul serio. Un uomo non troppo stimato e a volte anzi irriso dalle sue quattro mogli; pieno di acciacchi e di malanni non proprio gloriosi e, negli ultimi anni, ormai sull'orlo della demenza; disposto a crearsi 11 vuoto attorno pur di aggrapparsi a un mito nel quale, in fondo, anche a lui riesce difficile credere. Roggero Bianchi Jerry Lewis con Stella Stevens nel sioni e consigli di regìa del ce

Luoghi citati: California, Stati Uniti