Cassola ritrova l'ombra del padre di Carlo Cassola

Racconti e ritratti Racconti e ritratti Cassola ritrova l'ombra del padre COI suoi personaggi adolescenti, Cassola ha tenuto banco per molto: è stato uno degli autori italiani più venduti tra gli Anni Cinquanta e Settanta. Sono, quelli dei suoi romanzi fortunati, ragazzi ingenuamente stizzosi o maliziosi confessi: cosi ostinati in un loro mondo dove tra bugia e verità non ci sono sfumature o sotterfugi, da non riuscire a conoscere il gusto amarognolo e sorridente dell ironia. Da «Mio padre», un libro di racconti e ritrattini usciti da poco, scopriamo che un adolescente cocciuto, in una arcigna e romantica presunzione, che ama tanto o tanto odia, è proprio lui, Carlo Cassola. Ma Carlo Cassola non è nato quindici anni fa, è nato nel 1917: dove condanna l'immoralità di un comportamento è pronto a compensare con un sospiro di matura tenerezza o di vissuto rimpianto. Il padre (t due lunghi racconti del libro, che lo cominciano e lo chiudono, sono per lui) «vissuto male perchè aveva rinnegato l'impegno umanitario» è un pavido egoista che converge verso la destra per accontentare i reazionari parenti della bella moglie: convinto della complicata cattiveria degli uomini, sarà militarista fino alla morte. Il figlio-scolaro, apprende tutte queste nequizie, recalcitra initato, ma l'affetto sopraggiunge: questo padre ha subito, in gioventù, la prigione e l'esilio come socialista, è stato ottocentescamente, come del resto il figlio, legato ai suoi luoghi; odiava la violenza degli squadristi, forse desiderava morire. E quella morte, sconsolata, suggerisce al figlio una bontà insolente che si sfoga in elucubrazioni ripetitive e affannose: ma poi, l'immaginare il padre quand'era ragazzo al suo primo, breve viaggio, finirà per. trasudare ansia e attaccamento. In questa atmosfera, il ragazzo Carlo arriva a promesse votive, di quelle che si giurano con la mano sul cuore, si accusa e subito si difende, scolaro •pentito» di un amico di cui ora diffida, di situazioni politiche e forse anche letterarie. Il libro è scritto in quello stile casual che gli è consono e caro: mancano i dialoghi fintamente sciatti — ma che pretendono, per scriverli, una notevole abilità costruttiva — delle sue opere migliori, come mancano le ragazze cassoliane, culturalmente selvatiche e giustamente datate nelle loro virtù e nelle loro mancanze. E quel paesaggio interiorizzato, che nei romanzi e nei racconti dello scrittore toscano, assorbiva i personaggi con costante persuasione, qui è sul punto di diventare una preca-, ria soluzione critica. Come se l'elogio della vita nella fratellanza del disarmo, al quale ritorna sempre con pressante insistenza, volesse tentare di prenderne il posto. Rossana Ombres Carlo Cassola, «Mio padre», Rizzoli, 118 pagine, 13.000 lire.

Persone citate: Carlo Cassola, Cassola, Rossana Ombres

Luoghi citati: Cassola