In mostra a Lugano i grandi impressionisti e la collezione del finanziere svizzero Nella villa del barone Thyssen dove arrivano i quadri dell'Ermitage di Ernesto Gagliano

In mostra a Lugano i grandi impressionisti e la collezione del finanziere svizzero In mostra a Lugano i grandi impressionisti e la collezione del finanziere svizzero Nella villa del barone Thyssen ri dove arrivano i quadri delFErmitage Carpaccio: «Giovan Roma Mario Merz — Forse la mostra in gallerie private più significativa di questa stagione romana, che ormai si avvia alla conclusione. L'artista torinese, intervenendo nel vivo dell'attuale dibattito pittorico, presenta vaste, suggestive tele, dipinte con straordinaria energia e, al tempo stesso, con grande tenerezza. Alla Galleria Pieroni, dal 29 maggio. Foligno Piermarini e il suo tempo — Nato a Foligno nel 1734, fu uno dei maggiori architetti neoclassici. Formatosi a Roma con il Valadier, si trasferì poi a Milano dove divenne la figura principale di quel movimento, progettando edifici divenuti famosi, come la Scala, il Palazzo Reale e la Villa Reale di Monza. La mostra mira ad evidenziare il clima nel quale si formò e operò. A Palazzo Trinci, fino al 16 ottobre. Parma Carlo Mattioli — Una mostra che inaugura le esposizioni al pubblico delle raccolte d'arte donate al Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell'Università di Parma. La donazione Mattioli comprende 40 dipinti, 200 gouaches e disegni e oltre 200 opere grafiche che riguardano l'intero suo iter, dagli Anni 30 ad oggi. Nel Salone delle Scuderie in Pilotta, dal 4 giugno. Forlì Mauro Reggiani — Come X Rassegna della Grafica Contemporanea, la prima completa antologica di uno dei padri dell'Astrattismo italiana Sono circa 100 fogli, dal 1934 alla morte, avvenuta 3 anni fa e, in certo senso, sono un'anticipazione della grande mostra che la Galleria Civica di Modena gli dedicherà in ottobre. Da oggi, a Palazzo Albert ini. che si spalanca su un tesoro d'arte. Carpaccio («Giovane cavaliere in un paesaggio» con un guerriero un po' sognante che spicca davanti a un castello), Antonello da Messina, Duccio di Boninsegna, Tiziano, Cranach, Van Eyck, Memling, un magico ritratto di Giovanna Tomabuoni eseguito dal Ghirlandaio su una tavola di pioppo che reca la romantica scritta: -Potessi tu, o arte, illustrare anche carattere e virtù, allora non ci sarebbe un quadro più bello sulla'terra». E ancora: Rembrandt, Tiepolo, Tintoretto, El Greco, Canaletto, Guardi fino a Fragonard e Watteau. Non sono che alcuni nomi, fra i tanti, in una rassegna che riunisce 350 opere di antichi maestri. Dietro la collezione c'è la storia di una dinastia finanziaria e la passione artistica di due generazioni Un intrecciarsi di miniere di carbone, acciaierie, banche, cantieri navali, agricoltura e perfino bottiglie per la CocaCola. Pare che il nome emerga dal 1700 e derivi da Mathiason, figlio di Mathias. E già August Thyssen, nonno dell'attuale proprietario, figura tenace di industriale tedesco, non disdegnava qualche attenzione per l'arte. Le foto mostrano un tipo impettito, i baffi, la catena dell'orologio che pende dal gliet. Fonda la prima azienda nel 1867 e, quando le finanze prosperano, acquista un castèllo a Landsberg, diventa amico di Rodln e discute con lui l'esecuzione di sei grandi sculture di marmo. Ma il suo principale cruccio rèsta la crescita delle aziende e dell'Industria germanica. Anche il suo motto è di ferro: ane cavaliere in un paesaggio», pari. (Collezione Thyssen-Bornemisza) «// you rest, you rusU, se ti riposi, arrugginisci. Qualche tempo prima di morire dichiara in un misto di orgoglio e di candore: «Un capitalista e proprietario ha ben poco a suo vantaggio — neppure la vecchiaia senza dolori — e senza esagerazione io credo che la gente guadagni più dal lavoro della mia vita che io stesso. Ciò che ho creato rimane e, alla fine, è loro...». Non si era mai interessato molto di politica, ammirava soprattutto l'indipendenza di giudizio, mentre il figlio maggiore Fritz aiuta Hitler nella scalata al potere, poi si pente e rompe ogni legame con 1 nazisti fin dai tempi dell'invasione della Polonia. □ che non lo sottrae al processo di Norimberga e a una condanna a due anni. Guerre, tempeste della storia, un farsi e rifarsi di giganti dell'economia. E' Heinrich l'altro figlio di August, che cede al tarlo del collezionismo. Non vuol essere secondo al fratello nell'impresa paterna e si trasferisce in Ungheria, sposa res » (Collezione Musei Sovietici) i i l , , r i o n e ¬ ta la sua attività, e nel '33 approda in Svizzera dove scopre la Villa Favorita: questo edificio in stile toscano, tranquillo e appartato, vigilato da piante secolari, gli piace, e ne fa la sede della pinacoteca. La restaura, la adatta ad ospitare il suo museo personale. E quando nel 1947 muore, il figlio Hans Heinrich ne eredita 1 quadri (alcuni li rileva dal fratello e dalle sorelle) e gli tocca in sorte la stessa passione. Lui. apre al pubblico la galleria. Ma il suo sistema di collezionista è diverso, anzi è «una mancanza di sistema». Si fa attrarre magari da un avorio medievale o dalla tela di un espressionista astratto americano; mette insieme quadri del XIX e XX secolo, estende le ricerche tra i moderni. Chi lo conosce dice che è un intuitivo, uno che «si fida più del suo occhio che del suo orecchio». E' anche uno che qualche volta fa esporre In giro per il mondo rari «pezzi» della sua collezione. Adesso il barone Hans Heinrich Thyssen-Bornemi¬ una Bornemisza, nobile (e ricca) famiglia della Transllvanla, prende la cittadinanza magiara, n suocero non ha discendenti maschi e per continuarne il nome lui diventa, con decreto di Francesco Giuseppe, barone Thyssen-Bornemisza. Va ad abitare nel castello di Rohonez e 11 comincia nel 1920 a raccogliere 1 suol quadri. Ha un plano preciso, forse un po' accademico. Vuol che la sua collezione illustri un panorama della pittura europea dal XTV al XVffl secolo, cerca esempi caratteristici delle principali scuole, gli artisti più significativi. Quasi un'antologia. Sono tempi In cui molti vendono, ma 11 barone compra. Pare abbia acquistato il «ritratto di Enrico Vm>, opera di Holbein il Giovane, dal nonno di Diane Spencer (attuale principessa di Galles) il quale con il ricavato si è concesso l'ultimo modello della Bu gatti. Il regime di Bela Kun rende però difficile la vita in Ungheria per Heinrich che passa in Olanda, vi trapian¬ lllm Atanasio Soldati: Milano Atanasio Soldati — Alla Gallerìa Lorenzelll, una cinquantina di olii e tempere, per ricordare 11 trentennale, della scomparsa di un artista che, sia pure con riconoscimenti tardivi, viene ritenuto uno dei protagonisti della pittura Italia na tra le due guerre, grazie ad un'arte particolarmente poetica e in lucida'opposizione all'accademismo novecentesco. Fino a fine giugno. l a s sza ha concluso l'accordo con 1 sovietici per uno scambio di quadri Dice: -Sono nati in uno spirito di amicizia e di pace. Chi li ammirerà, possa provare gli stessi sentimenti». Presterà 40 dipinti antichi che saranno esposti a Leningrado e a Mosca mentre dall'Urss sono giunte opere di Cézanne, Monet, Renotr, Gauguin, Van Gogh, Matisse e Picasso. Le hanno sistemate nelle sale inferiori della villa, alcune sono in mostra per la prima volta in Occidente. Come l'autoritratto di Cézanne .con berretto» che risale al perioso di Auvers, o -Baignade dans la Seine» (•La Qrenouillère») di Renolr, oppure *Eiaha Ohipa» (.A'e travaille pas») di Gauguin, eseguito durante il secondo viaggio a Tahiti. Di Picasso otto dipinti segnano il percorso dal .periodo blu» a quello «rosa», al cubismo. Le vicende di questi quadri affiorano nel catalogo pubblicato dalla Electa con i testi dei conservatori dell'Ermitage e del museo Puskin. Anche qui spiccano storie di due grandi collezionisti fra 1'800 e il primo 900 in una Mosca aperta alle nuove tendenze. Ivan Morozov, ricco imprenditore che ha studiato a Zurigo, intuisce presto il valore di impressionisti e post-impressionisti. Stringe rapporti con 1 pittori, tiene a Parigi un rappresentante e, dicono le cronache, spende ogni anno fra 1 200.000 e 1300,000 franchi per ' Ì'ik56iisto WqhtidrLNél 1913 la sua collezione comprende oltre 140 dipinti di scuola francese, con 17 tele di Cézanne: una galleria simile a una fortezza che si apre solo allo sguardo degli estimatori. Ma intanto circolano cataloghi e pubblicazioni, c'è una riflessione critica su quell'arte che arriva dalla Francia. Serghei Scukin, altro fine mecenate, compra -Lillà al sole» di Claude Monet, primo quadro del padre dell'impressionismo che entra in Russia. Scukin predilige Matisse e Picasso e ne raccoglie un'ottantina di opere. Nel 1910 fa arrivare addirittura Matisse a Mosca perchè gli abbellisca la casa, ritrovo di artisti e intellettuali, e nascono i famosi pannelli della -Danza» e della -Musica». Grandi raccolte private che dopo la «Rivoluzione di Ottobre» figurano nel musei'statali. Ma sono anche il segno di un attento collezionismo e dell'alito innovatore che soffiava nella vita artistica moscovita tra 1 due secoli. Qualche perla ora è in vetrina sul lago di Lugano. Ernesto Gagliano